Resi noti i dettagli dell'acquisizione da parte di Deutsche Telekom del 51% della telefonia croata. Zagabria ha rinunciato ad essere rappresentata nel consiglio di amministrazione e ha ceduto il diritto di prelazione sulle vendite della restante quota azionaria. Da parte tedesca pochi investimenti, molti licenziamenti. La nuova Telecom intanto mantiene una posizione di monopolio e di alte tariffe

31/01/2005 -  Anonymous User

Di Zeljka Vujcic*, Transitions Online, 24 gennaio 2005
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta

ZAGABRIA, Croazia - Quando il gigante tedesco delle telecomunicazioni Deutsche Telekom (DT) si è aggiudicato una quota azionaria del 51 per cento nella Telecom croata, nel 2001, si è assicurato concessioni da parte del governo che sono rimaste segrete fino alla settimana scorsa, quando i media locali hanno pubblicato i dettagli dell'accordo.

In virtù di questo accordo segreto, parti del quale sono state pubblicate nel quotidiano Novi List il 20 gennaio, il governo ha rinunciato al suo diritto ad essere rappresentato nel consiglio direttivo della Telecom croata (HT, ora T-HT), anche se tuttora esso detiene nella società una quota del 49 per cento.

Il giornale ha scritto che la clausola entrò in vigore il 17 ottobre 2003, due anni dopo che il patto era stato firmato.

Novi List ha scritto anche che lo Stato accettò di dare la priorità a DT in ogni vendita della sua rimanente quota azionaria. Il governo è obbligato ad informare DT su ogni potenziale acquirente, sul prezzo offerto, e sul numero di azioni che saranno vendute, secondo quanto riportato.

Nonostante DT si fosse impegnata ad investire 748 milioni di euro nello sviluppo e nell'espansione del giro d'affari di HT in Croazia e in Bosnia tra il 2002 e il 2004, il giornale dice che l'investimento totale è stato ben lontano dal raggiungere tale somma.

I dettagli dell'accordo danno anche adito al sospetto che il governo abbia aiutato la T-HT a prolungare il suo monopolio sulle linee fisse, attraverso le clausole segrete del patto. Ciò ha ritardato lo sviluppo di nuove tecnologie sul mercato, in particolare l'introduzione dell'UMTS e i servizi del protocollo Voce su Internet (VoIP).

Il governo ha rifiutato di commentare quanto riportato dal quotidiano e ha annunciato che pubblicherà i contenuti dell'accordo verso la fine del mese, come già in precedenza anticipato dal Primo Ministro conservatore Ivo Sanader.

VENDERE I GIOIELLI DI FAMIGLIA

La vendita di HT fu negoziata dal precedente governo croato, di centrosinistra. L'allora vice Primo Ministro, incaricato per l'economia, Slavko Linic, sostenne che la cosa andava a beneficio anche degli interessi di parte croata.

"Il mercato croato ha provato che noi abbiamo preso una buona decisione. La Telecom croata si è sviluppata molto bene nelle reti di telefonia mobile, anche se non siamo soddisfatti del fatto che la rete di telefonia fissa non si sia sviluppata maggiormente," ha detto Linic.

Egli ha anche negato che ai Tedeschi fosse stata data priorità in qualsiasi vendita delle rimanenti azioni di proprietà dello Stato, ma ha ammesso che il governo si accordò per informare DT sulla possibile vendita delle sue azioni.

"Il solo interesse di DT era di non permettere ai suoi concorrenti di entrare nella proprietà di HT. Ma ciò non vuole dire che essi avessero un diritto di prelazione, dal momento che DT avrebbe comunque dovuto offrire il prezzo più alto," ha detto Linic.

Il precedente governo riformista, che pose fine all'isolamento politico della Croazia seguito alla morte del leader autocratico Franjo Tudjman nel 1999, è stato criticato per aver venduto i beni dello Stato croato senza una strategia chiara.

