Una direttiva europea invita bar e ristoranti a offrire gratuitamente acqua del rubinetto ai loro clienti, e i comuni a realizzare fontanelle potabili. Non mancano però i ritardi e le resistenze: uno sguardo alla situazione in Grecia e Bulgaria
(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata greca Ef.Syn. nell'ambito del progetto PULSE. La testata bulgara Mediapool ha contributo alla realizzazione dell'articolo)
Sembrava una notizia bomba, ma poi si è sgonfiata rapidamente: "Dal 1° luglio l'acqua in bottiglia subirà aumenti di prezzo di almeno il 20 per cento, poiché le verrà applicata una tassa ambientale di dieci centesimi". Partito apparentemente dal sito pronews.gr, nel giro di 24 ore l'annuncio è diventato virale ed è stato ripreso dai principali media in Grecia. Il presunto aumento riguardava il sistema di deposito cauzionale – che verrà effettivamente introdotto, ma tra circa un anno e mezzo, poiché la rete non è ancora pronta per implementarlo. Tuttavia, la smentita del Ministero dell'Ambiente è passata quasi inosservata, a differenza delle notizie allarmanti sull'aumento dei prezzi.
Il recente polverone sul prezzo dell'acqua in bottiglia in Grecia, oltre a mostrare come funziona la misinformazione, tradisce la preoccupazione dei consumatori per un aumento dei prezzi che non risparmia nemmeno il bene più essenziale di tutti: l'acqua.
Un tempo l'acqua veniva offerta gratuitamente e in abbondanza, dalle fontane pubbliche ai caffè, dove la prima cosa che ti davano senza neanche bisogno di chiedere era un bicchiere d’acqua fresca – tradizione che perdura ancor oggi nella maggior parte dei caffè greci. Ma lo stesso non vale per i fast food, né per la maggior parte degli esercizi turistici, dove l'acqua tipicamente è imbottigliata e a pagamento. Per avere l'acqua del rubinetto bisogna chiederlo esplicitamente, e succede di sentirsi rispondere che l'acqua del rubinetto non è potabile, come effettivamente accade in varie zone della Grecia a causa della scarsità d'acqua e dei problemi alle reti idriche locali.
Eppure esiste una norma europea – la Direttiva Ue 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano – che raccomanda a ristoranti, bar, caffè, mense e servizi di catering di non limitarsi a servire gratuitamente l'acqua del rubinetto ai clienti, ma di promuoverne attivamente il consumo rispetto all'acqua in bottiglia. Raccomanda inoltre che i comuni conducano campagne di informazione sulla qualità dell'acqua potabile e si dotino di reti organizzate per garantire a tutti i cittadini l'accesso all'acqua potabile dalle fontanelle comunali, prestando particolare attenzione ai gruppi sociali emarginati.
A partire da luglio 2021 i comuni che hanno una rete di acqua potabile sono obbligati a mettere a disposizione fontanelle per l'erogazione gratuita di acqua potabile presso gli impianti sportivi e i parchi giochi comunali, fornire al pubblico un'adeguata segnaletica che incoraggi l'uso di contenitori d'acqua riutilizzabili ed estendere la rete delle fontanelle comunali per l'erogazione gratuita di acqua potabile".
In pratica, però, queste disposizioni vengono attuate solo sporadicamente. Per esempio, nel centro di Atene, che ogni estate accoglie milioni di turisti, il comune ha installato solo undici fontanelle pubbliche. Anche se sono tenuti a offrire gratuitamente l’acqua del rubinetto, non tutti i bar e i ristoranti lo fanno. "Di solito, la prima cosa che i caffè e i ristoranti fanno, prima ancora di prendere l’ordinazione, è portare un bicchiere o una brocca di acqua fresca del rubinetto", afferma George Honzoglou, presidente della Federazione panellenica dei lavoratori del settore alimentare e turistico. Ammette però che questo non avviene in molti locali turistici, dove invece il cameriere a volte porta direttamente l'acqua in bottiglia.
