Il ministero dell'ambiente croato prepara una legge per vietare la produzione e limitare l'importazione di OGM. Ma gli Stati Uniti, a difesa degli interessi di Monsanto e Co., minacciano di ricorrere presso le sedi competenti del WTO.
OGM? No grazie. In una notizia pubblicata dalla Reuters si descrive lo scontro in atto tra Ministero dell'ambiente croato, che gia' nell'estate del 2001 ha lanciato la campagna "Croazia, terra senza OGM", e gli Stati Uniti come promotori degli interessi di alcune multinazionali, Monsanto in testa.Negli ultimi giorni in Croazia si e' parlato molto dell'argomento, che pare attirare l'attenzione non solo della stampa ma anche dell'opinione pubblica: non sono state poche, infatti, le domande sugli OGM poste al ministro dell'ambiente Bozo Kovacevic durante un chat via Internet tenutosi l'11 gennaio. Il 14 gennaio, lo stesso ministero ha organizzato un'iniziativa non poco provocatoria, in collaborazione con Zelena Akcija (Green Action), l'associazione verde storica della Croazia che da tempo redige una lista delle aziende croate che danno informazioni sufficienti o insufficienti sull'uso di OGM nei loro prodotti. Ministero e associazione hanno portato a Zagabria alcuni dei rappresentanti degli agricoltori di Stati Uniti e Canada che hanno raccontato le loro disavventure con OGM e multinazionali.
Qui di seguito la traduzione della notizia Reuters.
La Croazia sta preparando una legge che vietera' la produzione e limiterà l'importazione di prodotti alimentari contenente organismi geneticamente modificati, nonostante il lobbying degli Stati Uniti, ha affermato ieri il ministro dell'ambiente Bozo Kovacevic.
Il governo croato, che agisce sulla base di una risoluzione adottata dal parlamento nel 1998 che richiedeva la messa al bando di alimenti OGM, vuole solo tutelare l'interesse nazionale croato e non ricerca uno scontro a livello internazionale, ha dichiarato Kovacevic durante una conferenza stampa. "Considerando che il turismo e' il nostro business strategico e l'agricoltura organica uno dei nostri punti di forza, il governo intende sottolineare come nostro vantaggio comparativo il fatto che offriamo solo prodotti liberi da OGM", ha affermato il ministro.
"Per questo intendiamo proporre una legge che assicuri la protezione dei nostri interessi, senza violare nessuno dei nostri impegni internazionali", ha detto Kovacevic alla fine di una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di alcuni agricoltori statunitensi, che hanno raccontato la loro esperienza con la produzione di OGM.
In una lettera pubblicata dai giornali croati all'inizio del mese, il Governo USA chiedeva al Ministero dell'ambiente croato di rivedere il suo atteggiamento o minacciava eventuali azioni nell'ambito del WTO (World Trade Organization - Organizzazione mondiale del Commercio), del quale la Croazia e' membro.
Negli Stati Uniti hanno sede la maggior parte delle aziende leader del settore biotech e la lettera sosteneva che gli OGM non comportano rischi provati per la salute. I funzionari dell'Ambasciata statunitense in Croazia non hanno voluto rilasciare alcun commento.
"Il governo statunitense sta sostenendo gli interessi delle sue aziende e questo e' nel loro diritto. Il nostro dovere e' proteggere i nostri interessi e seguire la legislazione dell'Unione Europea", ha chiarito in merito Kovacevic, aggiungendo che la Croazia intende seguire parametri europei proprio perché mira ad entrare nei prossimi anni nell'Unione Europea.
Il ministro croato ha inoltre rivendicato il diritto, per ogni Paese membro del WTO, di invocare le sue "ragioni nazionali" per mettere al bando unilateralmente determinati prodotti, anche se non vi è prova scientifica che potrebbero essere dannosi.
I paesi EU hanno imposto una moratoria sulle importazioni di alimenti biotech, tollerando solo un massimo dell'1% di OGM in ogni prodotto. L'Austria invece ha una politica di "zero tolerance" per tali prodotti, ha dichiarato alla Reuters il viceministro dell'ambiente croato Miroslav Bozic, ma ha aggiunto che un compromesso e' la soluzione piu' probabile per la Croazia.
"Sicuramente proibiremo la produzione, ma potremmo permettere l'importazione di alimenti contenenti una piccola percentuale di ingredienti geneticamente manipolati. E vogliamo che questo figuri sulle etichette - questa e' una richiesta minima che imporremo", ha affermato Bozic.
Il ministro Kovacevic si e' detto sicuro che la Croazia non andra' soggetta a sanzioni internazionali a causa della sua decisione: "non ci metteremo neppure in una situazione che possa prevedere sanzioni".
Kovacevic potrebbe essere troppo ottimista. Gli Stati Uniti non sono nuovi ad usare il pugno di ferro in Croazia per imporre i loro interessi commerciali. E' ancora fresca la memoria del "caso Enron", la multinazionale dell'energia che recentemente ha dichiarato bancarotta a causa di falso in bilancio e truffa miliardaria. Quest'ultima aveva strappato un contratto rovinoso per la Croazia - "esca", una progettata megacentrale termoelettrica, peraltro inutile; vero business, una fornitura di energia a prezzi superiori del trenta per cento a quelli di mercato - promettendo al fu presidente Tudjman contatti politici di rilievo a Washington. Dopo la morte di Tudjman, i croati avevano tentato di sfilare la testa dal cappio. Invano: lo stesso ambasciatore statunitense a Zagabria si era precipitato a fare una scenata in un telegiornale croato.
Si prospetta una situazione difficile. Alla Croazia per resistere alle pressioni di Monsanto e Co., sostenute in prima persona dal Governo di Washington, servirà uno "sforzo eroico". Vedremo.
Traduzione ed introduzione a cura di Paola Lucchesi Responsabile del Gruppo GEVAM Onlus per i rapporti con l'Area Balcanica.