Vera Politkovskaja, figlia della giornalista Anna Politkovskaja uccisa nell'ottobre 2006, racconta in quest'intervista ad Osservatorio di come Anna è ricordata nel suo Paese, di come sono state condotte le indagini e di come la comunità internazionale ha reagito a questo omicidio che per Vera è prima di tutto una tragedia personale
Dopo l'omicidio di sua madre nel 2006, i canali televisivi di Mosca hanno dato la notizia ma non hanno dedicato particolare attenzione all'evento. Al contrario, nella blogosfera russa l'omicidio di Anna Politkovskaja è stato uno dei temi più discussi. Avete sentito da parte della comunità di internet un po' di quel sostegno che in pochi nel suo Paese hanno deciso di esprimere in piazza? Si parla ancora di Anna Poltikovskaja nella blogosfera russa?
All'epoca dell'omicidio noi tutti in famiglia eravamo semplicemente in una condizione di shock e non facevamo caso a questo tipo di cose. Forse un po' se ne parla ancora nel mondo internet di lingua russa, ma in generale in Russia ci si sta dimenticando della questione dell'omicidio di Anna Politkovskaja. Si nota leggendo quel poco che viene scritto sulla questione.
Naturalmente sono successe molte cose dopo l'omicidio di mia madre... ci sono state altre storie di giornalisti che hanno fatto una brutta fine, e anche questo ha contribuito a distogliere l'attenzione. Ma l'interesse all'estero nei confronti di questa tragedia è stato ed è molto più alto che in Russia.
Una volta una rappresentante di Naši, un'organizzazione giovanile molto vicina al Cremlino, mi ha chiesto perché mai sul nostro sito avessimo uno speciale dedicato ad Anna Politkovskaja, una “nemica della Russia”, come la ha subito definita. È un'opinione diffusa questa? Come ricordano sua madre in Russia?
È un'opinione molto diffusa. Seguo molto attentamente tutto ciò che si dice e si scrive riguardo a mia madre, anche in internet dove la gente esprime la propria opinione liberamente sui blog. Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare.
Si lasciano andare a bassezze di ogni tipo. Insistono a sottolineare quanto non sono d'accordo con la sua opinione e il suo punto di vista, ma questo avviene in modo del tutto incivile. Ci possono essere opinioni diverse ed è giusto discuterne, ma non ha senso passare ad insulti ed epiteti volgari.
Le indagini sulla morte di Anna Politkovskaja sono iniziate quattro anni fa, quando presidente era Vladimir Putin. Adesso presidente è Dmitrij Medvedev, un uomo che ha un passato da docente alla facoltà di Giurisprudenza di San Pietroburgo. Ha notato dei cambiamenti?
In questi anni siamo stati in costante contatto con chi si occupava delle indagini. Sono cambiate alcune delle persone che lavoravano alle indagini, sono cambiati i nomi degli incarichi. Ma in realtà siamo allo stesso punto in cui eravamo la sera del 7 ottobre 2006, non è cambiato niente. Non hanno trovato nessuno, non si sa niente. Ci sono molte teorie, ma non c'è niente di dimostrato
Ma vi hanno tenuto informato riguardo le indagini?
Per legge avrebbero dovuto farlo. Ma in realtà siamo venuti a sapere in che direzione erano andate le indagini solo quando è iniziato il processo. Prima ci dicevano che andava tutto bene, che le indagini stavano avendo successo, ma quando abbiamo consultato i 48 tomi di materiali consegnati al processo abbiamo capito che non era andata affatto così.
I nostri avvocati ci hanno segnalato una serie di errori formali in quei testi, cose evidentemente sbagliate dal punto di vista giuridico o fattuale. Faccio un esempio. Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini.
Sembra che manchi l'effettiva volontà da parte dei vertici dello Stato di trovare i colpevoli. Dall'estero, ci sono stati numerosi appelli affinché le indagini riguardanti l'omicidio di Anna Politkovskaja fossero condotte in modo esemplare. Fino ad ora però, in nessuno dei file rilasciati da Wikileaks abbiamo letto che qualche diplomatico abbia fatto pressioni sul governo russo in questa direzione. Sa se questo è avvenuto?
Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi.
Cosa ha detto Putin in quell'occasione invece immagino lo sappiate benissimo. [tre giorni dopo la morte della giornalista, Putin aveva dichiarato che il lavoro di Anna Politkovskaja non aveva alcuna influenza in Russia e che la sua morte aveva creato alle autorità russe e cecene più danno delle sue pubblicazioni, ndr]
In Europa Anna Politkovskaja è diventata sinonimo e simbolo della libertà di parola, tanto che in suo nome, ad esempio, è stata intitolato una via in un parco di Roma. Ha la speranza che un giorno sarà ricordata così anche in Russia, tra venti o cinquant'anni forse, e che le dedicheranno una via o un monumento?
Naturalmente ho questa speranza. Mia madre è morta proprio per questo, per aver difeso la propria libertà di parola. Quindi questo mi sembrerebbe uno sviluppo giusto. Ma penso sia del tutto impossibile finché la situazione politica in Russia è quella attuale.
Potrà succedere solo se da noi cambierà qualcosa e al timone andranno persone con un'idea dell'onore diversa da quella che ha chi guida il Paese in questo momento. Ma non so proprio quando questo potrà accadere e se succederà nel corso della mia vita.