I media locali spesso si sono riferiti al programma di privatizzazione in Croazia come a un "vendere i gioielli di famiglia". I critici hanno sostenuto che le aziende statali chiave, come la HT e la compagnia petrolifera INA, venivano vendute in tutta fretta e a condizioni che restavano segrete al pubblico, mentre il governo si sforzava di far quadrare gli obiettivi di bilancio.

MANTENERE I PATTI

"In primo luogo, HT non avrebbe dovuto essere venduta," ha detto a Transitions Online (TOL) l'analista economico Ivo Jakovljevic, "perché lo Stato dovrebbe mantenere le sue proprietà di maggior valore. È stato un gioco scorretto, con cui la DT ha guadagnato un monopolio che le è fruttato molti soldi, che ha reinvestito all'estero"

Stando a quanto sostiene Jakovljevic, la DT "non ha investito nulla nello sviluppo della rete; invece ha licenziato delle persone e ha trasferito soldi fuori dalla Croazia, sui conti della DT. Non c'è stato alcun investimento strutturale eccetto che nei negozi e nella rete di telefonia mobile."

I sindacati hanno anche accusato la DT di non rispettare la sua parte del patto del 2001. Il capo del sindacato delle telecomunicazioni, Jadranko Vehar, ha detto che la DT non ha provveduto alla formazione dello staff della HT, né ha creato nuovi posti di lavoro. "Al contrario, la DT sta tagliando posti di lavoro, nonostante i grandi profitti che ricava da un sistema tariffario molto sfavorevole agli utenti, permesso da un governo compiacente," ha detto.

Il management di T-HT ha annunciato nel 2004 il taglio di circa 2.000 posti di lavoro nell'arco di due anni.

In seguito alla sua privatizzazione, la T-HT ha continuato a mantenere un monopolio sul mercato nazionale della telefonia a linea fissa ed è stata apertamente messa sotto attacco dai media e dall'opinione pubblica perché mantiene i prezzi alti. Un modo in cui fa questo è usare i minuti, anziché i secondi, come unità di misura per la durata delle telefonate.

Circa 35.000 Croati stanno ora per dare vita a una azione collettiva contro la T-HT e il governo. Stanno anche contestando la sottoscrizione di abbonamento mensile, che è già stata dichiarata illegale dalla Corte Costituzionale.

I primi 1.000 reclami sono stati raccolti la settimana scorsa; i rimanenti seguiranno entro 30 giorni.

Nel 2004, due compagnie locali hanno ottenuto una licenza per gestire una rete a linea fissa, e il mercato sta per essere completamente liberalizzato quest'anno.

Il ministro responsabile, Bozidar Kalmeta, ha annunciato il mese scorso che i nuovi regolamenti concernenti il mercato delle linee fisse entreranno in vigore alla fine di gennaio. Ciò ridurrebbe i costi per ottenere una licenza, per i futuri operatori, dagli attuali 8 milioni di kune (1,05 milioni di euro) a una somma che coprirebbe solo le spese amministrative del rilascio della licenza: appena diecimila kune.

I nuovi regolamenti delle telecomunicazioni obbligherebbero anche la T-HT ad offrire entro 60 giorni un nuovo tipo di servizio, in cui i secondi prendano il posto dei minuti come unità di misura.

Il deputato dell'opposizione di destra Tonci Tadic ha detto che la privatizzazione dell'operatore di telecomunicazioni è stata condotta "in stile primitivo-balcanico."

"In quale Paese il settore delle telecomunicazioni, dopo una privatizzazione, rimane allo stesso livello di prima, senza investimenti, mentre allo stesso tempo si impedisce alla concorrenza di entrare sul mercato?" ha domandato.

Dovrebbe essere chiaro tra qualche settimana se gli utenti croati riusciranno a ribaltare questa situazione.

*Zeljka Vujcic è un corrispondente di Transitions On Line