Dopo averlo annunciato la destra croata è scesa in piazza a Zagabria. Secondo gli organizzatori sabato 20 erano 70.000 i manifestanti. Meno di 15.000 invece secondo le stime della polizia.
Annunciato da più di un mese si è svolto sabato 20 ottobre, in una piazza centrale di Zagabria, un comizio della destra croata. Non sono chiare le cifre riguardanti il numero dei partecipanti. Secondo il quotidiano Novi list erano in 15.000, secondo la polizia meno, secondo Jutarnji list 20.000. Per gli organizzatori hanno protestato almeno 70.000 persone. In ogni caso non si sono raggiunte le 100.000 presenze annunciate dal "Comitato per la difesa dei valori patriottici".La maggior parte dei dimostranti è arrivata a Zagabria grazie a 168 pullman provenienti dalla Dalmazia e dalla regione della Lika.
Tra le richieste dei dimostranti quelle di sospendere le ricerche sul latitante ed accusato di crimini di guerra Gotovina, di sospendere la collaborazione con il Tribunale dell'Aja, di bloccare gli arresti di veterani, di rinunciare ai licenziamenti tra le forze di polizia e nell'esercito ed infine di garantire i diritti sociali delle madri, dei lavoratori e dei disoccupati. Quindi una miscela di richieste patriottico-nazionaliste e contemporaneamente sociali.
Non erano naturalmente assenti le foto dello stesso Gotovina, di Norac, generale croato accusato di crimini di guerra e del sempre presente Tudjman. Veniva sventolata anche una bandiera ustascia della seconda guerra mondiale. Sono stati distribuiti 100.000 volantini con i nomi di coloro i quali venivano definiti quali «i nemici più pericolosi della Croazia». Tra loro il Primo Ministro Racan, il Presidente Mesic, Ivan Siber, Vesna Pusic, Zarko Puhovski, Predrag Matvejevic, la giornalista autrice di «Balkan Express» Slavenka Drakulic.
Secondo il Presidente del Sabor, parlamento croato, Zlatko Tomcic il comizio «è stato un fiasco totale» (Novi list, 21.10). Opinione condivisa dal Primo Ministro Racan che ha sottolineato come sia oramai evidente che la maggior parte della popolazione non accetti il linguaggio pregno d'odio che ha caratterizzato il comizio (Jutarnji list, 21.10). Si dichiara invece soddisfatto Mirko Condic e respinge le valutazioni di Tomcic.
Jelena Lovric su Novi list nota come il fiasco sia evidente ma questo non significa le tendenze di estrema destra della società croata siano da relegare al passato. Nota inoltre il legame tra questa tipologia d'estremismo definito «barabaro e vigliacco» con le condizioni sociali ed economiche attuali della Croazia.