Muore in un incidente stradale il regista del documentario "Operazione tempesta" sui crimini commessi dall'esercito croato nelle Krajine. Sembra accertato non si tratti di omicidio ma i dubbi restano.
Agli inizi di ottobre, la prima rete nazionale croata aveva trasmesso un film documentario di Bozo Knezevic sulle stragi subite dalla popolazione civile serba in seguito all'azione militare "Tempesta" del 1995 grazie alla quale Tudjman riprese possesso della regione delle Krajne. Molte ed accese furono le polemiche e le reazioni in un Paese dove le riflessioni su cosa è accaduto negli anni di guerra sono ancora solo accennate.
Ed è anche in questo contesto che sorgono dei sospetti sulla morte di Bozo Knezevic, avvenuta due settimane fa, in un incidente stradale sulla strada costiera montenegrina. I quotidiani del 10 novembre scorso riportano che il regista è stato sepolto nel cimitero di Mirogoj a Zagabria ma nonostante un'inchiesta molto minuziosa restano alcuni dubbi.
Tra quelli che li hanno espressi anche il produttore del film, Nenad Puhovski, vittima di frequenti minacce telefoniche alcune delle quali legate al recente e tragico incidente ("Il porco serbo e' stato ucciso, tu sarai il prossimo"). Puhovski ha dichiarato a Novi list (12.11) che a suo avviso le strutture dell'ex-regime stanno attuando una pesante offensiva e che si intensificano le esortazioni a liquidare fisicamente le persone che la pensano in modo differente. La presidente dell'associazione letteraria PEN, Sibila Petlevski, ha lanciato un appello al pubblico croato chiedendo un impegno contro l'indifferenza nei riguardi di queste minacce ed ha insistito sul fatto che la passivita' rappresenta un viatico sicuro verso il buio medioevale (Novi list, 12.11).