Sesto cardinale nella storia della Chiesa della Croazia, Josip Bozanic, di Fiume, si distingue dall'orientamento della maggioranza dell'episcopato del proprio Paese.
La promozione dell'arcivescovo di Zagabria Josip Bozanic al titolo di cardinale, decretata da Papa Giovanni Paolo II domenica 28 settembre in Vaticano, rafforzerà considerevolmente il ruolo di Bozanic all'interno della Chiesa cattolica croata. Questa circostanza assume un particolare rilievo se si considera che il neo cardinale, diversamente dalla rilevante parte della Chiesa cattolica croata orientata a destra, sostiene gli sforzi del governo attuale per portare il Paese all'interno della Unione Europea.
Fino ad oggi, Bozanic era solamente un vescovo "primus inter pares". Il titolo recentemente acquisito gli consentirà di avere una importanza decisiva nella Chiesa cattolica in Croazia. Le azioni del cardinale sono state finora orientate ad un filo europeismo, fortemente sostenute dal Pontefice nel corso della sua terza visita in Croazia l'estate scorsa. Nonostante l'appoggio del Vaticano, alcuni vescovi, guidati dal vescovo di Split Marin Barisic e da quello di Sibenik Ante Ivas, hanno opposto una forte resistenza a tali tendenze, esprimendo il timore che un piccolo Paese come la Croazia perderebbe la propria identità nella grande famiglia delle nazioni europee.
Una parte dei leaders della Chiesa cattolica si oppone apertamente ad ogni collaborazione con il Tribunale dell'Aja, e alcuni membri del clero di grado inferiore hanno sostenuto fortemente le azioni della estrema destra. Si sono verificati anche eccessi di una certa gravità, quali la messa servita per il capo ustascia Ante Pavelic, cosa che non avrebbe potuto verificarsi senza l'approvazione silenziosa dei vescovi di destra. Come presidente della conferenza episcopale croata, Bozanic non è stato in grado di fare abbastanza per prevenire simili comportamenti da parte di alcuni membri della Chiesa cattolica.
Il grado di sostegno offerto dalla parte predominante della Chiesa cattolica alla destra croata, che non nascondeva le proprie ambizioni a rovesciare il governo eletto, può essere visto anche attraverso la lettera indirizzata al Papa dal presidente della Croazia Stjepan Mesic, socialdemocratico, all'inizio dell'estate del 2001. Il presidente era giunto a questa decisione inconsueta dopo che gli eccessi toccati da alcuni influenti vescovi e le loro dichiarazioni pubbliche avevano raggiunto il culmine. Tra questi, il più influente era il vescovo Juraj Jezerinac. Mesic scrisse al Papa di chiedere ai leaders della Chiesa cattolica in Croazia, che insieme alla estrema destra volevano rovesciare il governo democraticamente eletto, di calmarsi. Gli sforzi fatti dal governo socialdemocratico per processare criminali di guerra o inviarli al Tribunale dell'Aja furono interpretati dai leaders della Chiesa e dalla destra ultranazionalista come un delitto nazionale commesso da un governo traditore.
Diversamente dalla maggioranza dei vescovi, schierati apertamente a favore della destra, Bozanic non ha mai fatto dichiarazioni politiche. Nato nel 1949 in una povera famiglia di Rijeka (Fiume) e cresciuto nell'isola di Krk, in un ambiente che ha sempre considerato come un valore la tolleranza e la coabitazione con le altre nazioni, Bozanic ha sempre avversato gli eccessi nazionalistici praticati comunemente da una parte del clero croato.
"Sono convinto che questa nomina rappresenti un riconoscimento e una gioia per lei personalmente, ma anche per tutti i credenti in Croazia, e per il popolo croato in generale - ha dichiarato il presidente Mesic congratulandosi con il nuovo cardinale Bozanic. Il primo ministro Racan ha invece sottolineato nel suo discorso che la decisione del Pontefice "rappresenta un grande onore per la Croazia, ed un riconoscimento per gli sforzi e la dedizione prestata da Bozanic non solo per il benessere della Chiesa cattolica, ma della nostra intera comunità."
Il cardinale Bozanic, ordinato prete nel 1975 e vescovo dal 1997, è il sesto cardinale nella storia della Chiesa cattolica croata.