Sono ancora lontane le elezioni per il nuovo presidente della Croazia, tuttavia tanto i sondaggi che gli analisti politici concordano sulla sicura vittoria del presidente in carica Stjepan Mesić. Nessun partito ha un candidato che potrebbe batterlo
Fra circa un centinaio di giorni la Croazia eleggerà il suo presidente, ma i risultati - secondo i sondaggi sull'opinione pubblica - sono già noti. L'attuale Presidente della Repubblica, Stjepan Mesić sarà il sicuro vincitore delle elezioni di dicembre, certezza data da tutti i sondaggi che prevedono la sua vittoria già al primo turno. Semplicemente, Mesić non ha alcun serio rivale. Il partito del Primo ministro Ivo Sanader, l'Unione democratica croata (HDZ), tornato al potere lo scorso anno durante le elezioni di novembre, non ha qualcuno tra le proprie file che potrebbe contrastare la vittoria di Mesić.
Secondo i sondaggi, Jadranka Kosor, vice premier di Governo e seconda persona per importanza nel partito di Ivo Sanader, che per lungo tempo è stata considerata il candidato non ufficiale della HDZ per le elezioni presidenziali di quest'anno, riceverebbe non più del 30% dei voti, mentre la percentuale di consensi a favore di Mesić sarebbe superiore al 60%. La HDZ ha quindi deciso di condurre un sondaggio segreto con l'intento di sapere quale candidato dei più importanti partiti potrebbe avere qualche possibilità di battere Mesić. L'esito di questo sondaggio non è ancora noto, anche se non è difficile immaginarne la natura. In una sua recente intervista per il quotidiano di Zagabria "Junarnji list", Vladimir Šeks, presidente del parlamento croato e per parecchio tempo "uomo forte" della HDZ, ha ammesso che l'HDZ probabilmente non avrà un suo candidato. Sembra che nessuno abbia una qualche possibilità reale contro Mesić.
Secondo gli analisti politici, la sconfitta del candidato della HDZ per le presidenziali costituirebbe un colpo più duro che la ammissione che nessuno nel partito è in grado di minacciare seriamente la vincita di Mesić. Consapevole del fatto che Mesić sarà il sicuro vincitore delle elezioni, la HDZ cerca ora di ridurre il peso delle funzioni presidenziali, comportandosi come se la funzione del presidente non fosse qualcosa di veramente importante. La realtà, ovviamente, è diversa. Sarebbe veramente importante per Sanader avere un suo uomo a Pantovčak, dove risiede l'ufficio del Presidente della Croazia. Il primo ministro, però, sa che non ci sono tali uomini nel suo partito.
L'insistere sul candidato alla presidenza, richiesto da una parte del partito di Sanader, e la sicura sconfitta che potrebbe subire, potrebbero seriamente disturbare la posizione della HDZ e per ben due motivi. L'esile supporto che il Governo Sanader gode al Parlamento potrebbe indebolirsi ulteriormente, e potrebbe persino riflettersi negativamente sulle elezioni locali croate previste per il maggio 2005. L'HDZ non può accettare una cosa di questo genere, e il partito sta iniziando a credere che sia meglio presentarsi senza un candidato piuttosto che farsi battere da Mesić.
Sembra che ci sia solo una possibilità per l'HDZ per compromettere Mesić alle prossime elezioni. Questa opzione vede la candidatura dello stesso Sanader e la rinuncia alla funzione di Primo Ministro a favore di qualcuno che non faccia perdere troppo la popolarità di Sanader tra i cittadini croati, ma il rischio connesso alla sua candidatura è troppo alto. Per primo non è così sicuro che Sanader possa sconfiggere Mesić; secondo, non ci sono individui adeguati per poter rilevare la funziona che Sanader lascerebbe; terzo, la funzione di Primo Ministro, a differenza di quella del Presidente, gode di maggior potere. Quarto, non meno importante: Sanader è un uomo relativamente giovane e in cinque anni, quando Mesić avrà terminato il suo secondo mandato (la Costituzione croata non ammette tre mandati), potrebbe essere il candidato per la Presidenza della Repubblica. Specialmente se a quel tempo sarà riuscito nel suo intento di portare la Croazia dentro l'Unione europea.
Anche se durante il suo primo mandato Mesić non è stato in grado di fare alcuna mossa significativa, tenendo presente la riduzione dei poteri, tagliati dal Parlamento all'inizio del suo primo mandato, ha fatto in modo di ottenere diversi e importanti risultati. Il più importante è stato di contenere la funzione del presidente entro i suoi limiti, una cosa che il suo predecessore Franjo Tuđman aveva mancato di fare. Mesić non ha avuto aspirazioni a comportarsi in modo autoritario, cosa che era stata adottata duramente da Tuđman, il quale è stato in alcune fasi del suo regime un vero dittatore.
Mesić ha rifiutato tutte le cose che Tuđman considerava importanti: le apparizioni in pompa, l'eccessiva sicurezza, il blocco delle strade ad ogni suo passaggio, la guardia onoraria di fronte alla porta di casa, il lusso e la stravaganza, e un'esagerazione in senso lato. Mesić ha cercato di porsi come un cittadino comune che assume la funzione di Presidente della Repubblica come una circostanza, rifiutando tutte le celebrazioni in pompa, quali furono adottate da Tuđman.
Durante il suo primo mandato, Mesić ha fatto alcune mosse importanti, nel definire chiaramente il rapporto con il TPI, nella normalizzazione delle relazioni con la Serbia e Montenegro, e rinunciando a tutte le pretese territoriali nei confronti della vicina Bosnia ed Erzegovina. Ha avuto la forza - cosa non facile nel periodo post Tuđman - di dire che anche i Croati hanno commesso crimini di guerra, e che per tutti quelli di cui è possibile fornire la prova del loro coinvolgimento dovrebbe essere assunta la responsabilità per le loro azioni. Egli stesso ha testimoniato al TPI, e crede che ogni Croato a cui è stato chiesto di presentarsi al Tribunale dell'Aia dovrebbe fare allo stesso modo. Durante la sua visita a Belgrado si è scusato per i crimini commessi dai Croati, gesto che fu condannato da molti, in particolare dalla HDZ di Sanader al tempo all'opposizione. Durante il suo soggiorno in Bosnia, Mesić ha dichiarato chiaramente che la Croazia riconosce la sovranità di questo Paese, cosa che Tuđman, nei suoi sogni sull'annessione di una parte della Bosnia Erzegovina alla Croazia, non avrebbe mai fatto.
Tutte queste azioni, che al tempo in cui sono state prese erano del tutto impopolari, stanno formando in questo momento l'ideologia dominante della politica croata. Molte delle mosse di Mesić vengono fatte oggi anche dal Primo Ministro Ivo Sanader, il quale è consapevole del fatto che una continuazione della politica di Tuđman non porterebbe mai la Croazia nell'Unione europea.
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