I 25 hanno detto no

Gioisce l'estrema destra, reazioni contrastanti della cittadinanza. Un'analisi della situazione in Croazia dopo che Bruxelles ha deciso il rinvio dei negoziati di adesione per la mancata collaborazione con il Tribunale dell'Aja. Lo scenario politico, le delicate prospettive per l'economia del Paese

23/03/2005 -  Drago Hedl Osijek

Fino all'ultimo momento, prima che arrivasse la notizia da Bruxelles, il 16 marzo, che l'avvio dei negoziati di adesione all'Unione Europea previsto per il giorno seguente era rimandato, il Primo Ministro Sanader aveva continuato a ripetere che i colloqui sarebbero iniziati come previsto. Il giorno dopo, di fronte al Parlamento croato, il suo irreale ottimismo ha assunto una forma più evanescente: cominceremo i negoziati molto presto.

Il fatto che le porte dell'Unione resteranno chiuse per Zagabria per un tempo indefinito a causa della inadeguata cooperazione con il Tribunale dell'Aja, e la valutazione della Procuratrice capo Carla del Ponte che il governo croato non ha fatto tutto il possibile per arrestare il generale latitante, non hanno creato uno choc nel Paese. I sondaggi rilevano che solo il 35% dei cittadini sono rimasti delusi dalla vicenda, mentre il 25% sono contenti del rinvio. Solo il 7% dei Croati ritiene che la ragione del ritardo sia la questione del generale fuggitivo Ante Gotovina, mentre il maggior capro espiatorio (27 per cento) sarebbe il governo croato, che non ha fatto tutto il possibile per convincere la UE del fatto che la Croazia collabora pienamente con l'Aja.

Il fatto però che il 56% dei cittadini sia contrario alla consegna del generale Gotovina, indipendentemente dalle conseguenze che questo potrebbe avere per il Paese, è un fattore che sicuramente il Primo Ministro Sanader dovrà tenere in considerazione nel programmare le prossime mosse. Il giorno dopo l'annuncio del rinvio nell'inizio dei negoziati, manifesti con l'immagine del generale Gotovina sono apparsi in tutta la Croazia, compresa la piazza centrale di Zagabria. L'estrema destra ha celebrato l'evento come una vittoria nazionale, confermando l'opinione di coloro che ritenevano che la Croazia avrebbe potuto intraprendere una radicale svolta a destra a causa della chiusura delle porte dell'Europa.

Il Primo Ministro Sanader ha ricevuto serie minacce, mentre il leader dell'opposizione, l'ex Primo Ministro Racan, è stato posto sotto speciale protezione della polizia, per le minacce che anche a lui erano state rivolte. La polizia non ha dichiarato da dove venissero gli avvertimenti, ma molti citano il fratello di Gotovina, Boro, che aveva detto che "i persecutori di mio fratello e i loro figli non potranno dormire in pace." Boro Gotovina, fratello minore del generale latitante, ha reso queste dichiarazioni ad un giornale di destra di Zara, minacciando tutti quelli che avrebbero toccato "la spina dorsale della famiglia" che, secondo lui, è lo stesso Ante Gotovina.

Solo un giorno dopo che Bruxelles aveva rimandato l'avvio dei negoziati con Zagabria, il Partito Croato dei Diritti (HSP) ha richiesto elezioni anticipate se i negoziati con l'UE non cominceranno entro giugno. Il partito ritiene che il governo Sanader "in questa forma e con la sua corrente pratica politica" non rappresenta più una garanzia per guidare con successo il Paese. L'HSP, che sullo spettro politico è più a destra dell'HDZ (Unione Democratica Croata, ndt) e che fino a poco fa sosteneva il movimento ustasha (i Croati filo nazisti della seconda guerra mondiale), ora spera di poter attrarre nuove persone dello stesso orientamento tra i delusi dell'HDZ.

Gli osservatori politici che avevano segnalato il fatto che la Croazia, a causa del rinvio dei negoziati, avrebbe potuto entrare in acque agitate, già confermano che la propria diagnosi era corretta, ed è confermata dalle prime manifestazioni. Ci sono però anche coloro che, come Davor Gjenero, ritengono che - se il rinvio durerà a lungo - i cambiamenti avverranno all'interno dell'HDZ, il partito che il Primo Ministro Sanader voleva trasformare in un moderno partito europeo di destra.

"Se il rinvio nell'apertura dei negoziati durerà per un certo tempo, l'HDZ ritornerà alle proprie radici e agirà come un partito conservatore pro-Europa, ma si esprimerà piuttosto in quanto movimento nazionalista e populista" - afferma Gjenero. La sua analisi è che sarà probabilmente lo stesso HDZ, e non altri, a divenire nuovamente il punto di contatto di tutte le forze di destra, compresa la destra estrema. Gjenero non teme l'instabilità politica, ma è convinto che questa potrebbe inficiare il dialogo istituzionale sulle riforme da applicare quando il processo dei negoziati alla fine avrà inizio. "Emergerà - sostiene Gjenero - che l'HDZ non è pronto per tali trasformazioni".

Gli economisti, tuttavia, non sono convinti del fatto che la Croazia, e in particolare la sua economia, potrebbe sopportare un lungo rinvio nell'avvio dei negoziati per l'adesione alla UE. Non ci dovrebbero essere problemi se il rinvio sarà solamente di alcuni mesi. Anche la nota agenzia internazionale Standard e Poor's, che definisce il rating di ogni Paese, per ora afferma che il rinvio nei negoziati non avrà conseguenze drammatiche sui crediti che la Croazia attende. Ma cosa succederà nel caso in cui questo rinvio dovesse continuare a lungo?

L'analista economico Milan Gavrilovic ritiene che la Croazia abbia chiuso l'anno trascorso con più di 30 miliardi di dollari di debito estero, e che l'economia croata avrà bisogno di circa 6 miliardi di dollari di nuovo credito all'anno per poter continuare a funzionare. Malgrado la maggior parte del flusso finanziario sia utilizzato per ripagare i debiti pregressi, una parte viene utilizzata per altre finalità.

Gavrilovic pensa che l'arresto o la diminuzione del flusso finanziario potrebbe portare la Croazia in una situazione difficile, come quella in cui versava il Paese alla fine del governo Tudjman, quando il credito dall'estero non arrivava più a Zagabria per ragioni politiche. Un quadro simile, secondo Gavrilovic, potrebbe condurre ad un enorme disordine finanziario, dove nessuno restituisce i debiti a nessuno.

"Il Paese deve ripagare i propri debiti, e allo stesso tempo non può smettere di spendere da un giorno all'altro. Continuerà a spendere oltre, ma non pagherà i debiti. E se il Paese non ripaga, anche quelli che stanno aspettando denaro non saranno in grado di pagare. Il governo dell'ex Primo Ministro Racan era riuscito a fermare tali problemi, ma per farlo aveva aumentato il debito estero, per nascondere la scarsità di denaro. Il governo Sanader funziona sulla base dello stesso principio, ma questo non sarà possibile oltre, se si arresta il flusso finanziario dall'estero", ammonisce Gavrilovic.

Tutti concordano almeno su di un fatto: un rinvio di breve termine non dovrebbe rappresentare un problema enorme, ma se durerà a lungo Zagabria potrebbe trovarsi ad affrontare problemi dalle potenziali conseguenze di lungo periodo e fatali per il futuro europeo del Paese.