Importante azione anti-corruzione all'ateneo di Zagabria. Tra i professori fermati anche il capo della Commissione parlamentare contro il conflitto d'interessi. Sanader esprime soddisfazione mentre Mesić teme si tratti dell'ennesima azione senza esiti concreti
In poche ore, giovedì 18 settembre, la polizia di Zagabria ha arrestato 24 professori di due facoltà dell'Università di Zagabria per sospetta corruzione. Insieme a loro la polizia ha fermato anche 14 intermediari, 17 studenti, 3 loro genitori, e tre impiegati della Facoltà di Economia e della Facoltà di Scienza dei Trasporti.
Tra i professori arrestati dalla polizia c'è anche una professoressa della Facoltà di Economia, Deša Mlikotin Tomić, che si trova a capo della Commissione parlamentare per la lotta al conflitto d'interessi. Questa commissione, composta da membri del Parlamento e personalità di spicco della vita pubblica, ha l'obiettivo di contrastare il conflitto d'interessi in cui spesso in Croazia sono coinvolte persone con importanti incarichi politici.
L'azione, dal nome in codice "Indeks" è stata la spettacolare conclusione di un'attività d'indagine durata diversi mesi, iniziata dopo diverse soffiate, molti articoli sui giornali e dichiarazioni di studenti su professori corrotti che richiedevano fino a 9.000 euro per l'iscrizione alla Facoltà, e tra i 400 e i 1.000 euro per poter superare un esame.
Il premier croato Sanader, avvertito costantemente dall'UE per l'insufficiente lavoro del suo paese nella lotta alla corruzione, si è piacevolmente congratulato con coloro che hanno preso parte all'operazione: "Fa parte della campagna anti-corruzione che portiamo avanti già da diversi anni, e tutto ciò che sta avvenendo rientra in questo piano".
Il presidente Stjepan Mesić, spesso in disaccordo con il premier riguardo alle valutazioni sullo stato del paese, ha affermato che anch'egli accoglie con soddisfazione la notizia, ma gli sarebbe interessata maggiormente l'azione in cui si catturano i pesci più grossi, quelli per cui la corruzione supera i 10.000 euro. A più riprese Mesić, tra l'altro, ha anche posto l'attenzione sull'acquisto poco trasparente dei camion militari ordinati dal ministero della Difesa, ma nonostante i suoi avvertimenti, questo caso non è ancora stato indagato.
L'operazione "Indeks", che dato il grande numero di professori arrestati ha mostrato la pericolosità della dilagante corruzione nelle facoltà, non ha particolarmente scosso l'opinione pubblica, se non per la sua ampia diffusione. Era noto che gli studenti comprano gli esami all'Università, che si iscrivono senza avere tutti i prerequisiti e, spesso, senza studiare possono comprare anche i diplomi.
In particolare è stata messa sotto cattiva luce la Facoltà di Scienza dei Trasporti, dove diversi generali croati si sono diplomati in direttissima, tra cui anche il generale Vladimir Zagorec, fuggito in Austria perché indagato per appropriazione indebita di una cospicua somma di denaro che era finalizzato all'acquisto d'armi. In soli tre giorni, Zagorec ha superato 4 esami e ottenuto il diploma!
Anche se l'operazione "Indeks" ha avuto grande eco sui mezzi d'informazione, gli analisti però avvertono che da questa azione non ci si dovrà aspettare troppo. Non molto tempo fa ci sono stati dei casi analoghi che hanno portato alla ribalta i successi della lotta alla corruzione. Come l'azione "Maestro", condotta a suo tempo, in cui sono state arrestate alcune persone con l'accusa di aver ricevuto e chiesto tangenti per i lavori di privatizzazione delle ex imprese statali. Così, su questa scia si è arrivati anche all'arresto di alcuni medici in diverse città, accusati di farsi pagare per rilasciare false diagnosi ai pazienti affinché questi potessero richiedere la pensione d'invalidità.
Tuttavia, tutte queste azioni col tempo si sono annacquate e quando ci si volge indietro al tempo in cui sono state condotte, si nota che sono avvenute prima delle elezioni o prima di alcune importanti decisioni dell'UE, come i rapporti stilati dalla Commissione europea sull'avanzamento della Croazia nei negoziati di adesione.
Nell'occasione del suo viaggio a Bruxelles della settimana scorsa, Sanader è stato avvertito riguardo a determinate condizioni che la Croazia deve soddisfare per poter aprire importanti capitoli dei negoziati con l'UE. In primis la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione. In novembre la Commissione europea pubblicherà il nuovo rapporto sull'avanzamento della Croazia, quindi è evidente, secondo gli analisti, che l'azione "Indeks" sia arrivata adesso per dimostrare la determinazione di Zagabria nella lotta anti-corruzione.
Ma per i pesci grossi non è mai il momento, anche se sarebbe proprio il desiderio di Bruxelles. A quanto pare questa azione Sanader non è in condizioni di farla, consapevole che una tale mossa potrebbe portare ai suoi più stretti collaboratori.
Per questa debole lotta alla corruzione sarebbe ingiusto accusare solo le autorità. Riguardo a questo problema onnipresente in Croazia, l'opposizione si comporta in modo altrettanto indifferente e disinteressato, quando invece, insistendo su questo punto, potrebbe approfittarne sul piano politico. Tutte le reazioni giunte dalle fila dell'opposizione, in seguito al fermo per tangenti della trentina di professori, si sono ridotte al cantar vittoria perché tra questi c'era anche la presidentessa della Commissione parlamentare per la lotta al conflitto d'interessi, arrivata a coprire tale ruolo grazie al partito del premier Sanader HDZ.
La migliore diagnosi su ciò che sarebbe potuto succedere anche adesso, con la recente azione nella lotta alla corruzione, è arrivata con la nota ironia del presidente Mesić. Quando i giornalisti gli hanno chiesto cosa ne pensava dell'arresto dei docenti, lui ha risposto spiritosamente che "è stata condotta magistralmente". Un sapiente gioco di parole, perché ha detto "magistralmente" alludendo alla precedente operazione anti-corruzione "Maestro", che a suo tempo aveva sollevato un polverone sui mezzi d'informazione e che oggi è caduta nel dimenticatoio.