La maggior parte delle grandi catene di fast-food e dei franchising, per esempio, non offre l’acqua del rubinetto se si ordina cibo o caffè, a meno che non venga espressamente richiesta. E se lo fanno, portano solo un bicchiere di plastica molto piccolo. L'acqua in bottiglia viene invece sistemata in posizioni ben visibili, per esempio in secchielli del ghiaccio accanto al bancone. Il prezzo dell'acqua in bottiglia nei ristoranti varia a seconda della categoria del locale: nelle catene è solitamente analogo al prezzo al dettaglio (50 centesimi per una bottiglia da 500 ml, 1 euro per una bottiglia da 1,5 litri). L'acqua frizzante, invece, può costare fino a 5 euro per 500 ml.
La situazione in Bulgaria
"Non abbiamo nulla in contrario al fatto che la Commissione europea introduca un obbligo di offrire l'acqua del rubinetto nei ristoranti, nei bar e nei caffè, ma solo se le norme sono chiare. Dovrebbero indicare con precisione chi, come e quando può pretendere dell'acqua gratuita quando entra in un ristorante. Sarà obbligatorio per tutti? Nessuno lavora senza ottenere un profitto", commenta Emil Kolarov, presidente dell'Associazione dei proprietari di ristoranti e bar della Bulgaria.
Il primo argomento di chi si oppone all'acqua gratuita è che, per chi la offre, non è davvero gratuita. "I ristoranti pagano l'acqua alla società idrica locale. Il prezzo è già abbastanza alto", afferma indignato Kolarov, che si chiede se i ristoranti possono essere esentati dal pagamento di una parte delle bollette dell'acqua. "Non possiamo permetterci di servire clienti che rimangono nei ristoranti solo per un bicchiere d'acqua", afferma.
I professionisti della ristorazione sostengono che la richiesta di offrire gratuitamente l'acqua del rubinetto causerà loro dei danni per via dei contratti che hanno stipulato coi grandi fornitori internazionali. "In alcuni contratti con i ristoranti ci sono clausole che prevedono l'offerta di determinate marche di acqua in bottiglia. Noi vendiamo tutti i tipi di prodotti di queste aziende, ovvero succhi di frutta, bevande gassate e acqua minerale in bottiglia", spiega il presidente dell'Associazione dei ristoratori.
Tuttavia, sempre più caffè, bistrot e ristoranti (tranne quelli di fascia alta) servono gratuitamente l’acqua del rubinetto come gesto di riguardo nei confronti dei clienti. Per esempio, l'Urban Embassy Specialty Coffee di Sofia offre un bicchiere di acqua del rubinetto ai suoi clienti fin dall'apertura. "Il mio socio era stato a Istanbul ed era rimasto positivamente colpito dal fatto che i locali offrissero acqua gratis insieme al caffè. Così abbiamo deciso di applicare il modello anche alla nostra attività", racconta Alexandra Filieva, cofondatrice del negozio. Secondo le sue stime, un bicchiere d'acqua comporta un costo per il locale di circa cinque centesimi di euro.
Per Simona Stelyanova, fondatrice della startup Zero Waste Sofia, è importante riuscire a garantire a tutti i cittadini bulgari l'accesso gratuito all'acqua potabile. Grazie a un gruppo di volontari, la sua startup ha mappato a oggi 1600 fontanelle in Bulgaria. "L'acqua è un diritto umano fondamentale, non un prodotto. È stato dimostrato che l'acqua in bottiglia nei negozi di alimentari è oltre seicento volte più costosa dell'acqua del rubinetto. E nei ristoranti è ancora più cara", spiega.
In effetti, un litro di acqua in bottiglia in un negozio di alimentari costa in media circa 0,6 euro, mentre il costo di un litro di acqua del rubinetto, secondo la tariffa del Servizio di approvvigionamento idrico di Sofia, è di 0,001 euro. Una bottiglia da un litro di acqua minerale prodotta in Bulgaria viene venduta nei ristoranti di Sofia a circa 3 euro, ma ci sono acque di aziende straniere il cui prezzo raggiunge anche i 5 euro al litro.
"Finora 40 ristoranti di Sofia, Plovdiv e Varna hanno accettato di servire gratuitamente acqua del rubinetto ai loro clienti, siamo rimasti sorpresi", racconta la fondatrice di Zero Waste Sofia. Stelyanova è convinta che "se si investono risorse e c'è un approccio proattivo nei bar e nei ristoranti, molti seguiranno questo esempio".
Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.