Zvjezdana Amić (a destra) e Rada Udurović. Al centro il sindaco di Podgorač, Goran Đanić

Un programma del governo croato, sostenuto da Banca Mondiale e Open Society, promuove l'inserimento lavorativo dei rom. Un'opportunità concreta per un popolo ai margini del sistema scolastico e lavorativo, discriminato dai media, ma non dalla società croata

06/07/2006 -  Drago Hedl Osijek

Zvjezdana Amić (27) e Rada Udurović (23), due donne rom di Podgorač, villaggio nel nord est della Croazia a trenta chilometri da Osijek, hanno ottenuto il primo lavoro della loro vita all'inizio di luglio. Insieme ad altri connazionali saranno impegnate in lavori pubblici: sistemazione di giardini, cimiteri, canali e, durante l'inverno, pulizia delle strade dalla neve. Per questo saranno pagate 1.800 kune al mese (circa 250 euro), il che è molto più dell'aiuto sociale di 320 kune (circa 45 euro) con il quale hanno vissuto fino ad oggi. Il lavoro gli è stato dato grazie al programma del governo croato "Decennio per i rom 2005-2015".

Si tratta di un'iniziativa avviata dalla Banca Mondiale e dalla fondazione Open Society, accolta dal governo croato, che si articola in un programma nazionale per i rom. L'obiettivo è quello di favorire la soluzione dei problemi incontrati da questa minoranza nei settori dell'educazione, della salute, dell'occupazione e in campo abitativo. Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia e Montenegro, Macedonia, Bulgaria, Romania e Ungheria stanno già portando avanti con successo un programma simile. Nei prossimi dieci anni, per tutti i paesi coinvolti in questo progetto, verranno trasferiti in totale 30 milioni di euro. Ad oggi, la Banca Mondiale ha già dato un milione di euro.

"I rom vivono da decenni nel nostro piccolo comune di Podgorač, che comprende nove villaggi con 3.300 abitanti in tutto. E' difficile stimare con precisione il loro numero perchè solo una piccola parte di loro si dichiara rom, mentre gli altri per lo più si definiscono croati", ci dice il sindaco, Goran Đanić. "Per quanto non ci sia nessuna discriminazione nei loro confronti, di fatto la loro vita è difficile, e soprattutto non è facile trovare un lavoro. Per questo motivo abbiamo accolto il programma "Decennio per i rom" e abbiamo spiegato le possibilità che questo programma offre. Venti di loro, che rientravano nelle condizioni, sono stati invitati per un colloquio in comune. Hanno risposto in quindici. Cinque hanno subito accettato un lavoro, e in seguito se ne sono aggiunti altri due".

Zvjezdana Amić dice di aver accettato il lavoro perchè crede che con il denaro che guadagnerà sarà più facile vivere. Ha un piano: costruirà una stanza in più, solo per lei, nella casa in cui vive con la madre. Si comprerà anche un televisore e l'arredamento. "Andrà bene se ci pagheranno quello che dicono. Adesso, dopo che sono stata chiamata al lavoro, hanno cominciato ad informarsi anche altri", ci dice questa ragazza rom di 27 anni che ancora non ha una sua famiglia.

Anche Rada Udurović è stata chiamata a lavorare. La sua salute è cagionevole, ma non tanto da non poter lavorare. Lei spenderà una parte dei propri guadagni per le medicine ma, dal momento che potrà godere anche dell'assicurazione sociale, potrà permettersi di avere più attenzione in generale per la salute. Anche lei, come Zvjezdana Amić, si costruirà una stanza solo per sé, e fantastica anche di un proprio televisore.

Il programma prevede l'impiego in lavori pubblici fino alla fine di novembre, dopo di che i rom riceverebbero tre mensilità di indennizzo dall'ufficio di Collocamento, per poi ricominciare a lavorare nel marzo dell'anno successivo.

"Forse non sono neppure consapevoli di quanto il lavoro che hanno ottenuto potrà cambiare la loro vita", sostiene il sindaco del comune di Podgorač, Goran Đanić. "All'inizio hanno accolto con molto scetticismo il nostro invito, perchè nessuno ha mai offerto un lavoro ai rom. Tuttavia, quando gli abbiamo spiegato cosa questo significa per loro, hanno cominciato a mostrare interesse. Ritengo che questo interesse crescerà ancor di più quando vedranno cosa questo significa per i propri connazionali che hanno accettato il lavoro.

In Croazia, in base all'ultimo censimento della popolazione, ci sono 9.463 rom. Secondo le stime del Consiglio d'Europa, tuttavia, il loro numero sarebbe in realtà tra i 30 e i 40.000. Una grande maggioranza di loro, infatti, preferisce non dichiararsi come rom, nel timore di rendere in questo modo più difficile la ricerca di lavoro o di dover vedere i propri figli discriminati a scuola. La popolazione rom in Croazia si scontra con molti problemi. I principali sono quelli legati alla cittadinanza e alla (dis)occupazione. I rom che vorrebbero lavorare non possono trovare impiego se non hanno la cittadinanza, mentre i loro figli non possono andare a scuola e non hanno diritto alla previdenza e assistenza sociale. I rom hanno inoltre una pessima immagine presso l'opinione pubblica. Di questo sono in parte responsabili i media, che parlano di questo popolo solamente nelle notizie di cronaca nera, quando accade qualcosa di negativo.

Circa 5.500 bambini e ragazzi rom di età compresa tra gli 8 e i 20 anni non sono inclusi nel sistema scolastico della Croazia, e questa situazione potrebbe essere modificata solo attraverso una discriminazione positiva e l'iscrizione di studenti rom nella scuola superiore e in università. Nella capitale della Croazia, Zagreb, la scuola dell'obbligo accoglie solo 560 rom, mentre 1.250 di loro non sono inclusi nel sistema scolastico. Nelle scuole superiori della stessa città sono iscritti solo 20 rom, mentre nelle università di Zagreb ci sono solamente due studenti di nazionalità rom.

Attraverso l'impiego dei rom, in Croazia non si vuole solamente aumentare il loro livello di vita, ma anche cambiare la percezione che dei rom ha l'opinione pubblica, sfavorevole e fondata su pregiudizi. La società croata, per la verità, ha anche mostrato una certa maturità sulla questione. Lo scorso anno, infatti, è stato proprio un giovane rom croato, Hamdija Seferović, a vincere il popolarissimo reality show televisivo "Grande fratello". Si è trattato di un vero e proprio piccolo colpo di scena perchè Hamdija, un ragazzo senza istruzione scolastica nè altre qualificazioni, con la sua intelligenza spontanea e charme ha conquistato la simpatia dei telespettatori che, tra i 20 partecipanti al reality show, hanno fatto vincere lui.

Questo episodio ha mostrato che la società croata non è xenofoba o intollerante nei confronti dei rom, come si potrebbe concludere basandosi sugli attacchi condotti nei loro confronti dai media. Per questo il programma governativo "Decennio per i rom 2005-2015", che ha come obiettivo quello di fornire un impiego al maggior numero possibile di rom, e che è stato avviato a Podgorač e in altri comuni che hanno una forte percentuale di popolazione rom, potrebbe contribuire significativamente ad una maggior integrazione di questa minoranza nella società.