Ferme reazioni e dura condanna sulle colonne del Feral Tribune a seguito delle minacce di morte ricevute da Drago Hedl, vice caporedattore del settimanale di Spalato e corrispondente dell'Osservatorio sui Balcani. La traduzione del comunicato della redazione del Feral e l'editoriale della caporedattrice Heni Erceg

12/12/2005 -  Anonymous User

Messaggio di un miserabile

La redazione del Feral Tribune, 9 dicembre 2005 (tit. orig. Poruka bijednika)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

Drago Hedl, redattore del Feral Tribune, è stato minacciato di morte per i suoi articoli sulle torture e gli assassini di civili serbi a Osijek nel 1991. Martedì 6 dicembre, nella sua cassetta della posta, Hedl ha trovato una lettera con un messaggio composto con lettere ritagliate da un giornale, dove si affermava: "Ammazzeremo te e il tuo Levar". Anche l'indirizzo sulla busta era ricavato da lettere ritagliate da titoli di giornali, e stando al timbro postale la lettera di minaccia è stata spedita il 5 dicembre dalla città di Osijek.

La redazione del Feral Tribune, che ha preso questo messaggio di minaccia in modo estremamente serio, ha informato la polizia e la procura di stato, chiedendo protezione per il suo redattore, e una urgente ed energica indagine. In questo modo invitiamo le organizzazioni giornalistiche internazionali e locali, gli organi competenti del governo, e le istituzioni e le associazioni che si occupano del funzionamento del sistema democratico, ad impegnarsi nella difesa dei diritti dei giornalisti a svolgere un lavoro libero e ad alzare la loro voce contro l'atmosfera di paura e di linciaggio che già da diverso tempo, sotto il patronato degli sceriffi politici locali, regna a Osijek.

Già nel luglio di questo anno, Drago Hedl ha pubblicato sul Feral Tribune la testimonianza di Krunoslav Fehir, ex membro del cosiddetto battaglione di Branimir di Osijek, che come partecipante indiretto incolpava Branimir Glavas - ex capo del Segretariato per la difesa popolare e attuale potente politico di Osijek - per gli arresti e le brutali torture di civili serbi, e per aver ordinato l'uccisione di uno di loro. Dopo di che è iniziata una campagna mai vista contro Hedl e altri giornalisti che hanno scritto di questo, e velocemente è stata scoperta anche l'identità di Krunoslav Fehir (chiamato dall'autore della lettera di minaccia "il tuo Levar"). Lo stesso Branimir Glavas più volte ha minacciato pubblicamente i giornalisti "che si atteggiano da nemici", facendo uso di diffamazioni e offese di bassissimo livello.

Recentemente alla caccia si è aggregato anche il sindaco di Osijek Anto Djapic, che durante una conferenza stampa - tenendo davanti a se il Feral e lo Jutarnji list - ha accusato i giornalisti di pubblicare "le peggiori menzogne" e "totali invenzioni" su Branimir Glavas, e di scrivere "in modo estremamente anti-croato". Djapic, in quel frangente, ha rivelato i nomi di una ventina di persone che a suo avviso hanno testimoniato nel caso di Fred Margus, arrestato col sospetto di aver ucciso alcuni civili serbi, e la televisione della Slavonia leale a Glavas ha trasmesso questo elenco addirittura quattro volte. Alcuni dei testimoni dopo il primo linciaggio pubblico, spaventati per la propria incolumità, hanno rifiutato un'ulteriore collaborazione con la polizia. Contemporaneamente, gli organi competenti dello Stato non hanno reagito in alcun modo a causa dello scandaloso ostruzionismo all'indagine da parte di Djapic.

Come conseguenza di questi messaggi politici, giunge la minaccia di morte al redattore del Feral.

È giunta l'ora che il governo croato interrompa questo vergognoso governare privo di legge e questa atmosfera d'isteria politica che sta prendendo piede a Osijek, e protegga non solo i giornalisti che in modo tenace resistono nel loro lavoro e contribuiscoon a svelare la verità, ma anche i numerosi testimoni inclusi nell'indagine sui crimini del 1991. In caso contrario, la violenza e il crimine verranno legittimati come forma "ufficiale" dell'azione politica. In caso contrario, verranno appoggiati coloro i quali anche 14 anni fa, con conseguenze sanguinose, godevano di privilegi e di "piena libertà".

