Ad un mese dalla tornata elettorale in Croazia è praticamente sicuro che la carica di nuovo premier verrà ricoperta da Ivo Sanader, già premier e presidente del partito di centrodestra HDZ. La cronaca del nostro corrispondente
L'attuale premier croato Ivo Sanader, il cui partito Unione democratica croata (HDZ) è il vincitore relativo delle elezioni parlamentari del 25 novembre scorso, con ogni probabilità riuscirà a formare il governo e mantenere la posizione di premier. Sanader il 15 dicembre ha ricevuto ufficialmente il mandato per la formazione del nuovo governo dal presidente della repubblica Stjepan Mesic, nonostante quest'ultimo sia rimasto indeciso per ben tre settimane, attenendosi in modo rigoroso alle norme della Costituzione croata secondo la quale il mandato lo riceve chi è in grado di garantire di avere il sostegno della maggioranza dei deputati del parlamento. Dal momento che il risultato elettorale era risicato e dal momento che l'HDZ ha ottenuto 66 seggi e l'SDP 56, e che entrambi i leader di partito - Ivo Sanader e Zoran Milanovic - hanno affermato di essere in grado di garantire la maggioranza necessaria dei 77 deputati, Mesic ha atteso i risultati dei loro colloqui preliminari coi potenziali partner di coalizione, per vedere chi sarebbe stato più vicino ad avere la maggioranza.
Quando due parlamentari - quello che al parlamento rappresenta la minoranza nazionale rom e il deputato del Partito croato dei pensionati (HSU) - hanno sottoscritto la dichiarazione con cui hanno promesso l'appoggio all'attuale premier e presidente dell'HDZ Ivo Sanader, e quando la coalizione verde-gialla dei contadini (Partito croato dei contadini) e dei liberali (Partito social liberale croato - HSLS), i quali insieme hanno otto deputati in parlamento si è espressa per Sanader, Mesic ha ritenuto che con 76 deputati sicuri Sanader è quello più vicino ad avere la maggioranza.
Ma nonostante ciò Zoran Milanovic, presidente del Partito socialdemocratico (SDP), ha continuato a dichiarare che non rinuncia alla formazione di un governo di centrosinistra e che riuscirà a farlo. Milanovic, che quest'anno ha sostituito alla guida del partito il defunto Ivica Racan (che fu premier della coalizione di governo durante il mandato del 2000-2003), è riuscito ad ottenere il maggior numero di seggi nella storia di questo partito. Ma pur sempre 10 in meno del HDZ.
Il calcolo di Milanovic si basa sul fatto che l'HDZ in Croazia ha ottenuto 61 seggi, e cinque dalla diaspora, quindi complessivamente 66 seggi al parlamento, ma anche i partiti di centrosinistra (SDP, HNS e IDS) insieme hanno ottenuto 66 seggi. Milanovic durante la campagna elettorale si era posto duramente contro il diritto della diaspora di votare per le elezioni in Croazia, perché la diaspora è prevalentemente composta da croati che vivono nella vicina Bosnia Erzegovina. Dal momento che loro sono un popolo costituente di quello stato, non dovrebbero, ritiene Milanovic, avere il diritto di voto anche in Croazia. Ma per la Costituzione croata funziona così, e la diaspora in BiH è sempre stata una riserva di voti per l'HDZ. Così è accaduto anche questa volta. E senza quei cinque seggi Sanader probabilmente non sarebbe stato in grado di formare il governo.
L'ostinazione di Milanovic nel continuare ad insistere di poter formare il governo, quando è ormai del tutto certo che lo farà Sanader, il quale ha già ricevuto la benedizione del presidente della repubblica Mesic, può essere spiegata, secondo gli analisti politici, in due modi.
Primo è che nonostante il fatto che la coalizione dei contadini e liberali si sia orientata verso Sanader, tutti i deputati di questi due partiti non sono inclini all'alleanza con l'HDZ. Potrebbe accadere che, quando ci sarà la votazione in Parlamento, almeno due di loro non votino. In modo simile potrebbe accadere anche coi deputati delle minoranze nazionali, e se ciò dovesse accadere allora Milanovic sarebbe in vantaggio.
Il secondo motivo della caparbietà di Milanovic, affermano gli analisti, è che il continuo esercitare pressioni su Sanader fa in modo che questi faccia maggiori concessioni ai suoi partner di coalizione. Perché Milanovic, sostengono gli analisti, sa che non riuscirà a formare il governo ma desidera indebolire il più possibile Sanader sì da poterlo danneggiare maggiormente dai banchi dell'opposizione. Sanader sta facendo abbastanza concessioni ai suoi partner di coalizione, voto doppio per le minoranze, divieto di lavoro degli esercizi durante la domenica, referendum sulla decisione sull'ingresso del Paese nella NATO o sulla dichiarazione di una zona ittico-ecologica nell'Adriatico, contro la quale, sotto la pressione dell'Italia e della Slovenia, si oppone l'Unione europea.
Con 56 seggi al Parlamento e l'appoggio del HNS e dell'IDS (insieme 10 deputati) Milanovic potrebbe rappresentare un'opposizione piuttosto scomoda, pronta in ogni momento critico non solo a scuotere il governo ma forse pure a buttarlo giù. Ecco perché un Sanader debole, pronto a sempre maggiori concessioni che non riuscirà a mantenere, è proprio ciò che Milanovic con la sua tattica sta cercando di ottenere.
I rivali di Milanovic, invece, sostengono che lui desidera formare il governo ad ogni costo, consapevole che Sanader, se riuscirà di nuovo ad essere premier, sarà colui che porterà il Paese nell'Unione europea, cosa che alle prossime elezioni politiche del 2011 non darà alcuna chance al SDP di ottenere il potere. Gli oppositori di Milanovic come miglior prova di questa tesi sottolineano la sua prontezza a cercare l'appoggio anche dei tre deputati del partito regionale HDSSB, partito che dopo l'uscita dal HDZ è stato fondato da Branimir Glavas. Quest'ultimo, a dire il vero, è sotto processo a Zagabria per crimini di guerra e sospettato di essere responsabile della morte di almeno 12 civili serbi a Osijek nel 1991.
Nonostante Glavas sia uno di quei tre deputati (è stato eletto anche nella nuova composizione del Parlamento, nonostante sia in carcere), non ha impedito a Milanovic di discutere con lui un possibile sostegno. E non solo: il partito di Milanovic, a livello locale, nella città di Osijek, la quarta città della Croazia, sta ultimando gli accordi sulla coalizione di questi due partiti per il governo della città. Questo perché a Osijek si sono tenute le elezioni amministrative anticipate quando ci sono state le politiche, e questa coalizione del tutto insolita era stata la concessione al partito di Glavas per ottenere il sostegno in Parlamento.