SESAME entrata, foto di Erkcan, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

SESAME entrata, foto di Erkcan, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Nel cuore del Medio Oriente, un sincrotrone unico favorisce il dialogo tra paesi in conflitto, riunendo scienziati da Turchia, Cipro, Israele e Iran. Un esempio di diplomazia scientifica nato per superare le barriere politiche e costruire ponti tra nazioni

15/10/2024 -  Piergiorgio Pescali

Nel 1974, quando la Turchia invase Cipro per contrastare un colpo di stato organizzato dai colonnelli greci assieme ai paramilitari greco-ciprioti (di EOKA B), le relazioni diplomatiche tra i due paesi si deteriorarono. Oggi Cipro non ha relazioni con Ankara che, a sua volta, è l’unica capitale al mondo che riconosce come legittimo rappresentante del popolo cipriota, la Repubblica turca di Cipro Nord, un territorio che occupa circa il 30% dell’isola.

I canali di dialogo tra i due paesi sono assai limitati, ma uno di questi è rappresentato da un centro di ricerca internazionale situato in Giordania. SESAME , acronimo di Synchrotron-light for Experimental Science and Application in the Middle East (Luce di sincrotrone per scienze e applicazioni sperimentali in Medio Oriente) è un acceleratore di elettroni che emette un tipo di radiazione elettromagnetica con caratteristiche particolari molto utili a ricerche della materia.

La radiazione di sincrotrone è, infatti, collimata, parallela e copre un intervallo energetico molto ampio, che va dall’infrarosso ai raggi X. A differenza dei collisori, come l’LHC presente al CERN, nel sincrotrone le particelle non vengono accelerate quasi alla velocità della luce per farle scontrare tra loro, ma per far loro emettere radiazioni.

I fotoni emessi sono un’ottima sonda per capire di cosa è fatta sia la parte elettronica della materia, sia quella strutturale. Questo permette di fare studi su un’ampia gamma di ricerche: da quelle archeologiche a quelle farmaceutiche per spaziare anche nel campo energetico.

Il sincrotrone presente a SESAME è l’unico in tutto il Medio Oriente e riunisce team di scienziati, tecnici e ricercatori dell’intera regione. Questa sua particolarità è una delle caratteristiche principali per cui, negli anni Novanta del secolo scorso, alcuni fisici hanno deciso di imbarcarsi in una delle imprese più utopistiche mai realizzati in Medio Oriente.

Fu lo scienziato israeliano Eliezer Rabinovici, dell’Università ebraica di Gerusalemme, a lanciare l’idea di costruire un sincrotrone nella regione. Oltre ad aiutare lo sviluppo della scienza in Medio Oriente, il sincrotrone di Rabinovici avrebbe avuto lo scopo di riavvicinare Israele ed Egitto, due Paesi che dopo aver allacciato le relazioni diplomatiche nel 1980, si erano di nuovo distanziati.

Altri due fisici, l’italiano Sergio Fubini e l’allora direttore del CERN, Herwig Schopper, accolsero la proposta iniziando a cercare fondi e aiuti presso governi e istituzioni internazionali. Trovarono le prime risposte nell’UNESCO, in Herman Winick e nel governo tedesco che stava smantellando il sincrotrone di terza generazione BESSY. “Una soluzione non proprio ideale” spiega Andrea Lausi, direttore scientifico di SESAME: “BESSY era un acceleratore vecchio che veniva sostituito con una macchina più innovativa. Ben che andasse, eravamo alla fine degli anni Novanta, quel sincrotrone tedesco sarebbe stato acceso alla fine della prima decade del XXI secolo e quindi sarebbe già stato obsoleto.”

Dal punto di vista mediatico, però, l’operazione ebbe un clamore inaspettato: una macchina che proveniva da una città, Berlino, fino a poco tempo prima divisa ed ora unita, andava a riunire due Paesi, Israele ed Egitto, in crisi tra loro.

Nacque così il progetto SESAME, nome che raggruppava più significati, dalla famosa frase “Apriti sesamo” della novella Ali Baba e i quaranta ladroni che permetteva di aprire la grotta in cui era custodito un tesoro, al seme presente in tutte le cucine mediorientali.

La Giordania si accollò l’onere di ospitare la nuova struttura scientifica, costruita a nord di Amman, mentre nel Consiglio confluirono dapprima Israele, Egitto, Bahrein, Pakistan, Giordania e Turchia a cui si aggiunsero in seguito Iran, Cipro e l’Autorità palestinese (il Bahrein si è ritirato).

SESAME, quindi, divenne esempio di diplomazia scientifica in cui, oltre a fare incontrare su uno stesso tavolo rappresentanti israeliani con quelli iraniani, pakistani e palestinesi, fa dialogare anche turchi e ciprioti.

Certo, come spiega Lausi, “Il mondo dei sincrotroni è molto diverso dal CERN: al CERN ci sono pochi esperimenti che richiedono grandi numeri di fisici, tecnici, ingegneri. Qui siamo ancora nel mondo universitario e dei laboratori. C’è sì una grande macchina, ma attaccati alla macchina ci sono dei laboratori che vivono della stessa vita sociale di ogni laboratorio universitario. Al CERN si svolgono progetti della durata di moltissimi anni che richiedono enormi investimenti e detector molto grandi. Qui invece ci sono progetti che durano un anno, due anni, tre anni fatti da gruppi di 3-4 persone esattamente come in laboratorio.”

Le interazioni personali sono, quindi, limitate, ma il direttore di SESAME, l’ingegnere nucleare giordano Khaled Toukan, che è anche presidente della Commissione giordana per l’energia atomica, aggiunge che “sin dalla nascita di SESAME, all’inizio degli anni Duemila, ad ogni incontro semestrale che abbiamo sono intervenuti tutti i membri, compresi turchi e ciprioti, nonostante i numerosi conflitti che funestano la regione.”