Impianto per l'accesso in mare per persone con disabilità o difficoltà motorie (© Georgios Tsichlis/Shutterstock)

Impianto per l'accesso in mare per persone con disabilità (© Georgios Tsichlis/Shutterstock)

Nuove attenzioni e impianti appositi facilitano l'accesso al mare per persone con disabilità o difficoltà motorie. Pressioni dal basso, nuove leggi e investimenti pubblici fanno la differenza, dai litorali mediterranei a quelli del Mar Nero

19/08/2024 -  Kostas Zafeiropoulos Atene

(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata greca Ef.Syn.  nell'ambito del progetto PULSE)

La cementificazione, il sovraffollamento turistico e la crisi climatica rendono le città greche invivibili d'estate: negli ultimi anni la richiesta di libero accesso alle spiagge è diventata pressante. Quest'estate i movimenti in difesa delle spiagge libere si stanno diffondendo sempre più, mentre si assiste a uno sfruttamento incontrollato dello spazio pubblico da parte di imprese o privati che non rispettano le regole, i diritti costituzionali dei bagnanti e la salvaguardia dell’ambiente.

Quando si discute di diritto alla balneazione, c'è un gruppo sociale che si trova in una posizione particolarmente difficile: è quello delle persone disabili. Pochi giorni fa, un articolo di Proto Thema affermava che, con oltre 250 spiagge accessibili per i disabili, "la Grecia è al primo posto al mondo tra le destinazioni più accessibili alle persone con disabilità". Un anno fa, anche il Washington Post aveva elogiato il paese per questo motivo. In effetti è vero che, nonostante diverse questioni ancora irrisolte, negli ultimi anni la situazione è notevolmente migliorata in Grecia, che tuttavia non è ai primi posti in Europa, dove è in testa la Spagna.

Una delle pagine Facebook greche più utili si chiama "Persone disabili - Diritto al mare", conta oltre 7600 membri. Gli utenti – persone disabili o a loro vicine – informano e vengono informati quasi in tempo reale sulle spiagge del paese che offrono un accesso facilitato alla balneazione.

Un brevetto greco

È stato un brevetto greco, sviluppato una decina di anni fa dal laboratorio di ingegneria tecnica del Dipartimento di ingegneria meccanica e aeronautica dell'Università di Patrasso, a cambiare letteralmente le cose per migliaia di greci che fino ad allora non avevano la possibilità di nuotare in mare. Si tratta del sistema Seatrac, ormai noto in tutto il mondo, che consente alle persone con disabilità o problemi di mobilità di entrare in acqua autonomamente: il bagnante si siede su una sedia posta sui binari di una rampa, aziona la macchina con un telecomando ed entra in mare. Può poi uscirne in modo altrettanto sicuro e affidabile senza bisogno di un accompagnatore. L'impianto è autosufficiente dal punto di vista energetico, perché alimentato da un pannello solare, e non è un'installazione permanente, perché di solito viene posizionato sulla spiaggia all'inizio dell'estate e rimosso verso l'autunno. 

Attualmente in Grecia ci sono circa 245 spiagge con questo sistema installato e attivo, e ogni bagnante interessato può individuare l'impianto più vicino attraverso una mappa online . Il sito fornisce anche informazioni sulla presenza di parcheggi, spogliatoi, docce, bagni, ecc. per persone disabili.

I fondi per l'installazione dell'impianto Seatrac provengono in genere dal Fondo di ripresa e resilienza. Recentemente il Ministero del Turismo ha annunciato che i fondi del PNRR disponibili per migliorare l'accessibilità delle spiagge è esaurito, dato che sono state presentate 155 domande per oltre 30 milioni di euro a fronte dei 17 milioni disponibili. Il programma finanzia al 100 per cento i comuni e le imprese desiderose di rendere le spiagge accessibili alle persone con disabilità, coprendo fino a settemila euro per spiaggia e fino a quattro diverse spiagge per ciascun soggetto. Da un'occhiata al gruppo Facebook "Persone disabili - Diritto al mare" si nota un enorme interesse per l'installazione di sistemi simili al Seatrac in tutti gli angoli del paese.

Non mancano però le cattive notizie. Troppo spesso, come riferiscono gli utenti, i comuni non garantiscono la realizzazione delle passerelle necessarie per raggiungere gli impianti per l'ingresso in acqua, non ci sono parcheggi nelle vicinanze, e non c'è ombra per ripararsi dopo essere usciti dal mare. Molti poi si lamentano del fatto che l’installazione dei nuovi impianti è in ritardo in diverse zone, anche se ormai siamo in piena estate. Nell'area di Kourouta, nel Peloponneso occidentale, la macchina Seatrac è fuori servizio perché è stata usata in modo improprio da persone non disabili.

L'Associazione greca delle persone paraplegiche e con disabilità motorie denuncia che comportamenti simili sono stati registrati a Katakolo, "perché alcuni sembrano infastiditi dalla presenza del macchinario su questa spiaggia, al punto da aver minacciato di distruggerlo". Ad Agioi Apostoloi, a Creta, la pedana è stata vandalizzata tre volte nel giro di una settimana, e alcuni sono riusciti persino a rimuovere la base di cemento dal fondale marino. Nonostante questi atti vandalici, il danno è stato riparato.

