Bandiere croata ed europea - © esfera/Shutterstock

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I cittadini croati tornano alle urne per le europee del 9 giugno, a poca distanza dalle politiche dello scorso 17 aprile. Secondo gli ultimi sondaggi, le nuove consultazioni non promettono sorprese importanti rispetto ai risultati delle parlamentari

30/05/2024 -  Giovanni Vale Zagabria

È passato poco più di un mese dalle elezioni legislative e gli elettori croati sono nuovamente chiamati alle urne, questa volta per eleggere i 12 deputati che li rappresenteranno al parlamento europeo. Si vota in un clima di campagna elettorale quasi permanente, con il nuovo governo che si è appena insediato (grazie al sostegno dell’estrema destra anti-serba) e con l’incognita di cosa succederà a fine anno in occasione del terzo voto, quello per l’elezione del capo di Stato (l’attuale presidente Zoran Milanović, dopo essersi invano candidato a premier, si presenterà nuovamente per succedere a se stesso?).

L’interesse per le questioni europee è dunque piuttosto basso. Come nota la televisione regionale N1 , in vista dell’imminente appuntamento elettorale alcuni partiti non hanno nemmeno modificato il proprio programma, ma propongono lo stesso testo con cui hanno partecipato alle legislative. Vediamo allora quali sono le forze in campo e cosa dicono gli ultimi sondaggi.

Un bis delle legislative?

Il primo partito croato è ancora una volta l’HDZ del Primo ministro Andrej Plenković, da poco riconfermato per la terza volta consecutiva alla guida del governo. Secondo un recente studio realizzato dall’agenzia Ipsos per la televisione Nova, se si votasse oggi l’HDZ otterrebbe il 28,5% delle preferenze (comunque meno del 34% circa realizzato alle legislative). La lista è guidata dallo stesso premier, un dettaglio che molti interpretano come la volontà di Plenković di lasciare la Croazia per proseguire la sua carriera politica a Bruxelles (è da anni però che la stampa croata avanza quest’ipotesi).

Lo slogan è “forte e importante”, declinato al femminile in riferimento alla Croazia, mentre il programma, strutturato in dieci punti, non si discosta molto da quello presentato alle legislative. Si va dallo sviluppo economico al posizionamento della Croazia come hub energetico in Europa, passando per il sostegno ai Balcani occidentali (e in particolare alla Bosnia Erzegovina) nel loro percorso di adesione all’UE.

In seconda posizione nei sondaggi c’è il Partito socialdemocratico (più partner minori) con il 17,8% delle preferenze. La formazione guidata da Pedja Grbin è reduce da una cocente sconfitta alle legislative, arrivata al termine di una campagna elettorale costellata di scelte politiche discutibili.

Lo ricordiamo: i socialdemocratici hanno voluto candidare a premier il capo di Stato Milanović senza esigere da quest’ultimo le dimissioni e in aperto contrasto con il parere della Corte costituzionale. L’elettorato non ha premiato l’azzardo e da allora Grbin si fa vedere meno nel dibattito pubblico.

In cima alla lista dell’SDP per le europee non c’è il leader di partito ma l’eurodeputata Biljana Borzan. Lo slogan è “lavoriamo per il popolo croato” e i temi forti sono quelli economici: dalla difesa di uno “standard di vita”, che in Croazia è peggiorato a causa dell’inflazione, alla lotta alla corruzione, rappresentata nel paese – secondo l’SDP – da Andrej Plenković e dal suo HDZ.

Sempre secondo il sondaggio Ipsos, il fronte ecologista e progressista Možemo! (Possiamo!) arriverebbe oggi in terza posizione con il 9,9%, in leggero aumento rispetto a quanto ottenuto alle legislative. Il programma in dieci punti menziona i giovani, la parità di genere, l’ecologia, ma anche la lotta alla povertà e l’opposizione all’estrema destra nella difesa dei valori democratici. Si propone ad esempio “che la tassa europea sugli extraprofitti diventi permanente e che, oltre alle imprese energetiche, venga applicata anche alle catene di distribuzione e alle banche”.

In quarta posizione arriva l’estrema destra con il Movimento patriottico (DP) con il 7,4%, in calo rispetto al risultato delle legislative. Molti elettori non hanno perdonato al movimento la decisione di allearsi con l’HDZ per arrivare al governo a Zagabria. In cima alla lista del DP c’è Ivan Penava, il leader del partito e sindaco di Vukovar, che fa campagna su nazionalismo e sovranismo. Il mantra, insomma, è riportare quanta più sovranità possibile dal livello europeo a quello nazionale. Infine, Most, un’altra formazione di destra, si assesta al 5,4%.

Il ritorno della noiosa politica croata

Secondo l’editorialista di Telegram Jasmin Klarić , è nell’interesse del premier Andrej Plenković che queste elezioni europee passino un po’ in sordina in Croazia e che si svolgano proprio come previsto dai sondaggi e descritto qui sopra. Tuttavia, nota Klarić, quando l’affluenza è bassa, gli scrutini diventano più imprevedibili e il 9 giugno potrebbe riservare qualche sorpresa. Nel 2019, ad esempio, nonostante l’annunciato vantaggio dell’HDZ sull’SDP, i due partiti si erano alla fine portati a casa lo stesso numero di deputati, 4 a testa. Potrebbe accadere di nuovo?

È difficile da dire, ma anche se fosse, le conseguenze a livello nazionale (per non parlare di quello europeo) non sarebbero degne di nota. Plenković è riuscito a schivare l’attacco dell’SDP e di Milanović alle legislative del 17 aprile e ora l’unica cosa che può mettere a repentaglio il suo governo è un’eventuale crisi nell’alleanza con l’estrema destra del Movimento patriottico. Per parafrasare un editoriale di Balkan Insight pubblicato alla viglia delle legislative croate, siamo tornati alla vecchia noiosa politica croata.

Un rapido sguardo d’insieme ai sondaggi e ai risultati delle legislative mostra infatti che i principali partiti di destra (HDZ, Domovinski Pokret, Most) raccolgono in Croazia tra il 42% e il 52% dei voti. Certo, l’affluenza che ci si aspetta alle europee sarà bassa, ma resta il fatto che la Croazia è in questo momento storico un paese conservatore, dove l’emigrazione dei giovani non fa che accentuare questi trend elettorali.

L’unica grande sorpresa che le europee possono portare è l’uscita di scena di Andrej Plenković, se davvero il premier dovesse accettare un nuovo incarico a Bruxelles e lasciare al suo destino la traballante alleanza tra l’HDZ e il Movimento patriottico. Ma per questo dovremo aspettare i risultati delle elezioni.