Zagabria

Protestano i rappresentanti delle minoranze nazionali per un processo elettorale organizzato in tutta fretta con fini propagandistici. In dieci anni le minoranze nazionali sono passate dal 20% al 7% della popolazione totale

26/05/2003 -  Anonymous User

Domenica scorsa i cittadini croati appartenenti a minoranze nazionali erano chiamati a partecipare alle elezioni per scegliere i membri del Consiglio Nazionale per le Minoranze e i rappresentanti delle minoranze nazionali nelle amministrazioni locali. La consultazione era prevista affinché le minoranze nazionali in Croazia potessero esercitare i diritti loro propri in base a apposita legge costituzionale.
In tutte le province, città e distretti dove una minoranza nazionale rappresenta più dell'1,5% della popolazione totale, questa minoranza ha il diritto di scegliere membri per il Consiglio delle Minoranze Nazionali. Nelle aree in cui questa percentuale è minore, ma significativa, le minoranze hanno comunque diritto a propri rappresentanti. Il ruolo di questi rappresentanti è quello di formare un comitato consultivo all'interno del governo locale, dove essere consultati su ogni questione che riguardi le minoranze.

Il numero dei votanti che hanno partecipato a queste elezioni è risultato essere molto basso. In parte, questo può essere stato determinato dal fatto che la preparazione di queste elezioni è stata fatta in grande fretta. Le comunità nazionali minoritarie, inoltre, non erano al corrente della importanza e dell'obiettivo di queste elezioni.
I Serbi di Croazia, la più numerosa delle 15 comunità che hanno partecipato alle elezioni, hanno risposto alla chiamata elettorale con solo il 4% dei propri membri. La mancanza di interesse è stata condivisa anche dalle comunità italiana ed austriaca: di loro, solo l'1% si è presentato al voto. Fra gli Ungheresi, Sloveni, Macedoni e Slovacchi di Croazia, circa il 10% ha preso parte al voto. Queste cifre rappresentano tuttavia ancora una stima, dato che i risultati ufficiali non sono ancora stati pubblicati.

Furio Radin, che rappresenta la comunità italiana al Parlamento croato, ha affermato che le elezioni delle minoranze sono state un fallimento totale. "Non c'era alcun bisogno per queste elezioni - ha dichiarato Radin. Né le minoranze nazionali interessate, né i cittadini croati, né la comunità internazionale le avevano richieste."
Andrija Kuric, presidente della comunità slovacca in Croazia, si è detto completamente in accordo con Radin. Secondo Kuric, la minoranza slovacca gode di una ottima cooperazione con i rappresentanti del governo locale e non è chiaro "perché c'era bisogno di tutto questo." Valutazioni dello stesso tenore sono pervenute dalle altre minoranze nazionali.

I costi delle elezioni sono stati piuttosto forti - intorno ai 22 milioni di kune (circa tre milioni di euri). Qualche giorno prima dell'evento, un membro del consiglio distrettuale elettorale ha dichiarato che: "Se tutti i soldi destinati alle elezioni dei rappresentanti delle minoranze fossero stati assegnati alle minoranze stesse, avrebbero pensato che un ubriaco gli stava firmando degli assegni".
In effetti, i costi delle elezioni sono stati più alti della somma totale di denaro destinata a tutte le minoranze nazionali da parte della Repubblica Croata. Questo è il motivo per il quale molti rappresentanti di minoranze sono furiosi, e ritengono che il paese abbia speso soldi inutilmente.

"Il fallimento delle elezioni dei rappresentanti del Consiglio Nazionale delle Minoranze ha creato una atmosfera di sfiducia tra le minoranze stesse e il governo - ha affermato Radin - e questa è davvero l'ultima cosa di cui avevamo bisogno."
Radin si è anche detto preoccupato del fatto che le minoranze nazionali in Croazia hanno visto dimezzare il numero dei propri membri tra il censimento del 1991, allorquando le minoranze rappresentavano il 20% della popolazione in Croazia, e quello del 2001, in base al quale questo numero è risultato essere il 7/8% della popolazione.

Secondo diversi osservatori il motivo principale per queste elezioni affrettate era costituito dal desiderio del governo di dimostrare alla Unione Europea, organizzazione della quale la Croazia vuole entrare a far parte, che il paese si prende cura delle proprie minoranze.
Le elezioni sembrano aver prodotto l'effetto contrario.