Un'intervista a Claudio Martinotti, presidente del Gevam, curata dalla rivista on-line "La Gazzetta on-line".
La lingua del luogo, e una particolare ispirazione poetica, le hanno conferito il nome di Smaragdna Dolina, ossia Valle di Smeraldo. Si tratta della Valle della Una, fiume carsico di eccezionale bellezza che scorre dagli altopiani della Lika (regione interna della Croazia, alle spalle della costa dalmata) fino al bacino della Sava, nella quale confluisce a Jasenovac.
In totale circa duecento chilometri, in cui le acque fluviali segnano ripetutamente il confine e toccano le sponde della Croazia e della Bosnia. Inutile ricordare che la natura attorno al fiume è veramente incantevole, forse addirittura un po' stridente con la circostante realtà che porta ancora i pesanti segni del conflitto bellico nella ex Jugoslavia, conclusosi appena sette anni fa.
Ora, la Smaragdna Dolina è protagonista di un ambizioso progetto che mira alla costituzione di un parco naturale e all'avviamento di attività eco-compatibili nei Balcani. Il tutto attraverso un articolato programma di azioni che vedono la partecipazione dell'italiano Gruppo Gevam Onlus, in partnership con diverse organizzazioni locali, e l'impegno di un'associazione internazionale di recente costituzione: la "Rete di Smeraldo", fondata da autorevoli personalità ognuna specializzata in un particolare settore.
«L'origine di questo progetto è inconsueta spiega Claudio Martinotti, presidente della Gevam forse perché idealmente è partita dalla Costarica, dove nel '94 abbiamo convinto il Governo a proteggere l'ambiente anche attraverso l'incentivazione dell'ecoturismo. L'iniziativa ha portato ottimi risultati, basti pensare che l'anno scorso il Paese ha accolto circa 1 milione di turisti attirati proprio da questa forma di turismo. Volevamo fare qualcosa di simile in zone più vicine a noi, nel Mediterraneo».
Inizialmente, prosegue Martinotti, «avevamo individuato, come possibile campo d'azione, il Montenegro. Ma presto ci siamo trovati davanti ad una porta chiusa. Intanto si è diffusa la conoscenza del nostro impegno... e, ne sono convinto, quando un'idea è valida, si concretizza quasi da sé, da qualche parte. Il nostro interesse si è spostato in questa meravigliosa area dei Balcani, e abbiamo raccolto un incredibile riscontro. Devo ammetterlo, Internet ha fatto il 95% del lavoro. Senza la "rete" non avremmo trovato tutta la gente che sta lavorando al progetto».
Praticamente dalla sua nascita, il progetto si è subito esteso oltre l'ambito geografico del bacino della Una, coinvolgendo quello dell'affluente Sana, e più a nord-ovest la pianura alluvionale della Sava, nella zona del Lonjsko Polje. Quest'ultima è un'area umida tra le più belle e di maggiore valore ambientale in Europa, dichiarata parco naturale dallo stato croato qualche anno fa. E, come ci ha raccontato Martinotti, anche grazie ad Internet si è attivato un nutrito numero di collaborazioni con vari gruppi ambientalisti e giovanili dell'ex Jugoslavia che hanno aperto altre vie d'intervento su gran parte del territorio.
Per comprendere le motivazioni di tanto impegno basta approdare nei siti web, alcuni dei quali si trovano nei link in fondo a questo articolo. Diventa allora possibile effettuare una sorta di viaggio virtuale tra le meraviglie della Valle della Una. Nelle immagini presenti si ritrova un paesaggio incontaminato che, a tratti, può ricordare quella che doveva essere l'Italia nel '700, quando era definita il "Giardino d'Europa".
In questi territori si stanno inoltre elaborando ed avviando diversi progetti in rete. Prevedono tra il resto la creazione di un sito Internet e di un CD ROM, di alcuni ecovillaggi con antichi edifici di legno recuperati o ricostruiti fedelmente,di attività agrituristiche ed ecoturistiche a conduzione biologica, di corsi di educazione alla Terra e di tutela e vigilanza ambientale. Soprattutto, si sta cercando di creare un Parco Naturale Transnazionale il più esteso possibile.
Vedi anche: