Come da tradizione, agosto offre agli appassionati di cinema due rassegne da non perdere, i festival di Locarno e Sarajevo, quest'ultimo arrivato alla 30sima edizione. Una guida essenziale al ricco e articolato programma del nostro Nicola Falcinella
Agosto è tempo di festival di cinema a Locarno e poi a Sarajevo. Mercoledì inizia il 77° Locarno Film Festival (fino al 17 agosto, programma www.locarnofestival.ch), mentre dal 16 al 23 si svolge il Sarajevo Film Festival che taglia il traguardo della 30° edizione.
Due gli Heart of Sarajevo alla carriera che saranno consegnati, al regista americano Alexander Payne e all’attore John Turturro. Inoltre è previsto un omaggio al poeta e sceneggiatore bosniaco recentemente scomparso Abdulah Sidran. Saranno 54 i film che si contenderanno i premi nelle tre competizioni, lungometraggi regionali (presidente di giuria il regista e sceneggiatore Paul Schrader), documentari e cortometraggi.
Da segnalare in particolare “Dwelling Among The Gods” del serbo Vuk Ršumović (“No One’s Child”), “Family Therapy” della slovena Sonja Prosenc e “Mother Mara – Majka Mara” dell’attrice e regista serba Mirjana Karanović. Oltre a tante prime di produzioni dell’Europa del sud-est, sarà proiettata un’ampia selezione del meglio dai principali festival dell’ultimo anno. Come sempre grande attenzione anche al cinema che verrà, con i giovani del Talent Campus e alle produzioni in divenire al programma Cinelink.
Locarno, attento come sempre al cinema del passato e del presente, propone un ricco cartellone fatto di 225 film di tutte le durate. Mancano le grandi star hollywoodiane, ma ci saranno tanti nomi europei, oltre alla neozelandese Jane Campion che ritirerà il Pardo d’onore presentando “Lezioni di piano”, il messicano Alfonso Cuaron cui andrà il Lifetime Achievement Award e il progettista del suono Ben Burtt di “Guerre stellari” e “Wall-E”.
L’inaugurazione in Piazza Grande è affidata a “Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta” dell’italiano Gianluca Jodice (“Il cattivo poeta”) con protagonisti Mélanie Laurent e Guillaume Canet, che riceveranno l’Excellence Award. Nella serata finale è previsto lo svizzero “Le procès du chien” di Laetitia Dosch, tratto da una bizzarra storia vera e già presentato al Festival di Cannes, come pure il bellissimo thriller iraniano “The Seed of the Sacred Fig” di Mohammad Rasoulof, premio speciale della giuria cannense, e l’animazione ecologista “Sauvages” di Claude Barras, che riceverà il Locarno Kids Award anche per “La mia vita da zucchina”.
Il concorso per il Pardo d’oro comprende 17 titoli, con il thriller turco di produzione italiana “Yeni safak solarken - New Dawn Fades” di Gurcan Keltek. Il regista è al secondo lungometraggio dopo “Meteore”, presentato proprio a Locarno nel 2017 nella sezione Cineasti del presente. In gara anche due italiani: “Luce” di Silvia Luzi e Luca Bellino (“Il cratere” del 2017) con Marianna Fontana e “Sulla terra leggeri” di Sara Fgaier con Andrea Renzi e Sara Serraiocco. Tra i grandi nomi “By The Stream” del prolifico coreano Hong Sangsoo e il documentario “Youth (Hard Times)” del cinese Wang Bing che prosegue il suo viaggio tra la gioventù orientale. La curiosità è rappresentata da ben due film lituani.
Fuori concorso spiccano due opere del romeno Radu Jude, ormai tra i grandi nomi del panorama europeo, “Sleep #2” e, soprattutto, “Eight Postcards from Utopia” in coregia con Christian Ferencz Flatz. Quest’ultimo è un film di montaggio che prova a raccontare e analizzare il Paese nell’epoca della transizione dal socialismo al capitalismo utilizzando esclusivamente le immagini degli spot pubblicitari.
L’altro concorso, i Cineasti del presente dedicato alle opere prime e seconde, include 15 lungometraggi, dei quali 9 esordienti. Da citare il georgiano “Holy Electricity” di Tato Kotetishvili e il serbo-americano “Kada je zazvonio telefon – When the Phone Rang” di Iva Radivojević, che, nella ricostruzione di una telefonata, lavora sulla memoria, la storia e l’identità, ritornando a esplorare la Serbia degli anni ‘90 e la sua eredità.
In gara per i Pardi di domani figurano “400 Cassettes” di Thelyla Petraki (Grecia), “On the Impossibility of an Homage” di Xandra Popescu (Romania) e “What Mary Didn’t Know” di Konstantina Kotzamani (Grecia, Francia, Svezia).
Un film molto interessante è inserito nel parallelo Panorama Suisse, che recupera “Blackbird Blackbird Blackberry”, coproduzione Georgia / Svizzera diretta dalla caucasica Elene Naveriani, scoperta a Locarno con “Wet Sand”.
Nella sezione Locarno Kids spicca infine lo sloveno “Igrisca ne damo - Block 5” di Klemen Dvornik, noto per la serie tv “Jezero”. Una sorta di favola ecologica, protagonista la giovanissima Alma, che vive con il padre in una palazzina con cortile alberato molto utilizzato. La madre, attivista ambientale, era invece morta in Amazzonia. Quando la ragazza scopre che l’impresa per cui lavora il padre progetta di trasformare il parchetto in un parcheggio, si unisce con i ragazzi dei dintorni per impedirlo.
Importante l’ampia retrospettiva “The Lady with the Torch” per i 100 anni della storica casa di produzione hollywoodiana Columbia con una quarantina di pellicole tra grandi classici e qualche recupero, accompagnata da una pubblicazione.