Minaccia

Di Heni Erceg, Feral Tribune, 9 dicembre 2005 (tit. orig. Prijetnja)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani di Ivana Telebak

Heni Erceg

Di questi tempi nessuno di noi è proprio contento di ciò che contiene la cassetta della posta, sapendo che dentro stanno in agguato solo bollette, avvisi, minacce di tutte quelle aziende dell'elettricità, del gas ... ma in questo infelice Paese vi sono sorprese anche peggiori e più pericolose. Così il nostro redattore e giornalista di Osijek, Drago Hedl ha trovato nella casetta della posta una minaccia di morte, più esattamente il seguente messaggio: "Ammazzeremo te e il tuo Levar". Non è difficile immaginare una nullità che, coi guanti sulle mani, prende le forbici e un vecchio giornale, poi con molta cautela ritaglia le lettere, le incolla sulla carta, e nel farlo gode, sapendo che tipo di reazione susciterà nella persona che riceverà il suo malaugurato lavoro. Per la testa gli passano i ricordi di tutta la "bellezza" di quell'esplosione in cui, a suo tempo, fu smembrato a pezzi Milan Levar, il testimone di Gospic contro i criminali del luogo, poi va alla posta, spedisce il suo messaggio e allora probabilmente fa sapere al suo datore di lavoro che il compito è stato compiuto. E siccome si tratta del giornalista del Feral Drago Hedl, che già questa estate aveva pubblicato la confessione del principale testimone contro Branimir Glavas, confermando i vecchi sospetti che Glavas fosse immischiato in una serie di omicidi di serbi di Osijek nel 1991, non è difficile supporre chi potrebbe essere il committente di questa terribile spedizione, insolita persino per l'ambiente croato.

Il capo procuratore di Stato ha reagito al mio appello in modo professionale, ha informato subito il capo della polizia di Osijek, e questo ha promesso al nostro redattore un'indagine accurata, una sorveglianza costante della sua automobile, una pattuglia della polizia...

Bello! E professionale! Se solo non ci fossero tutte le nostre esperienze avute fino ad ora di chi ha ricevuto cattive notizie, che di regola - e si trattava sempre dello stesso gruppetto di giornalisti persistenti nella decisione di svelare i criminali di guerra nelle proprie città - in questo o in altro modo subivano disgrazie mentre i sospetti per i pesanti crimini di guerra ancora oggi sono in libertà, e oltretutto ancora potenti e intoccabili. Spesso pure ricoprono alte cariche politiche. Perciò pur lodando la reazione professionale del procuratore di Stato a seguito della minaccia di morte al giornalista - grazie al quale si è arrivati alla più seria indagine sui crimini di guerra a Osijek - la vera domanda è come mai nemmeno a distanza di sei mesi da quando Krunoslav Fehir, per il Feral, ha rilasciato testimonianza sul conto di Glavas come colui il quale ha ordinato l'omicidio dei serbi di Osijek, quest'indagine non è nemmeno prossima alla fine, anzi, secondo le nostre informazioni, Branimir Glavas non è nemmeno stato ascoltato e, figuriamoci, accusato, e secondo la nostra esperienza, sarà ben difficile che vederlo in un'aula di tribunale.

La minaccia di morte al giornalista del Feral parla invece di un disordine molto più profondo di questa società, il cui governo si lava e si pettina solo quando deve uscire oltre frontiera. Per metà si tratta di quella stessa classe politica - se non anche peggiore - del periodo di Franjo Tudjman.

Come è dunque possibile che i cosiddetti organi di governo non reagiscano quando qualcosa che risponde al nome di Anto Djapic, in qualità di funzionario del governo, pubblicamente fa i nomi di addirittura una ventina di persone che hanno avuto il coraggio di testimoniare nel caso di Fred Margus, arrestato per il sospetto di aver ucciso alcuni civili serbi? Dopo di questo alcuni di loro, giustamente impauriti per la propria incolumità, hanno rifiutato di proseguire la propria collaborazione con la polizia. Come è possibile che questi cosiddetti organi di indagine nel caso di Glavas, se già per tutti è normale che questo Djapic pubblicamente offenda Drago Hedl chiamandolo un bugiardo che scrive "in modo estremamente anti-croato", non reagiscano nemmeno al fatto che questa persona, sindaco di Osijek, con le sue esternazioni in realtà disturbi l'indagine in corso?

