Nonostante il muro delle forze dell'ordine, i lacrimogeni e i numerosi arresti tra i manifestanti, compreso l'ex ministro dell'Integrazione europea, in Georgia da due settimane non cessano le proteste contro la legge sugli agenti stranieri. Oltre 100.000 persone in piazza
Domenica sera un fiume di manifestanti ha sfidato il muro di forze di sicurezza attorno al parlamento. Si parla di oltre 100.000 manifestanti, la più grande partecipazione dalla Rivoluzione delle Rose. Due settimane ininterrotte di mobilitazioni che lasciano strascichi, fra gas, cariche e arresti.
Fra i vari arrestati di domenica anche l’ex ministro dell’Integrazione Europea. Il Social Justice Center (SJC) ha denunciato l'incarcerazione di Andro Chelidze, arrestato con l'accusa di teppismo e oltraggio a pubblico ufficiale, sottoposto a violenze fisiche durante la detenzione. Anche un suo amico, Luka Iremashvili, è stato detenuto per aver cercato di registrare gli abusi.
Il Servizio di Indagine Speciale ha avviato un’inchiesta su possibili violenze della polizia, ciononostante il giudice del Tribunale della capitale Tbilisi lo ha dichiarato colpevole e lo ha condannato alla detenzione, secondo il SJC per intimidire i manifestanti, in violazione degli standard indicati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Fioccano anche le sanzioni pecuniarie. Ma il numero di persone in strada aumenta invece di diminuire.
Si aprono nuovi contenziosi sulla libertà di manifestare, mentre ancora si stenta a chiudere i processi per le mobilitazioni dello scorso anno. Il 12 aprile Lazare Grigoriadis, arrestato per le proteste del 7-9 marzo 2023 contro la legge sugli agenti stranieri, è stato condannato a nove anni di prigione.
La difesa ha fatto appello alla Presidente Salomé Zourabishvili per una grazia. La capo dello Stato gli ha effettivamente concesso la grazia , ma il rilascio di Grigoriadis è stato protratto adducendo questioni procedurali . Il 24 aprile è finalmente stato rilasciato. Domenica sera anche lui era in strada a manifestare, dopo un anno di carcere.
La parola ai russi
Proprio la presidente Zourabishvili è stata oggetto della caustica ironia del ministro degli Esteri russo che ha ridicolizzato il suo ruolo di difensora della libertà di parola durante le manifestazioni del 2024. Piovono le dichiarazioni a supporto delle scelte del governo del Sogno georgiano da parte delle autorità russe, dal presidente della Duma di Stato russa Vyacheslav Volodin a Dimitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza nonché ex presidente russo, che non nasconde la matrice russa della legge della discordia sugli agenti stranieri, definendola “una idea russa”.
Il 22 aprile la ormai quotidiana protesta ha fatto tappa oltre che davanti al parlamento e alle principali istituzioni del paese anche davanti all’Hotel Tiflis, dove si trovavano gli ospiti di un evento co-organizzato dall’Istituto nazionale russo di ricerca per lo sviluppo delle comunicazioni (NIIRK), guidato da ex funzionari dei servizi segreti esteri e del FSB. L’evento ha avuto come titolo "I valori tradizionali come fattore di legame tra paesi e popoli” ed è stato ospitato da due entità affiliate al Cremlino in Georgia, l'Istituto Eurasiatico diretto da Gulbaat Rtskhiladze e la Fondazione SIKHA fondata da Archil Sikharulidze.
Rtskhiladze ha legami con varie organizzazioni e media filo-Cremlino ed è associato ad Alexander Dugin, ideologo russo noto per le sue opinioni razziste e imperialiste. La conferenza faceva parte di una serie titolata "La Russia e il mondo: Dialoghi – 2024", con sessioni in Bielorussia, Tagikistan e Ossezia del sud, dove si è parlato di "Il ruolo degli stati parzialmente riconosciuti nel mondo moderno: meccanismi dello sviluppo delle alleanze". Insomma, il tipo di serie che nel rispetto dell’integrità del paese ci si aspetterebbe di vedere bandito, non ospitato nella capitale.
Sempre più allineati
Nel frattempo, il Sogno georgiano porta avanti la sua campagna elettorale 2024 sempre più allineandosi su posizioni conservatrici oltranziste che fanno capo alla retorica russa. Come già nel 2023 con Irakli Garibashvili, la Georgia ha avuto anche questo anno il proprio primo ministro a parlare alla "Conservative Political Action Conference", meeting delle forze ultra conservatrici che si uniscono anche questo anno nella Budapest di Orban con il militante slogan “Wokebusters: Let’s Drain the Swamp!”, evento diviso in 3 panel “Sovereignty Lives, Globalism Dies,” “Save the West, Protect the Borders,” and “We Win, They Lose – 2024, an Election Superyear.”
A marzo Mamuka Mdinaradze , già promotore del rilancio della legge sugli agenti stranieri, ha proposto un disegno di legge costituzionale contro la comunità LGBTQ+. La proposta, annunciata durante una conferenza stampa presso la sede del partito, prevede di emendare l'articolo 30 della Costituzione georgiana per rafforzare ulteriormente i valori familiari e i diritti dei minori. Il disegno prescrive inoltre che i documenti ufficiali indichino solo il sesso come maschio o femmina basandosi sulle caratteristiche genetiche.
La legge proposta invalida qualsiasi azione pubblica o privata che limiti l'uso del linguaggio specifico di genere e vieta raduni che promuovono relazioni tra persone dello stesso sesso, adozione o interventi chirurgici di transizione di genere. Mdinaradze si è detto preoccupato riguardo a ciò che considera “propaganda” di stili di vita e punti di vista sessuali non tradizionali. Echeggia insomma la legge contro la propaganda omosessuale già adottata in Russia. Sono iniziate quindi le consultazioni per la revisione costituzionale cominciando con incontri nelle regioni.
Su questa piattaforma ultra conservatrice il Sogno continua la sua campagna elettorale con la Chiesa ortodossa georgiana, da cui incassa il sostegno a entrambi i progetti di legge.
Il percorso europeo
Rischia fortemente lo stand-by il percorso europeo della Georgia, finché il quadro legale del paese è indirizzato a diventare sempre più difforme da quello dell’Unione di cui – ormai solo sulla carta, e nemmeno poi tanto più su quella - il governo dichiara di ambire a divenire membro.
Il 25 aprile il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che accorpa diverse mozioni contro il disegno di legge sugli agenti stranieri, con una maggioranza di 425 voti a favore, 25 contrari e 30 astensioni. La risoluzione afferma che non dovrebbero essere avviate discussioni riguardanti l’adesione all'UE finché la legge è in via di approvazione o approvata. L’europarlamento chiede anche il ritiro delle proposte di emendamenti costituzionali che prendono di mira la comunità LGBTQ+.
Il testo approvato richiede l’introduzione di sanzioni contro il fondatore e presidente onorario del partito di governo, Bidzina Ivanishvili.
Come già in passato, si rinnova la richiesta di rilascio dell'ex presidente Mikheil Saakashvili.
L’europarlamento esorta la Commissione europea a valutare una sospensione della liberalizzazione dei visti dato che il paese sta violando i criteri in base ai quali è stata negoziata, ed in generale del supporto economico garantito al paese da commissione e paesi membri.