Il capo della Cecenia Ramzan Kadyrov

Il capo della Cecenia Ramzan Kadyrov ©Shutterstock

Sia nelle elezioni per le amministrazioni locali che per la Duma di Stato, il partito di governo e i funzionari in carica si sono imposti con una vittoria schiacciante. In Cecenia Kadyrov ottiene il 99,7% dei voti. Non mancano le denunce di brogli

22/09/2021 -  OC Media

(Pubblicato originariamente da Oc Media   il 20 settembre 2021)

In Cecenia, stando alla Commissione Elettorale Centrale (CEC), Ramzan Kadyrov è stato riconfermato capo della Repubblica con il 99,7% dei voti e un’affluenza alle urne del 94%. Nessun’altra regione in Russia ha riportato un livello di affluenza così alto, e nessun altro candidato ha vinto con così largo margine. Isa Khadzhimuradov e Khalid Nakayev, gli altri due candidati, condividono tra loro il misero 0,30% dei voti restante.

In un collegio uninominale nella Repubblica Cecena, stando alla CEC, Adam Delimkhanov membro di Russia Unita, ha vinto con il 93% dei voti. Nel distretto elettorale federale, la CEC ha dichiarato vincitore il partito al governo, Russia Unita, con il 96% dei voti.

Nel parlamento locale della Cecenia, quattro seggi verranno assegnati ai partiti di opposizione: due andranno ai deputati del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) e due ai deputati di Una Russia giusta per la verità. Secondo la CEC, entrambi i partiti hanno ricevuto il 5% dei voti ciascuno e i restanti voti sono andati a Russia Unita.

La CEC dichiara che in Cecenia non è stata registrata alcuna violazione elettorale.

Margini di vittoria ridotti

Il parlamento locale dell’Ossezia del Nord - Alania, con la stragrande maggioranza di 57 a 2, ha confermato Sergei Menyailo come capo della Repubblica; era già stato nominato capo ad interim dell’Ossezia del Nord il 9 aprile, dopo le dimissioni anticipate del presidente precedente, Vyacheslav Bitarov.

In Karačaj-Circassia, i deputati del parlamento locale hanno rieletto all’unanimità Rashid Temrezov a capo della regione, posizione che ricopre dal 2011.

Nella Repubblica del Daghestan, i deputati sono stati eletti sia alla Duma di Stato russa che al parlamento locale. Secondo la CEC, l’affluenza è stata del 76%.

Come nelle altre repubbliche del Caucaso settentrionale, la maggioranza dei voti nell’assemblea locale e federale è stata vinta da Russia Unita, rispettivamente con l’81% e il 73% dei voti. Il parlamento locale includerà anche il partito Una Russia giusta per la verità (12,71%) e il Partito Comunista della Federazione Russa (11,62%).

“Un voto forzato”

Secondo Ruslan Kutaev , un attivista ceceno ed ex prigioniero politico, i risultati delle elezioni in Cecenia, così come in tutta la Russia, erano prevedibili. Secondo Kutaev, non ci sono state vere e proprie elezioni, ma votazioni forzate, in cui le autorità “hanno disegnato” i risultati a loro discrezione.

“Non ci sono state elezioni in Russia, e ancora meno nel Caucaso del Nord”, spiega. “C’è stato un voto forzato, in cui gli impiegati statali e i dipendenti pubblici sono stati persuasi (e costretti a votare)”.

La Cecenia, secondo Kutaev, è un caso a sé stante, qualsiasi competizione in Cecenia è impossibile con l’attuale governo a causa della repressione politica e della repressione del dissenso. “Generalmente, non si può parlare di competizione elettorale in Cecenia. Quali altri candidati possono esserci se il dissenso è brutalmente perseguitato e represso?” spiega. “C’è una sola opinione qui, quella di Kadyrov.”

Il 99% che Kadyrov ha ricevuto, spiega, è stato un messaggio per il presidente russo Putin, per affermare che “oltre a Kadyrov, non esiste nessuno in Cecenia.”

Irregolarità a livello federale

Le elezioni in tutta la Federazione Russa sono state segnate da un gran numero di irregolarità e violazioni. Golos , un'organizzazione di controllo elettorale russa indipendente, ha registrato oltre 4500 violazioni .

Inoltre, a causa delle restrizioni messe in atto dalle autorità russe, gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (OSCE) non erano presenti durante il voto per la prima volta dal 1993.

Un gran numero di candidati dell’opposizione sono stati esclusi dalla partecipazione o sono stati avviati procedimenti legali contro di loro prima delle elezioni. Le autorità russe hanno anche impedito ai cittadini russi di accedere al “sistema di voto intelligente” creato dal leader dell’opposizione politica russa, ora in carcere, Alexey Navalny.

Il sistema doveva offrire ai potenziali elettori un modo semplice di identificare quali candidati dell’opposizione avessero più chance di battere i candidati di Russia Unita.