Grande rilievo in Croazia alla notizia dell'arresto di Karadžić. L'atteggiamento dei media, le dichiarazioni dei politici, la posizione dei serbi di Croazia. A Vukovar si attende ora l'arresto di Goran Hadžić. La cronaca del nostro corrispondente

23/07/2008 -  Drago Hedl Osijek

La notizia dell'arresto di Radovan Karadžić non è stata solo il tema principale di tutti i media croati, ma anche un evento di cui martedì si è discusso nei bar e nei ristoranti, sui trasporti pubblici, nei taxi, per le strade di tutta la Croazia. Sia i politici sia i cittadini hanno accolto con favore questa notizia, in particolare quelli che vivono al confine con la Bosnia Erzegovina, come gli abitanti di Zupanj, Slavonski Brod o Nova Gradiška, che durante la guerra si erano trovati sotto i colpi dell'artiglieria dell'esercito il cui principale responsabile era Radovan Karadžić.

I media elettronici, compresi i portali internet più importanti, hanno riportato ininterrottamente la notizia dell'arresto di Karadžić, aggiungendo di ora in ora nuovi dettagli, appena venivano trasmessi da Belgrado.

I media hanno prestato una particolare attenzione al fatto che Karadžić viveva a Belgrado in modo del tutto libero, che compariva in pubblico e che lavorava come medico privato, teneva lezioni di medicina alternativa e collaborava con la rivista belgradese specializzata "Zdrav život" (Vita sana).

Le sue foto, nelle quali è del tutto irriconoscibile rispetto al volto che aveva quando comparve per l'ultima volta in pubblico 12 anni fa, hanno inondato i portali web.

La televisione croata ha dedicato quasi interamente il telegiornale di martedì sera a questo fatto, dedicandogli quattro quinti del tempo della trasmissione che dura in tutto 25 minuti. Due reporter speciali da Belgrado, poi corrispondenti dall'Aja, Bruxelles e Washington, hanno riportato tutte le notizie più importanti relative a questo evento. La televisione croata ha dedicato all'arresto di Karadžić una trasmissione speciale in prima serata.

Il presidente della Repubblica Stjepan Mesić, che ha accolto la notizia dell'arresto di Karadžić mentre era in visita in Turkmenistan, ha definito questo fatto come "un grande passo avanti per l'attuale governo serbo". Mesić ha ricordato che la Serbia ha solo fatto ciò su cui da tempo si era impegnata: consegnare i ricercati dell'Aja che si trovano sul suo territorio.

La vice premier, Jadranka Kosor, ha accolto con favore l'arresto di Karadžić e ha elogiato la risolutezza del nuovo governo serbo per la collaborazione con il Tribunale dell'Aja.

"Un'ottima notizia, finalmente! Sarebbe dovuta arrivare molto tempo fa, ma le cose si muovono. L'arresto dimostra senza dubbio la risolutezza del nuovo governo serbo rispetto alla collaborazione con il Tribunale dell'Aja, ma anche la risolutezza rispetto al cammino verso l'UE e noi come vicini lo accogliamo con favore", ha detto la vice premier.

I due principali politici serbi della Croazia, Milorad Pupovac e Vojislav Stanimirović, deputati al parlamento croato, ritengono che l'arresto di Karadžić sia una buona notizia che avrà conseguenze positive sulle relazioni tra Serbia e Croazia.

In una dichiarazione per l'agenzia statale Hina, Pupovac ha detto che spera che "non si fermino qua" ma che anche gli altri responsabili dei crimini "che hanno recato una pesante vergogna alla Serbia" vengano portati davanti alla giustizia.

I politici croati si aspettano che la Serbia arresti a breve anche Ratko Mladić, anch'egli ricercato dal Tribunale dell'Aja. L'influente quotidiano "Jutarnji list" a titoli cubitali ha suggerito "Consegnate anche Mladić!".

Ma per la Croazia è di particolare interesse, oltre a Mladić, l'altro accusato dal Tribunale dell'Aja ancora in libertà, Goran Hadžić. Hadžić, che è nato in Croazia, a Vinkovci, fu il presidente dell'allora cosiddetta Repubblica serba di Krajina, un para stato formato all'epoca dai serbi ribelli, con l'aiuto di Belgrado e dell'Esercito jugoslavo (JNA), che occupava quasi un terzo della Croazia.

L'Aja lo accusa per crimini commessi a Vukovar, motivo per cui il suo arresto e il suo trasferimento all'Aja sono attesi con un certo interesse in questa città particolarmente colpita durante la guerra. Dopo la caduta di Vukovar, dall'ospedale della città furono trasferite e fucilate oltre 260 persone, e Hadžić è ritenuto responsabile di questo crimine.

"La notizia dell'arresto di Karadžić di sicuro è echeggiata anche tra gli abitanti di Vukovar perché tutti portano addosso le profonde ferite delle uccisioni di guerra ed è certo che accoglierebbero con grande piacere anche la notizia dell'arresto degli altri accusati dall'Aja, e in particolare Goran Hadžić", afferma la dottoressa Vesna Bosanac, direttrice dell'ospedale di Vukovar al tempo della guerra.

"L'arresto di Karadžić ha portato fino alla situazione in cui pian piano verrà a galla tutto quello che è accaduto dal '91. Per noi, abitanti di Vukovar, sarebbe particolarmente interessante che venisse arrestato Goran Hadžić, perché si farebbe luce su alcune cose legate alla scomparsa di persone che ancora stiamo cercando e che sono sulla lista degli scomparsi, del cui destino direttamente o indirettamente è colpevole Hadžić", commenta così l'arresto di Radovan Karadžić, Danijel Rehak, responsabile del Centro per le ricerche sui crimini di guerra a Vukovar.

Anche tra i serbi di Vukovar, l'arresto di Radovan Karadžić è ritenuto un fatto positivo. Il vicegovernatore della contea di Vukovar-Srijem ed ex presidente del Consiglio comunale serbo Jovan Ajduković, dice che è importante che tutti i criminali di guerra si trovino davanti alla giustizia per far sì che si tolga la colpa collettiva sull'intero popolo.

È importante che vengano puniti tutti i criminali, e coi nostri pensieri dobbiamo rivolgerci al futuro, verso la comunità, perché solo così potremo andare avanti", dice Ajduković.