Che messaggio stanno mandando gli organi del governo lasciando che questo Djapic dica quello che gli passa per la testa e così facendo in realtà non fa che incoraggiare quelle nullità che poi trasformano i suoi messaggi in minacce di morte al giornalista del Feral? E ancora, c'è veramente posto per lo stupore in un Paese in cui non c'è nessuno che non sappia il nome della persona che ha ucciso Milan Levar, e che quell'indagine non è mai e non sarà mai portata a termine, proprio come quelle dei tanti casi di crimini di guerra che, anche se raggiungono l'aula di un tribunale, vengono perlopiù trasformate in una farsa, come il lungo processo agli assassini del carcere Lora a Spalato.

Che messaggio manda il potere giudiziario croato, tra l'altro completamente marcio, quando la funzione in apparenza onorevole del giudice del Tribunale della Contea di Gospic è ricoperta da un certo Branko Milanovic, persona che alcuni anni fa condannò un certo Karan a 13 anni di prigione per crimini commessi contro i croati nel 1991 e che completò in modo pomposo la sua condanna dicendo che "Karan con i suoi narodnjaci ha commesso un genocidio contro i croati per più di 500 anni", e che in Croazia " è arrivato insieme con gli ottomani per distruggerla"?

Questo essere, naturalmente, è rimasto al suo posto di giudice, nessuno dei suoi colleghi si è fatto sentire per questa scandalosa condanna, così questo essere ha avuto soltanto un ulteriore slancio per emettere in questi giorni un'altra condanna che testimonia nel modo migliore la situazione in cui versa il potere giudiziario locale. Questo Milanovic ha prosciolto il signorotto locale, che si autodefinisce il Tudjman di Gospic, dall'accusa di stupro della giocatrice americana di basket Illishe Jarret. Inoltre ha osato non chiamare nemmeno la vittima al processo, ma è stato sufficiente che il suo amico, proprietario di un ristorante locale, affermasse "non lo ho fatto".

In seguito a questo ulteriore scandalo nella magistratura, si sono fatti sentire i colleghi di Milanovic? Si è fatta sentire, che dio mi perdoni, la solitamente rumorosa e ovunque presente Ministra della giustizia? Si è fatto sentire qualcuno dei funzionari del governo, la squadra di Sanader, almeno per il fatto che si tratta di una cittadina americana, perchè, come abbiamo già ricordato, l'unica cosa che importa è che impressione faranno là, oltre la frontiera della Croazia? No, non si è fatto sentire nessuno, e meno che meno la signora ministra, che passa il tempo scrivendo stupidaggini su un tabloid con le quali cerca di fornire una giustificazione al non pagamento dei risarcimenti richiesti dall'Austria, deciso dal suo capo Ivo Sanader.

Invece, proprio come Djapic o Glavas, si è fatto sentire in modo minaccioso quel violentatore locale, quel "Tudjman", urlando al raduno degli ustascia a Zara che i media sono il più grande nemico della Croazia e che bisogna "opporsi a quelle bestie filo-jugoslave". Questo miserabile, totalmente fuori controllo, l'ha detto durante un momento di pausa delle urla per il saluto degli ustascia "Za dom spremni" (Pronti per la patria), e dopo che gli è stata consegnato il ringraziamento ufficiale di quell'associazione ustascia.

Sento, certamente, tutta l'inutilità dello scrivere questo testo, avendo ritegno di scrivere una descrizione più ampia del personale sentimento di completa sciagura per il fatto che dopo tutto, dopo tutti questi anni in cui i giornalisti del Feral hanno vissuto come selvaggina per il tiro di ogni idiota della HDZ, è di nuovo possibile che uno di noi venga minacciato di morte per aver rivelato sconvolgenti fatti sul ruolo omicida di uno fra tanti signori della guerra, quello di Osijek, e per averlo reso noto, in modo fermo, all'opinione pubblica e, pertanto, anche a coloro i quali sono pagati per fare finalmente di questo paese uno Stato, dove gli assassini e i criminali non avranno l'ultima parola.

Vedi anche:

Minacce di morte al nostro corrispondente Drago Hedl

La Croazia e i crimini di guerra