Croazia 2009

Incidenti a Zara offuscano i successi della squadra croata ai mondiali di pallamano. Il sindaco della città ordina la rimozione di tutte le bandiere delle squadre finaliste per nascondere quella serba, aggressioni contro i tifosi macedoni. La cronaca

27/01/2009 -  Drago Hedl Osijek

Traduzione per Osservatorio Balcani e Caucaso: Maria Elena Franco

Il grande successo della nazionale croata nella prima fase dei mondiali di pallamano, la più grande manifestazione sportiva mai tenutasi in Croazia, è stato offuscato da incidenti di stampo nazionalista, che hanno minacciato di caratterizzare il Paese come Stato intollerante in cui dominano odio e desiderio di vendetta. Sfortunatamente questa idea non si deve solo agli hooligans, ma anche ad alcuni politici di livello locale. Živko Kolega, sindaco di Zara, una delle sei città in cui si giocano le partite dei mondiali, ha infatti dato ordine di togliere dalla piazza principale della città le bandiere dei 24 Paesi partecipanti ai mondiali, solo perché tra queste vi era anche quella serba.

I giornali hanno cinicamente catalogato questo scandalo come un problema del sindaco di Zara, "una scelta di un nazionalista di quelle parti", ma il presidente Stjepan Mesić ha preteso la responsabilità per questo incidente, affermando che "la Croazia deve difendere i simboli stranieri, così come vuole che all'estero vengano rispettati i suoi". L'insensato gesto del sindaco è stato condannato anche dal ministro Božidar Kalmeta, originario di Zara. "Il sindaco ha sbagliato e non aveva il permesso di far rimuovere le bandiere dei Paesi partecipanti solo perché tra queste compariva anche quella serba. Nemmeno noi vorremmo che ci venisse fatta una cosa simile in altri Paesi", ha dichiarato il ministro Kalmeta, per cercare di attenuare le ripercussioni negative di questo episodio sui media stranieri, che dipingono Zara come città incivile, primitiva e selvaggia.

Sfortunatamente nel palazzetto di Vršnjik, a Zara, dove quella stessa sera si è giocata la partita Serbia - Germania, i tifosi hanno fischiato l'inno serbo. Ancor prima, nell'albergo in cui erano ospitati i giocatori serbi, è arrivato l'avvertimento anonimo di un falso attentato. Nella serie di incidenti che sono avvenuti in città è stato poi preso di mira anche il presidente della squadra di pallacanestro serba Hemofarm, Marko Ivanović, la cui macchina, parcheggiata di fronte all'hotel, è stata colpita a sassate.

L'avventura peggiore è toccata ai tifosi macedoni, giunti a Zara per sostenere la loro squadra, che insieme alla nazionale serba si è qualificata per le finali. Un tifoso di Skopje è stato picchiato brutalmente ed è finito in ospedale. Un altro gruppo di tifosi macedoni, che passeggiava tranquillamente per le vie di Zara, è stato assalito senza alcuna ragione da alcuni hooligans del posto.

I tifosi della nazionale serba, che ha giocato la prima partita a Poreč, in Istria, erano rimasti sorpresi dalla piacevole accoglienza degli abitanti del luogo e dal fatto che in una settimana di soggiorno in città non vi fosse stato alcun incidente. Lo stesso dicasi per i tifosi della nazionale macedone, che ha giocato a Varaždin, cittadina della Croazia nord-occidentale, a 80 km da Zagabria: lì sono stati ben accolti e non hanno avuto alcun problema. A Zara, invece, è stato completamente diverso.

I media avevano avvertito delle minacce provenienti da Zara e indirizzate alla tifoseria serba. Anche se la polizia è stata efficiente e ha preso i responsabili degli attacchi, si sono avverate le previsioni che dicevano che "nella città di Ante Gotovina" i tifosi e i giocatori serbi avrebbero potuto avere dei problemi. Il fatto che Zara e il suo entroterra siano stati duramente colpiti dai serbi durante la guerra, e che il generale croato Ante Gotovina, sotto processo all'Aja per crimini di guerra, sia originario di queste zone, sono all'origine dell'intolleranza diffusa tra la gente del luogo nei confronti della Serbia.

Tuttavia Zara non è l'unica città in cui sono avvenuti incidenti legati al grande evento sportivo. Per organizzare questi mondiali di pallamano, la Croazia ha investito molto dal punto di vista finanziario, nella speranza di farsi una buona pubblicità e di poter avere un ritorno positivo con la visita di più turisti stranieri la prossima estate. Questa immagine, però, è stata rovinata da un gruppo di ragazzi ubriachi che, sulla piazza principale di Zagabria, dove si seguono le partite dei mondiali, hanno tentato di dar fuoco alla bandiera serba, issata insieme a quelle degli altri Stati partecipanti. La polizia li ha arrestati e per questo saranno puniti.

Gli incidenti avvenuti in Croazia durante lo svolgimento dei mondiali di pallamano hanno lasciato un brutto segno, presentando l'immagine di un Paese in cui regnano intolleranza e odio. Anche se gli episodi di violenza erano indirizzati principalmente contro la tifoseria della Serbia, con cui la Croazia è stata in guerra all'inizio degli anni '90, non è possibile giustificarli con la frustrazione che esiste ancora oggi in una parte della popolazione. Il problema è serio, in quanto si tratta principalmente di ragazzi giovani che al tempo del conflitto non erano ancora nati, o erano molto piccoli.

Questi episodi di violenza sono inoltre un pessimo precedente alla vigilia della visita del premier croato Ivo Sanader a Belgrado, il cui obiettivo è tentare di ricucire lo strappo tra i due Stati dovuto al riconoscimento del Kosovo da parte della Croazia e all'accusa di genocidio presentata contro la Serbia da Zagabria alla Corte Internazionale di Giustizia.