Anto Kovacevic, dell'HKDU, ha pesantemente insultato in Parlamento la Presidente dell'HNS Vesna Pusic. Dure le reazioni di partiti e società civile.
Durante la seduta parlamentare nel pomeriggio di venerdì' 12 ottobre il presidente dell'HKDU (partito di denominazione democristiana che ha guadagnato alcuni posti nel Sabor - parlamento - croato solo grazie alla coalizzazione pre-elettorale con l'HSP) Anto Kovacevic ha offeso la presidente dell'HNS, Vesna Pusic, insultandola pesantemente sostenendo sia inadeguata a tutto eccetto quanto riguarda le questioni di letto. E' la prima volta che vengono utilizzate nel Sabor croato parole così irrispettose e violente nei confronti di una collega donna. Riemerge un atteggiamento maschilista di una certa area politica croata.
Il fatto ha ricevuto molto spazio sui quotidiani nei giorni successivi. Dure sono state le condanne alle affermazioni di Kovacevic. La prima a reagire è stata la federazione giovanile dell'HNS e subito hanno preso posizione anche molte organizzazioni non-governative che hanno affermato come le parole di Kovacevc siano da considerarsi non solo un'offesa alle donne ma a tutti i cittadini croati.
L'SDP ha proposto ai deputati dalla maggioranza governativa di boicottare gli interventi parlamentari di Kovacevic (Slobodna Dalmacija, 15.10). La proposta e' stata accolta e cosi' Kovacevic si ritroverà a prendere la parola davanti ai pochi deputati dell'HDZ e dell'HSP. Anche il coordinamento delle organizzazioni di veterani di Sinj ha dichiarato il proprio dissenso rispetto alle posizioni di Kovacevic (Jutarnji list, 18.10).
L'incidente ha avuto forti ripercussioni anche sul dibattito parlamentare in merito al ruolo croato nella guerra bosniaca. Il ministro per la ricostruzione e lo sviluppo, Radimir Cacic (vicepresidente dell'HNS), ha dichiarato infatti che il clima d'aggressione nei confronti di Vesna Pusic ha iniziato a montare negli ambienti nazionalisti quando la presidente dell'HNS, alcuni mesi fa in parlamento, ha denunciato la politica ed i crimini croati durante la guerra in Bosnia-Erzegovina.