Presa di posizione della conferenza episcopale croata nei confronti delle politiche sociali del governo. Le reazioni.
La conferenza episcopale croata ha duramente condannato in una lettera pastorale firmata dall' arcivescovo di Zagabria Josip Bozanic la politica sociale del governo definendo la situazione sociale nel Paese molto preoccupante (Vecernji list, 10.11). Il presidente della Federazione indipendente dei sindacati croati Kresimir Sever si è dichiarato d'accordo con questa presa di posizione aggiungendo che il potere attuale si trova al servizio del capitale piuttosto di occuparsi del destino delle persone e degli operai, nonostante a suo avviso la presa di posizione dei vescovi non implichi una posizione vicina ai partiti attualmente all'opposizione in Croazia (Slobodna Dalmacija, 10.11).
Il governo ha risposto alle critiche affermando di non essere contrario all'impegno sociale dei vescovi ma accusa il documento episcopale di essere unilaterale e superficiale e pericolosamente vicino alle posizioni ed alla demagogia sociale della destra radicale (Vecernji list, 11.11).
Il vicepresidente dell'IDS, Damir Kajin, interpellato sulla vicenda, ha dichiarato che alcuni argomentazioni sollevate dai vescovi lo trovano concorde ma occorre fare attenzione a distinguere tra Chiesa e Stato. La Chiesa a suo avviso dimostrerebbe la propria imparzialità aiutando le altre comunità religiose a raggiungere uguali diritti a quelli riconosciuti alla chiesa cattolica, cosa che non si è ancora verificata (Novi list, 11.11).
Il presidente dell'HSS, Zlatko Tomcic, ha criticato la reazione governativa: secondo lui la conferenza episcopale croata fa bene a criticare la politica sociale del Governo (Jutarnji list, 12.11). Altra reazione quella dell'arcivescovo fiumano Ivan Devcic che ha cercato di chiarire le ragioni alla base della pubblicazione del documento: i vescovi hanno così voluto contribuire all'affermazione dei valori di solidarieta', uguaglianza e giustizia sociale; valori che a suo avviso non sono certo vicini a quelli della destra radicale.
Il ministro del lavoro e per le politiche sociali Davorko Vidovic (SDP) dichiara infine che la Chiesa ha ragione di esprimere la propria opinione ma che i vescovi potrebbero contribuire a migliorare la difficile situazione sociale ritornando al bilancio statale gli ampi finanziamenti che ricevono dallo Stato sulla base del concordato sottoscritto tra Croazia e Santa Sede: in questo modo il ministero da lui guidato avrebbe sicuramente il denaro necessario ad assistere le vittime della politica sociale restrittiva (Vecernji list, 13.11). Il viceprimo ministro Goran Granic (HSLS, un cattolico praticante) afferma che nemmeno la Chiesa dovrebbe essere esclusa dalle critiche in merito alle politiche sociali in vigore nel Paese (Vjesnik, 15.11).