Circonvallazione di Bucarest (© LCV/Shutterstock)

Circonvallazione di Bucarest (© LCV/Shutterstock)

Per decenni l’UE e i governi nazionali hanno preferito investire sulle infrastrutture per il trasporto su gomma rispetto a quelle ferroviarie. Con il Green Deal questa tendenza dovrebbe invertirsi, ma non è chiaro quando avverrà davvero

22/08/2024 -  Gianluca De Feo

Negli ultimi due decenni gli investimenti nella rete ferroviaria europea da parte dei governi nazionali e dell’UE sono stati ampiamente inferiori rispetto a quelli destinati alla rete stradale. I dati OCSE mostrano infatti come tra il 2000 e il 2019 siano stati investiti più di 1300 miliardi di euro per i trasporti su gomma e solo 850 miliardi per quelli su rotaia. Questi dati confermano una tendenza intrapresa da Bruxelles e dai governi europei da decenni, che dà la priorità alle strade rispetto alle ferrovie.

Gli effetti di queste scelte sono evidenti nel grafico seguente, che riporta la lunghezza totale delle autostrade e delle ferrovie ad alta velocità all’interno dell’Unione europea.

La rete ferroviaria ad alta velocità – la parte di rete su cui si sono concentrati i maggiori investimenti negli ultimi trent’anni – è quella che tra il 2008 e il 2022 in proporzione si è allungata di più: +43%. Ma rimane di gran lunga meno sviluppata rispetto alla rete autostradale, che nel 2021 misurava 73.550 km (+16,5% rispetto al 2008), contro i 24.446 km complessivi di ferrovie ad alta velocità. Nel frattempo, la lunghezza complessiva della rete ferroviaria convenzionale è addirittura diminuita, passando da 186.280 km a 177.315 km (-4,8%).

Qualcosa sta cambiando

Nel 2020 l’Unione europea ha presentato il Green Deal europeo, che tra le tante misure per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 prevede di ridurre le emissioni derivanti dal settore dei trasporti. Quest’ultimo, infatti, contribuisce per il 25% delle emissioni totali dei paesi UE , con il trasporto su strada che a sua volta causa circa il 72% delle emissioni generate dai trasporti contro lo 0,5% del trasporto su rotaia. Anche a fronte degli investimenti sulle auto elettriche , il treno rimane un mezzo di trasporto più sostenibile.

Negli ultimi anni sembra esserci effettivamente stato un cambio di paradigma, come conferma l’inchiesta di Investigate Europe del 2021 e una ricerca commissionata da Greenpeace a Transportation Think Tank e Wuppertal Institute. Entrambi gli studi mostrano come i fondi destinati al trasporto ferroviario provenienti dalle casse dei governi europei e da Bruxelles siano aumentati negli ultimi 5-6 anni. Ma non sono ancora abbastanza per tagliare in maniera significativa le emissioni generate dai trasporti e ridirigere davvero gli investimenti verso le ferrovie.

I fondi europei

L’Unione europea finanzia lo sviluppo delle reti e dei sistemi di trasporto nel suo territorio attraverso tre principali strumenti: il Fondo di Coesione, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e la Connecting Europe Facility (CEF). Secondo i calcoli di Investigate Europe, durante il settennio 2007-2013 questi fondi, nel complesso, avevano finanziato il trasporto ferroviario in Europa con 23,2 miliardi di euro e quello via gomma con 46,5. Nel settennio successivo, dal 2014 al 2020, questa differenza si è assottigliata, passando ai 19,5 miliardi destinati alle ferrovie contro i 33,7 miliardi per le strade, ma lo squilibrio è rimasto.

Ad esempio, in Romania, nel 2020 il Fondo di Coesione aveva stanziato circa 1,3 miliardi di euro per aumentare la velocità di un tratto della linea ferroviaria che attraversa il paese da est a ovest, dal Mar Nero al confine con l’Ungheria. Al contempo, lo stesso Fondo di coesione ha finanziato la costruzione da zero di un’autostrada tra le città di Sibiu e Piteşti con 875 milioni di euro.

E nel settennio 2021-2027? È presto per dirlo. In questo ciclo di bilancio l’UE ha stanziato una serie di finanziamenti, ma molte sovvenzioni devono ancora essere erogate e non è detto che tutti i fondi allocati siano poi effettivamente utilizzati. Attraverso la CEF, l'UE ha stanziato 25,8 miliardi di euro per il trasporto sostenibile, mentre il Fondo di Coesione e il FESR intendono supportare la costruzione di 3900 km di nuove ferrovie con un investimento di 10,7 miliardi di euro ; altri 18 miliardi sono destinati alla mobilità urbana sostenibile. Nello stesso report della Commissione europea dove sono riportati questi numeri si confermano anche gli investimenti nelle strade, che però non vengono quantificati.

Ai fondi di cui sopra si aggiungono poi gli investimenti inclusi nel Next Generation EU, il programma per la ripresa economica lanciato dalla Commissione europea dopo la pandemia da Covid-19, che ha anch’esso un chiaro indirizzo green. Anche in questo caso il programma è in corso, ed è troppo presto per un calcolo comprensivo.

 

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