In una scuola in Croazia i genitori impediscono ai bambini Rom di partecipare alle lezioni assieme ai propri figli. In un'altra una bambina sieropositiva è obbligata a seguire le lezioni da sola. Fatti di ordinaria discriminazione.
Prosegue la causa intentata lo scorso aprile dai genitori di bambini Rom che accusavano le autorità scolastiche croate di violazione dei diritti costituzionali che garantiscono il diritto ad un'educazione paritaria. Veniva contestata la decisione di mettere i bambini Rom in classi separate rispetto agli altri bambini e con programmi formativi speciali, secondo i genitori meno validi rispetto ai programmi scolastici tradizionali.
L'ombudsman croato Ante Klaric ha dichiarato in un'udienza del processo che ne è nato che a suo avviso ''non c'e' stato razzismo nei confronti dei bambini rom. Le parole discriminazione e segregazione sono troppo forti - ha detto Klaric - e così ho deciso di ritirarle dal mio rapporto annuale sullo stato dei diritti umani in Croazia'' (Jutarnji list, 26 settembre 2002).Ed i problemi di integrazione continuano. Nelle settimane scorse, all'inizio dell'anno scolastico, un gruppo di genitori croati i cui bambini frequentano la scuola di Drzimurec (nei pressi di Cakovec, circa 100 km a nord di Zagabria) ha impedito ai bambini Rom di frequentare le lezioni nella stessa scuola, opponendosi così alla decisione del Ministero dell'educazione di fare classi miste ed eliminare le classi speciali esclusivamente per i Rom (Vecernji list, 10 settembre 2002). Il Ministero ha deciso quest'anno di procedere verso l'integrazione dei bambini Rom ma, a causa dell'opposizione dei genitori degli altri bambini, in molte scuole la decisione è rimasta inapplicata.
Contemporaneamente, un altro caso analogo di discriminazione nelle scuole si e' verificato a Kastela, nei pressi di Spalato. I genitori dei bambini della scuola elementare locale hanno protestato e impedito a una bambina seropositiva di frequentare le lezioni con i propri figli. Alla fine la scuola ha organizzato lezioni separate per la bambina, una decisione che il Ministro per i lavori sociali, Davorko Vidovic, ha definito "triste" (Jutarnji list, 10 settembre 2000).
In Serbia il Ministro federale per le minoranze etniche e nazionali, Rasim Ljaic, ed i rappresentanti di OSCE, UNHCR e OCHA, hanno reso noto di aver sottoscritto un accordo che porterà alla formazione di un gruppo di esperti il cui compito sarà quello di definire una strategia per i prossimi anni che porti all'integrazione della comunità Rom nel Paese.
Ljaic ha dichiarato che si aspetta venga prodotto un documento che fornisca linee guida per quanto riguarda la politica della casa, del lavoro, il settore dell'educazione, della salute ma anche che la commissione punti l'attenzione su probleamtiche del tutto specifiche quali ad esempio la situazione dei Rom che hanno dovuto abbandonare il Kossovo (Danas, 28-29 settembre, 2002).