La situazione generale è tuttavia in miglioramento, almeno sulle spiagge che non sono ancora state saccheggiate dal capitale privato. Il 15 luglio la sezione di Acaia dell'Associazione panellenica delle persone paraplegiche ha informato che in questa stagione estiva 13 spiagge della loro prefettura sono state per la prima volta rese accessibili alle persone con disabilità motorie. "L’accesso al mare per le persone con paraplegia, disabilità motorie e non solo, non è un semplice divertimento. Secondo tutti i dati scientifici, il contatto con il mare e il nuoto sono fondamentali per alleviare i complessi problemi di salute che costoro devono affrontare ogni giorno", sottolinea l'associazione.

L'accessibilità è lasciata molto spesso alla volontà dei comuni, ai bilanci locali e alla pressione delle associazioni delle persone disabili. Mancano invece norme specifiche, in Grecia come altrove in Europa.  

La situazione in Italia

Negli ultimi anni l'Italia ha compiuto notevoli progressi nella creazione di spiagge accessibili, tanto che 485 spiagge sono oggi dotate di strutture pensate per le esigenze delle persone con disabilità. Tra le principali spiagge accessibili si trova il Lido di Jesolo in Veneto, noto per offrire aree balneari accessibili alle sedie a rotelle, percorsi tattili e servizi igienici dedicati. In Emilia Romagna, le spiagge di Rimini si distinguono per le loro infrastrutture ben sviluppate, tra cui rampe, spogliatoi accessibili e servizi di assistenza forniti da personale qualificato. Anche la spiaggia sarda del Poetto a Cagliari è un esempio di accessibilità, con percorsi chiari e servizi progettati per soddisfare le esigenze dei diversi visitatori.

Il quadro legislativo si basa sul Codice del turismo, che richiede l'eliminazione delle barriere architettoniche e l'installazione di strutture atte a garantire l'accessibilità e impone alle autorità locali e agli operatori balneari di rispettare standard che promuovono l'inclusività. Il governo fornisce inoltre incentivi e finanziamenti ai comuni che danno priorità all'accessibilità nei loro piani di sviluppo turistico; queste iniziative sono spesso sostenute anche da politiche regionali.

Il passo in avanti della Bulgaria

Nella primavera del 2024 sulla costa bulgara del Mar Nero c'erano pochissime spiagge accessibili alle persone con disabilità, ma ad aprile 2024 il Parlamento bulgaro ha emendato la legge sulla costa del Mar Nero obbligando il governo a stabilire quali spiagge debbano essere rese accessibili alle persone con disabilità. Questa modifica ha già cambiato radicalmente la situazione: la Bulgaria è passata dall'avere tre-quattro spiagge accessibili in tutto il paese a ben 110.

Lungo le spiagge sono state collocate speciali rampe di legno per facilitare l'accesso all'area balneare. Le persone con mobilità ridotta possono però accedere al mare direttamente con la sedia a rotelle solo in una spiaggia della Bulgaria, Sunny Beach, la più grande località turistica del paese, nei pressi di Burgas. 

Spagna: la migliore al mondo

In Spagna, la legge obbliga le comunità autonome [l'equivalente delle regioni italiane, ndr] a fornire punti accessibili sulle loro spiagge, anche se la gestione dei litorali è nelle mani dei consigli locali. Esistono inoltre normative speciali in comunità come l'Andalusia, le Baleari e la comunità valenciana. 

Nerea ha 39 anni e viene da Malaga, sulla Costa del Sol, dove il passatempo preferito dell'estate è trascorrere tutto il giorno in spiaggia con un'anguria interrata nel bagnasciuga. Potersi godere la salsedine e la sabbia ha iniziato a diventare più complicato per lei nel 2015, quando una rara malattia mitocondriale le ha aperto le porte della realtà delle persone con mobilità ridotta. Con una disabilità del 75 per cento, andare in spiaggia si è trasformato in un’"avventura". Nerea sa di essere fortunata ad avere una rete di punti di accesso al mare raggiungibili a piedi che le permettono di andare in spiaggia e nuotare, ma sottolinea che c'è un ampio margine di miglioramento.

La Spagna è il paese con il maggior numero di spiagge accessibili al mondo secondo il programma Bandiera Blu, che prevede regolamenti e requisiti vincolanti. Il paese conta un totale di 747 spiagge, porti e siti interni insigniti del marchio Bandiera Blu, il 15 per cento di tutti quelli insigniti nel mondo. Un forte movimento sociale sviluppatosi negli ultimi anni ha svolto un ruolo decisivo nel diffondere la richiesta di spiagge accessibili. "La chiave è stato il coinvolgimento dei consigli comunali e delle municipalità", afferma José Palacios, presidente dell'Associazione per l'educazione ambientale e dei consumatori ADEAC-FEE, che coordina il programma Bandiera Blu in Spagna.

"Da quando sono diventata disabile, le risorse sono aumentate, ma dipende dai fondi che gli enti pubblici vogliono stanziare", sottolinea Nerea, che fa parte di un movimento cooperativo che si batte per migliori condizioni di accesso al mare. "Devo prenotare in anticipo, pensare al parcheggio, ci deve essere spazio, e posso andare solo con un accompagnatore. Alla fine si tratta di una difficoltà aggiuntiva a quella che già mi causa la disabilità", osserva Nerea.

Orari di balneazione limitati, mancanza di personale qualificato, carenza di posti e poca solidarietà sono le lamentele avanzate da molte associazioni spagnole di persone disabili. Tra le principali richieste c'è l'inclusione di misure che migliorerebbero l'esperienza dell'utente, come la garanzia di un percorso autonomo e sicuro per entrare in acqua.

Alla realizzazione di questo articolo hanno contribuito Ana Somavilla Morilla (El Confidencial, Spagna), Silvia Martelli (Il Sole 24 Ore, Italia) e Lilly Granitska (Μediapool, Bulgaria). 

 

Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.