In Croazia è in atto una riforma del sistema scolastico. Che tocca anche le scuole delle minoranze. Gli esami di maturità debbono essere fatti nella propria lingua madre o in croato? Riceviamo e volentieri pubblichiamo

05/05/2006 -  Anonymous User

Di Giorgio di Giuseppe

Il presidente del parlamento europeo Josep Borrell in visita in questi giorni a Zagabria ha così affermato: "La Croazia senza la minima ombra di dubbio, sta tracciando una strada sicura che la porterà verso l'ingresso a tutti gli effetti nell'Unione europea. L'UE e la Croazia devono condividere un futuro comune".

Nonostante queste importanti parole di elogio ed incoraggiamento, alla Croazia rimangono ancora numerosi ostacoli da superare, prima di poter entrare a far parte a pieno titolo della grande famiglia europea. In questi ultimi giorni, gran parte dell'attenzione è rivolta a risolvere un problema rilevante: la riforma scolastica ed in particolare la riforma dell'esame di maturità sostenuto dagli studenti appartenenti alle minoranze linguistiche.

Il nuovo esame presenta meccanismi diversi dal passato e per alcuni è ancora un'incognita, per altri una rivoluzione necessaria che porterà il sistema educativo nazionale a livello di quello europeo.

La questione principale risiede nell'inserimento o meno dell'esame nella lingua materna, e non necessariamente in croato, accanto alla prova scritta in matematica e in lingua inglese. Va ricordato che una delle proposte avanzate da tutte le minoranze al ministero delle Scienze, dell'Istruzione e dello Sport, e alle altre strutture competenti è stata quella di introdurre anche in Croazia il cosiddetto "modello sloveno" che prevede che per lo studente sia materia d'esame obbligatoria la propria lingua madre.

Il 10 aprile la questione è stata dibattuta a livello nazionale. In quella data, secondo disposizioni del ministero delle Scienze, dell'Istruzione e dello Sport, tutti gli alunni delle prime classi delle scuole medie della Croazia avrebbero avuto il dovere di sostenere gli esami di lingua croata, inglese e di matematica.

Le scuole delle minoranze linguistiche avrebbero avuto anch'esse, come le altre, l'obbligo d'inviare al ministero competente le adesioni dei ragazzi che avrebbero dovuto sostenere gli esami di stato.

Ma il ministero delle Scienze, dell'Istruzione e dello Sport, non aveva preso in considerazione i diritti degli alunni delle minoranze non prevedendo per loro la possibilità di sostenere gli esami nella lingua madre. Non avendo avuto nessuna risposta in merito da parte del ministero, la minoranza italiana - attraverso le proprie istituzioni che si occupano di asili, medie e superiori - ha deciso a Rovigno di inviare al competente dicastero i nominativi dei ragazzi di prima media che avrebbero affrontato gli esami di matematica e di lingua inglese. Non di croato.

Secondo la disposizione del ministero delle Scienze, dell'Istruzione e dello Sport, gli alunni avrebbero dovuto affrontare anche quello in lingua croata, ma la Giunta Esecutiva dell'Unione Italiana è stata concorde nell'affermare che: "Ogni alunno ha il diritto ad essere esaminato nella propria lingua materna (in questo caso l'italiano, ndr). Gli insegnanti non si oppongono all'esame nazionale, ma tutti sono decisi a fare sì che il ministero approvi esami nella lingua madre, cioè il croato per le scuole della maggioranza, l'italiano per le scuole della Comunità nazionale italiana (CNI), l'ungherese per gli alunni delle scuole della minoranza ungherese e così via".

Questa presa di posizione ha avuto l'effetto di porre con forza la questione all'ordine del giorno del governo nazionale e di arrivare di conseguenza a raggiungere un accordo tra la delegazione della CNI e il sottosegretario all'istruzione del governo croato. All'incontro, svoltosi il 12 aprile scorso, hanno partecipato i responsabili del settore dell'educazione e istruzione della giunta esecutiva dell'Unione Italiana e Furio Radin, deputato della CNI al Sabor.

E' stato concordato tra le parti che gli alunni delle scuole medie superiori italiane potranno sostenere gli esami di lingua italiana come materia principale, oltre a quelli di lingua croata d'inglese e di matematica. "Ciò vuol dire che gli alunni affronteranno l'esame di lingua italiana il 2 maggio prossimo, mentre il 3, 4 e 5 accederanno ai rimanenti tre esami" ha rivelato Furio Radin, il quale ritiene molto positivo il risultato conseguito nell'incontro.

Nonostante l'accordo raggiunto, i commenti dei responsabili della scuola media superiore italiana di Fiume e dei genitori degli alunni che la frequentano sono stati negativi poiché, "la decisione di portare a quattro le materie d'esame discriminerebbe i nostri figli nei confronti dei ragazzi delle altre scuole croate".

Così, il 15 aprile, per venire incontro alle richieste della minoranza italiana, il segretario di stato presso il ministero delle Scienze, dell'Istruzione e dello Sport si è incontrato a Pola con il deputato del Sabor Furio Radin, il Presidente dell'UI Maurizio Tremul e con tutti i principali esponenti della CNI in un vertice riguardante l'educazione scolastica e l'esame di maturità. Al termine dell'incontro lo stesso Tremul ha così dichiarato: "Nell'incontro è emerso che nessuna delle scuole delle varie minoranze che vivono in Croazia si è vista approvare i programmi di studio sia per quel che riguarda le elementari, sia le medie . Il segretario di Stato ha invitato a spedire i programmi di studio, per ora solamente quelli che riguardano la lingua italiana, mentre in seguito verrà sottoposto a valutazione anche quel 30% di materie di studio con programmi specifici. Abbiamo chiesto inoltre che l'esame di lingua italiana sia valutato alla stregua di quello in lingua croata per uno studente che frequenta la scuola della maggioranza. Quest'anno partono in via sperimentale gli esami nazionali, che si svolgeranno agli inizi di maggio. Forse l'anno prossimo riusciremo ad ottenere l'esame di italiano al posto dell'esame in croato. La mia impressione personale è che l'esame di lingua croata per il governo sia imprescindibile, ma per noi è imprescindibile quello nella nostra lingua materna".