La Croazia continua a mantenere un regime di visti restrittivo per i cittadini serbi che vogliono entrare nel Paese. La Serbia si appresta a fare di conseguenza. Le ragioni e lo stato dei rapporti tra i due Paesi in questo articolo di Drago Hedl
Voci non ufficiali indicano che a partire dal mese di aprile i cittadini croati dovranno nuovamente sottoporsi a complicate procedure per ottenere il visto per la Serbia. Questo tipo di pratica era in vigore fino al primo giugno 2002 quando, a seguito di un accordo tra Zagabria e Belgrado, il regime restrittivo dei visti era stato alleggerito. I due governi avevano stabilito che, durante la stagione turistica, i cittadini di entrambi i Paesi avrebbero potuto attraversare il confine più facilmente. Ciò nonostante, Zagabria si era ritirata dall'accordo all'ultimo momento mentre Belgrado, in segno di buona volontà, aveva permesso ai cittadini croati di entrare in Serbia con la procedura semplificata. I Croati che volevano visitare la Serbia potevano ottenere il visto senza lunghe attese al confine.
Belgrado aveva poi annunciato che i visti turistici sarebbero stati prolungati fino alla fine di agosto 2002, ma questa scadenza è stata poi fatta slittare più volte. Ora il governo serbo sembra avere intenzione di tornare alla vecchia procedura, dal momento che Zagabria continua a non alleggerire le procedure, nonostante le intenzioni annunciate. Aleksandar Besarabic, console generale di Serbia e Montenegro a Vukovar, dichiara di non essere ancora in grado di confermare se la Serbia ha davvero intenzione di rendere più restrittivo il regime dei visti.
Il governo croato non ha mai spiegato pubblicamente perché l'anno scorso, all'ultimo momento, si è rifiutato di alleggerire il regime previsto per i cittadini della Serbia. E' più che evidente, tuttavia, che il governo del primo ministro Racan teme la potenziale reazione dei partiti croati di estrema destra, che si oppongono al ristabilimento di relazioni normali con la Serbia. Una seconda ragione è il timore di Zagabria di possibili incidenti che potrebbero avvenire nel caso in cui un grande numero di Serbi entrasse in Croazia durante la stagione turistica.
Quelli che si oppongono più strenuamente ad un restrittivo regime di visti tra i due Paesi sono gli uomini d'affari, impossibilitati a realizzare le proprie transazioni in maniera normale. Le relazioni economiche tra Zagabria e Belgrado sono notevolmente più sviluppate di quelle politiche. La Unione di Serbia e Montenegro è uno dei pochi Paesi rispetto ai quali la Croazia mantiene una bilancia dei pagamenti all'attivo. Dodici anni fa, quando Croazia e Serbia appartenevano ad un medesimo Paese, la Yugoslavia, i rapporti economici tra di loro erano parte di una estesa rete che ora si sta ricostruendo. In Serbia si possono oggi trovare molte merci prodotte in Croazia, ed è vero anche il contrario. In Croazia ad esempio si può acquistare la 'Yugo', una marca di automobile un tempo in voga, assemblata dalla Zastava di Kragujevac, ora con il nuovo nome di 'Tempo'.
I due Paesi recentemente hanno permesso la vendita di giornali serbi in Croazia e viceversa. Artisti croati spesso fanno spettacoli in Serbia, e i cantanti serbi riempiono le sale da concerto croate quando si esibiscono nel Paese. Nei cinema croati si possono vedere film serbi e recentemente, per la prima volta dalla guerra del 1991, le televisione croata ha mandato in onda un film serbo.
Un gran numero di cittadini serbi che fino al 1991 passavano le vacanze sulla costa adriatica vorrebbero nuovamente visitare le località balneari. Il regime restrittivo dei visti non glielo permette. I cittadini serbi si lamentano del fato che spesso devono aspettare fino a sei mesi per avere un visto dal consolato croato.
Si è discusso di visti durante la recente visita del ministro degli Esteri serbo, Goran Svilanovic, a Zagabria. Il pubblico, tuttavia, non è stato informato di eventuali progressi in questo campo. Di fatto, poco dopo questa visita è stato annunciato che c'è la possibilità che venga modificato il regime corrente in Serbia, più liberale rispetto a quello croato.
La Croazia mantiene politiche molto liberali con tutti i propri vicini eccetto la Serbia. I cittadini croati possono viaggiare liberamente in Ungheria, Slovenia e Italia, e presto anche in Bosnia Erzegovina, senza passaporto ma solo con le carte di identità.
La ragione per la restrittiva politica dei visti che sarà di nuovo introdotta dal mese di aprile in entrambi i Paesi risiede nell'atteggiamento di Zagabria. Con questo esempio, il governo Racan ha dimostrato ancora una volta la propria incapacità di prendere decisioni e di affrontare i possibili problemi che - forse - potrebbero derivare dall'arrivo di un grande numero di Serbi in Croazia.
Zagabria rifiuta ancora di capire che lo sviluppo di affari economici e la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi è impossibile fintanto che i loro cittadini dovranno aspettare diversi mesi per ottenere un visto per viaggiare dalla Serbia alla Croazia e viceversa.