© zmotions/Shutterstock

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Campagna elettorale in chiusura per la Georgia che sabato 26 andrà al voto per il rinnovo del parlamento. Una campagna elettorale che, numeri alla mano, evidenzia la forte disparità di mezzi tra il partito di governo e l'opposizione

23/10/2024 -  Marilisa Lorusso

Questa settimana si chiude la campagna elettorale in Georgia, e sabato si va al voto per elezioni il cui svolgimento ed esito sono un grosso punto interrogativo. Le manifestazioni oceaniche della scorsa primavera, la grande spaccatura istituzionale fra presidenza e partito di maggioranza, precedenti di violenza istituzionalizzata, partito di maggioranza e opposizioni sulle barricate, e sullo sfondo l’eco di guerre che lambiscono il paese rendono questo contesto politico e sociale fra i più complessi degli ultimi trent’anni.

Spesso si parla di polarizzazione del contesto politico georgiano. Polarizzazione è però un termine che fa immaginare una contrapposizione di forze paragonabili per peso e potere. La Georgia degli ultimi dieci anni è invece qualcosa di molto diverso da questo. Da un lato, infatti, c’è un potentato economico che allo stato attuale detiene anche tutte le leve amministrative. Dall’altro, semplicemente, no.

Follow the money

Come partito al governo, il Sogno georgiano ha applicato nell’ultimo anno delle politiche molto generose che possono trasformarsi in voti.

A febbraio il governo ha proclamato una riduzione dei tassi di interesse per oltre 150.000 pensionati che avevano ricevuto prestiti prima del 2023 a tassi più elevati.

Ad aprile il parlamento con la maggioranza del Sogno ha approvato un aumento delle pensioni da 560 lari a 1.000 (un euro sono circa 3 lari) lari per gli agenti delle forze dell’ordine. Lo stesso mese il governo ha deciso di rinunciare alle passività fiscali sostenute e non pagate prima del 1° gennaio 2021, una misura che ha interessato circa 145.000 contribuenti.

Nel giugno 2024, il primo ministro ha annunciato che 1.855 individui e 38 società sarebbero state esentate dalle sanzioni imposte durante la pandemia di COVID-19, per un totale di 5,6 milioni di lari. A settembre, il parlamento ha promulgato un’amnistia per un’ampia gamma di condannati. La presidente Salomè Zourabishvili ha denunciato la nuova legge di amnistia come una “forma indiretta di corruzione degli elettori”.

Ma è anche sulla iniqua ripartizione delle risorse all’interno dello spettro politico che si gioca una partita molto pesante.

Secondo la legge esiste un sistema di finanziamento ai partiti misto: pubblico e privato. I partiti politici già presenti in parlamento ricevono finanziamenti pubblici annuali. Le campagne possono essere finanziate anche con fondi dei partiti politici e donazioni monetarie o in natura da parte di persone fisiche. I cittadini possono donare fino a 60.000 lari all’anno a uno o più partiti. Il controllo del finanziamento ai partiti è passato dall’Ufficio di Auditing statale al neo creato Ufficio anticorruzione.

Il Sogno georgiano ha ricevuto il maggior numero di donazioni, superando significativamente gli altri concorrenti: secondo i dati pubblicati dal nuovo Ufficio anticorruzione aggiornati al 21 settembre, nel 2024 il Sogno ha raccolto 9,8 milioni di lari, seguito da Akhali con 2,2 milioni di lari e Lelo con 2 milioni di lari. Quindi uno squilibrio di disponibilità finanziaria enorme. E il ruolo stesso giocato da questo nuovo organo di sorveglianza nella campagna elettorale accende una luce rossa.

Risorse improprie

L’Ufficio anticorruzione dovrebbe essere super-partes e indipendente.

Con una mossa inattesa durante la campagna elettorale l’Ufficio ha dichiarato diverse ONG, tra le quali Transparency International Georgia (TI-Georgia) e Vota per l’Europa, un movimento pubblico di cittadini, come “soggetti con obiettivi elettorali dichiarati ” vincolati quindi alle norme sul finanziamento della campagna elettorale.

La decisione ha fatto scalpore. Ma invece di rivederla alla luce dei propri parametri, l’Ufficio l’ha ritirata sotto la pressione del governo. La revoca della decisione ha seguito infatti le parole del Primo ministro Irakli Kobakhidze, che aveva esortato l’Ufficio anticorruzione a riconsiderare la sua decisione di classificare TI-Georgia come un’organizzazione parificata a partito. Questa classificazione avrebbe impedito a TI-Georgia di osservare le elezioni di ottobre sotto il suo nome.

Kobakhidze ha sostenuto che questo status potrebbe consentire una manipolazione esterna, ma ha comunque inveito contro la ONG. Kobakhidze ha accusato TI-Georgia di promuovere un’agenda politica radicale, compreso il tentativo di spodestare l’attuale governo. Ha aggiunto inoltre che altre organizzazioni potrebbero essere classificate allo stesso modo, ma ha invitato l'Ufficio a evitare ulteriori decisioni prima delle elezioni.

L’Ufficio ha quindi già accumulato un deficit di credibilità, mentre si è reso sempre più evidente che continua la lotta senza quartiere fra il Sogno e il mondo dell’associazionismo organizzato. La campagna di delegittimazione e screditamento che ha preceduto la legge sugli agenti stranieri è ancora in corso. Queste sono le prime elezioni che si tengono con la legge in vigore.

Sono state 120 le organizzazioni delle società civile e dei media che, con la Presidente della Repubblica, hanno presentato ricorso contestando la costituzionalità della legge presso la Corte costituzionale e richiedendo misure provvisorie per sospenderne l’applicazione. Il 9 ottobre la Corte ha dichiarato ammissibile il caso ma non ha accolto la richiesta di sospendere l’applicabilità della legge fino alla decisione definitiva.

Messaggi chiari per tutti

Il 16 settembre, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha presentato un nuovo pacchetto di sanzioni. Il segretario di Stato Anthony Blinken ha sottolineato l'impegno degli Stati Uniti a ritenere responsabili coloro che violano i principi democratici e i diritti umani in Georgia.

Le sanzioni prendono di mira specificamente coloro che sono coinvolti in risposte violente a proteste pacifiche, nonché individui che diffondono disinformazione, promuovono leggi antidemocratiche e si impegnano in pratiche di corruzione.

I quattro individui sanzionati sono designati nell’ambito del programma di sanzioni Global Magnitsky e sono due funzionari georgiani, Zviad Kharazishvili (Khareba) e il suo vice Mileri Lagazauri, insieme a due figure dell’estrema destra di Alt-Info, Konstantine Morgoshia e Zurab Makharadze, per il loro ruolo nella violenta repressione dei manifestanti anti-agenti stranieri.

Le sanzioni sono state imposte per gravi violazioni dei diritti umani, compresi attacchi violenti contro manifestanti pacifici. Gli Stati Uniti hanno inoltre imposto restrizioni sui visti a più di 60 cittadini georgiani e alle loro famiglie per aver indebolito la democrazia in Georgia.

Un paio di settimane dopo il ministero degli Interni georgiano metteva Khareba a capo dei Gruppi territoriali, nuove unità istituite per individuare e prevenire le violazioni elettorali nei seggi.

Il decreto ministeriale conferisce a questi gruppi il potere di vietare la partecipazione alle elezioni a individui denunciati per aver interrotto il processo elettorale. E al vertice, appunto, un sanzionato che non ha mai nascosto la sua vocazione da picchiatore, anzi se ne è fatto vanto.