Migliaia di persone in piazza a Zagabria hanno protestato sabato 17 febbraio contro governo, corruzione е fuga di cervelli, dopo la contestata nomina del nuovo procuratore generale Ivan Turudić. Nel frattempo, l'opposizione unita chiede elezioni il prima possibile
“Ne ho abbastanza, perché a 27 anni vivo ancora con mia madre. Nonostante lavori, non ho abbastanza soldi per affittare e tanto meno per comprare un appartamento. Ne ho abbastanza, perché miei cari si sono trasferiti all’estero e adesso li vedo molto raramente”.
Dal palco di piazza San Marco, nel cuore della città alta di Zagabria, Sandra Benčić, la coordinatrice della coalizione ecologista e progressista Možemo [Possiamo], legge la lettera di una giovane croata davanti ad una folla di migliaia di persone. “Non deve per forza essere così, c’è ancora speranza perché questo paese sia migliore”, commenta Benčić, interrotta dagli applausi. “Non andate in Germania o in Irlanda. Non siete voi a dover partire, è Andrej Plenković e il suo governo a doversene andare!”, tuona ancora la deputata.
“Elezioni subito!”
“Dosta je!”, “Basta!”. Attorno a questo slogan, undici partiti di opposizione – dal centro alla sinistra radicale – si sono riuniti questo sabato davanti al palazzo del governo in quella che Sandra Benčić ha definito “la più grande protesta mai organizzata in piazza San Marco”.
Due i temi principali della contestazione, che ha attirato secondo la stampa più di cinquemila persone, bloccando per ore il centro storico di Zagabria: da un lato la condanna della corruzione di cui sarebbe colpevole il governo del premier conservatore Andrej Plenković, dall’altro la richiesta che le elezioni parlamentari di quest'anno vengano organizzate il prima possibile.
Nel 2024 in Croazia sono previste tre tornate elettorali: le elezioni politiche, quelle presidenziali e le europee di inizio giugno. Ad oggi, però, le date delle votazioni nazionali non sono ancora state annunciate. “Sciogliamo il parlamento e andiamo alle urne al più presto. Oppure la maggioranza ha paura?”, ha chiesto ancora Benčić.
Il casus belli che ha spinto i partiti del centro e della sinistra ad unirsi e ad indire una manifestazione congiunta è stata la nomina, qualche giorno fa e tra pesanti polemiche, del nuovo procuratore generale Ivan Turudić.
Ex giudice dell’alta corte penale, Turudić non soltanto è considerato dall’opposizione come troppo vicino all’Unione democratica croata (HDZ, il partito del premier Plenković), ma nelle ultime settimane si è ritrovato al centro di uno scandalo intercettazioni che sembrava averlo messo con le spalle al muro.
Rivelati dal quotidiano Jutarnji List, gli stralci di messaggi scambiati tra il 2016 e il 2020 tra Turudić e Josipa Rimac, ex sottosegretaria di Stato in quota HDZ, oggi in prigione per corruzione, hanno svelato al pubblico una relazione stretta e costellata di scambi di favori. In precedenza, Turudić si era incontrato anche con Zdravko Mamić, il direttore esecutivo della Dinamo Zagabria, condannato per evasione fiscale e oggi latitante in Bosnia Erzegovina. Incontri che farebbero del giudice una persona non degna a guidare l’ufficio del procuratore generale croato. Niente di grave, ha assicurato invece il premier, che ha parlato di “voyeurismo giudiziario” e ha tirato dritto sulla nomina di Turudić.
L’elezione del giudice, blindata dal governo in parlamento, è stata dunque percepita dall’opposizione come l’ennesima trovata dell’HDZ – al potere quasi ininterrottamente dagli anni Novanta (il Partito socialdemocratico ha governato solo nel 2000-2003 e nel 2011-2016) – per evitare di essere colpito dalla giustizia con continue inchieste per corruzione.
Significativo a questo riguardo è il fatto che, da quando è arrivato al potere nel 2016, Plenković ha dovuto sostituire trenta ministri e sottosegretari proprio perché finiti nelle maglie della giustizia. “Sono trent’anni che ci battiamo contro questa banda di ladri. Basta!”, ha gridato dal palco il leader del Partito rurale croato (Hss) Krešo Beljak, che ha chiamato il Primo ministro “Plenkushenko”, con riferimento al leader della Bielorussia.
Secondo Transparency International, la Croazia presenta un livello di corruzione percepita tra i più alti nell’Unione europea , di poco inferiore a quello di Ungheria, Romania e Bulgaria, fanalini di coda dell’Ue "Dopo le elezioni proporremo una legge che imponga lo scioglimento dei partiti condannati per corruzione", ha promesso dal palco della manifestazione il sindaco di Spalato Ivica Puljak.
Ma il caso Turudić è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lo scandalo va infatti a sommarsi a tanti altri problemi già presenti – hanno detto sabato i leader dell’opposizione – a cominciare dall’emigrazione dei giovani che negli ultimi dieci anni ha contribuito a far perdere al paese quasi il 10% della sua popolazione.
“La scelta è tra l’HDZ e la Croazia”, ha aggiunto Puljak, mentre per Katarina Peović del Fronte dei lavoratori “è ora di dire basta all’emigrazione e basta alle nuove schiavitù”. Il riferimento, in questo caso, è alla nuova immigrazione di decine di migliaia di lavoratori stranieri, spesso al centro della cronaca perché sfruttatati dai datori di lavoro croati.
Le reazioni
Non si è fatta naturalmente attendere la risposta del Primo ministro che, sempre nella giornata di sabato, si è espresso da Fiume, dove partecipava alla cerimonia di varo di una nave al cantiere navale "3 maggio". Plenković ha tacciato la manifestazione dell’opposizione come un “raduno filo-russo della sinistra radicale”, per poi definire “vomito” parte delle dichiarazioni rivolte contro il suo governo.
“Contro cosa si protesta?”, ha chiesto retoricamente il premier, secondo cui lo stipendio medio croato è aumentato di 459 euro durante il suo mandato. “Adesso supera i 1.200 euro al mese”, ha precisato Plenković, accusando poi il Partito socialdemocratico di aver aumentato gli stipendi di appena 25 euro quando era al potere. "I croati non hanno mai vissuto meglio di oggi", ha concluso il Primo ministro.
Nel fine settimana, tutti i principali esponenti del governo e dell’HDZ hanno criticato la manifestazione. “Piazza San Marco si riempie con appena 500 persone. […] Secondo la nostra modesta stima [i manifestanti] erano circa tremila”, ha commentato il partito conservatore in un comunicato apparso sui social media. “La sinistra ha confermato la sua impotenza. […] Sicuramente non oseranno organizzare una manifestazione in un’area più ampia in questa campagna”, si legge nel comunicato.
Intanto, però, una nuova tegola è caduta sull’esecutivo. Su iniziativa della procura europea (EPPO, ufficio che Ivan Turudić considera “non necessario” per la Croazia), la polizia ha fatto irruzione la settimana scorsa al ministero della Cultura. Il sospetto è che ci sia stato un uso indebito di fondi europei nella ricostruzione della Facoltà di Geodesia. La vicenda era stata inizialmente rivelata dal portale Telegram e la ministra della Cultura, Nina Koržinek, aveva allora tacciato l’autrice dell’articolo, Dora Kršul, di pubblicare “perfide fake news ”...