Andrej Plenković © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Andrej Plenković © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Venerdì 17 maggio il Sabor ha votato la fiducia la nuovo esecutivo croato guidato ancora da Andrej Plenković: l’HDZ ha stretto un’alleanza con l’estrema destra del Movimento patriottico (DP) e per la prima volta la minoranza serba è fuori dalla maggioranza

20/05/2024 -  Giovanni Vale Zagabria

Secondo Igor Peternel, neoeletto deputato del parlamento croato, l'8 maggio 1945 Zagabria non fu “liberata” dai partigiani, ma “occupata”. Per il suo collega Stjepo Bartulica, contrario all’aborto e alla Convenzione di Istanbul contro la violenza fatta alle donne, “è sufficiente guardare l'Eurovision per vedere come in Europa regni un sentimento anti-famiglia”.

Peternel e Bartulica sono due rappresentanti del Movimento patriottico (Domovinski Pokret, DP), il fronte di estrema destra con cui l’Unione democratica croata (HDZ) ha concluso venerdì un accordo di governo.

In cambio del proprio sostegno al prossimo esecutivo – il terzo guidato dal premier Andrej Plenković dal 2016 – il DP ha richiesto che dalla nuova maggioranza fossero esclusi i deputati della minoranza serba, che infatti non avranno più posizioni di potere, com’era il caso nell’ultimo governo croato dove un serbo era vicepremier.

Ma non solo, il Movimento patriottico ha chiesto anche lo stop ai finanziamenti pubblici al settimanale della minoranza serba Novosti, anche se su questo punto Plenković, nel suo discorso di venerdì al Sabor, si è limitato a dire: «Vedremo cosa c’è di così problematico con questo settimanale».

L’estrema destra al potere

Secondo il portale croato Telegram , l’alleanza tra l’HDZ e il DP porta al potere, per la prima volta dall’indipendenza della Croazia, un partito apertamente pro-ustascia.

In realtà, il Movimento patriottico è nato nel 2020 da una scissione interna all’HDZ e la maggior parte delle persone che gravitano oggi attorno a questa formazione non sono facce nuove agli elettori croati.

Si tratta insomma dell’ala più conservatrice e nazionalista dell’HDZ, contraria alla leadership moderata di Andrej Plenković e oggi in grado di dettare le proprie condizioni in quanto partner di governo.

Venerdì, con 79 voti a favore su 151 deputati, il tandem HDZ-DP ha ottenuto la fiducia del Sabor, il parlamento di Zagabria.

Il terzo esecutivo guidato da Plenković sarà composto da 18 ministri (contro i precedenti 16), tra cui due sole donne. La gran parte dei ministri uscenti sono riconfermati ai loro posti, in particolare Davor Božinović agli Interni, Gordan Grlić-Radman agli Esteri, Oleg Butković ai Trasporti e Nina Obuljen Koržinek alla Cultura.

Al Movimento patriottico vanno invece tre dicasteri: l’Economia, che sarà guidata dall’avvocato Ante Šušnjar; l’Agricoltura, che andrà al chinesiologo Josip Dabro; e infine la Demografia, un nuovo ministero creato per rispondere al flagello del calo della popolazione croata (-10% in dieci anni) e affidato al teologo Ivan Šipić.

Il DP aveva richiesto anche il ministero della Cultura (responsabile anche dei media), ma il premier si è opposto. Una magra consolazione per Hrvoje Zovko, il presidente dell’Associazione dei giornalisti croati (HND), che denuncia “uno stato di assedio contro la stampa libera in Croazia”.

“Le dichiarazioni che sono state fatte nei confronti del settimanale Novosti sono inaudite ed è scandaloso che l’Unione europea non abbia detto nulla al riguardo”, lamenta Zovko, che negli ultimi giorni ha consegnato alla polizia decine di lettere di insulti e minacce arrivate all’HND.

“La situazione è terribile e purtroppo temo che sarà sempre peggio. La responsabilità è dell’HDZ e del premier Plenković che da anni attacca e cerca di controllare i media. Ora siamo arrivati al punto in cui per il Movimento patriottico i media sono ‘nemici del paese’ e l’HND una organizzazione ‘anti-croata’. Quello che vogliono è una resa dei conti”, prosegue Hrvoje Zovko allarmato.

Il presidente dell’HND non esclude di organizzare una manifestazione in sostegno ai colleghi di Novosti, perché “questo è solo l’inizio, il DP vuole disciplinare la comunità dei media croati e dettarci i temi di cui scrivere”.

Programma di governo

Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Andrej Plenković assicura di avere la situazione sotto controllo e che le concessioni fatte al Movimento patriottico non segneranno un cambio di rotta rispetto alle politiche portate avanti sinora.

«Vogliamo una Croazia di successo, vitale, giusta, sostenibile e sovrana», ha detto venerdì il premier davanti al parlamento croato, prima di snocciolare i punti principali del programma del nuovo esecutivo.

«Rafforzeremo la competitività, incoraggeremo l'innovazione e promuoveremo le esportazioni. Continueremo a far crescere il PIL croato», ha detto Plenković, ricordando che «la Croazia sta crescendo molto più velocemente della media UE».

Entro il 2028 il premier promette di portare lo stipendio medio netto a 1.600 euro mensili, di aumentare le pensioni del 30%, o ancora di garantire a tutti i bambini un posto negli asili pubblici e di investire pesantemente nella rete ferroviaria nazionale.

Per frenare il declino demografico del paese, saranno aumentati il bonus bebè e i termini del congedo parentale, mentre per ogni figlio nato le madri riceveranno un anno di servizio pensionistico.

I grandi temi ideologici su cui il Movimento patriottico ha fatto campagna non sono stati menzionati nel discorso introduttivo del premier e per questo gli analisti non si aspettano grandi cambiamenti, in particolare per quanto riguarda il posizionamento geopolitico della Croazia (che rimane pro-europea e pro-atlantica) e il rispetto dei diritti civili nel paese.

Nessun arretramento in vista, insomma, sui diritti delle donne e della comunità LGBT+. Tuttavia, il Movimento patriottico avrà ampi margini di manovra all’interno del nuovo ministero della Demografia, dal quale ci si aspettano politiche sulla famiglia e di sostegno alla natalità, così come all’interno del dicastero dell’Agricoltura.

In un momento in cui anche l’Unione europea sembra pronta a rinegoziare il Patto verde sotto le pressioni degli agricoltori, che succederà in Croazia dove il settore è gravemente in crisi e l’ultradestra è ora al timone?

Infine, al DP è andato anche l’importante ministero dell’Economia, sotto cui ricade anche l’Energia (ma non più lo Sviluppo sostenibile, passato al ministero dell’Ambiente).

A giudicare dal suo programma, il DP non propone cambiamenti rivoluzionari rispetto alla politica economica liberale portata avanti da Plenković.

Grande attenzione dovrà tuttavia essere posta sulla lotta alla corruzione (grande tema della campagna elettorale per le forze di opposizione) e sulla gestione dell’Energia, in particolare alla luce del fatto che il Movimento patriottico è considerato molto vicino all’imprenditore del gas Pavao Vujnovac, oggi l’uomo più ricco (e potente?) della Croazia. Le decisioni economiche, insomma, potrebbero non arrivare dai neoeletti deputati del DP.