Nei sondaggi d'opinione effettuati in Georgia l'integrità territoriale è sempre stata uno dei temi più sentiti. Ma i dati di un sondaggio del 2019 di Caucasus Barometer mostrano che sempre più cittadini in Georgia sono aperti al compromesso con i territori separatisti
(Pubblicato originariamente da OC Media il 24 agosto 2020)
La questione dell'integrità territoriale rimane una delle principali preoccupazioni per molti georgiani, sebbene la sua rilevanza sia in calo. Nel 2009, un sondaggio CRRC/NDI evidenziò che il 49% degli intervistati percepiva l'integrità territoriale come la principale questione nazionale. Solo il 29% ha affermato così in un sondaggio simile condotto nel 2019.
Nonostante sia rilevante, si sa relativamente poco di ciò che l'opinione pubblica georgiana pensa della risoluzione dei conflitti o delle relazioni del paese con le regioni separatiste Abkhazia e Ossezia meridionale, o sul tipo di relazioni che la Georgia dovrebbe avere con loro.
I sondaggi di CRRC Caucasus Barometer del 2013 e del 2019 mostrano che i georgiani preferiscono di gran lunga le proposte di soluzione dei conflitti che mantengono l'integrità territoriale del paese. Nel 2019, circa l'87% della popolazione ha dichiarato di preferire che l'Abkhazia e l'Ossezia meridionale vengano re-incorporate direttamente nel territorio georgiano, una percentuale abbastanza vicina ai dati del 2013 (82%).
Tuttavia, gli interpellati sembrano essersi aperti anche ad altre potenziali soluzioni.
Nel 2013 un quarto degli intervistati sosteneva l'idea che la Georgia e l'Abkhazia formassero una confederazione, mentre nel 2019 i favorevoli sono saliti a quasi la metà.
Nel 2019, il 43% dei georgiani ha sostenuto la creazione di una confederazione che includesse l'Ossezia del Sud come entità a pari diritti della Georgia.
I risultati del sondaggio del 2013 mostravano che il 57% dei georgiani allora accettava che l'Abkhazia godesse di un elevato grado di autonomia all'interno della Georgia, mentre la percentuale è aumentata al 67% nel 2019.
Chi è più aperto al compromesso?
Ma chi è più aperto a fare concessioni? Per indagare su questo è stato costruito un cosiddetto “modello di regressione”. L'apertura è stata misurata su un indice di quattro punti. Il valore più alto dell'indice è stato assegnato agli intervistati che hanno affermato di accettare l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale. A coloro che erano disposti ad accettare la confederazione sono stati assegnati tre punti, agli intervistati che accettavano solo l'autonomia regionale due e a quelli che sostenevano la necessità di una loro incorporazione direttamente nel territorio georgiano uno.
L'analisi di questi dati ha evidenziato che sono i cittadini di Tbilisi quelli più aperti al compromesso. La probabilità di un cittadino della capitale di ottenere un quattro nel punteggio si è dimostrata doppia (14%) rispetto a un residente nelle aree rurali (7%). Anche la probabilità di ottenere il punteggio tre era più alta per i cittadini di Tbilisi.
Nel sondaggio di Caucasus Barometer non si chiedeva agli intervistati se erano sfollati a causa del conflitto ma si è valutato la distanza di residenza dalle aree del conflitto come variabile proxy.
Gli intervistati che risiedono nelle immediate vicinanze dell'Abkhazia hanno più probabilità di ottenere il punteggio più alto (18%) rispetto a quelli che vivono a 40 chilometri o più dall'Abkhazia (13%). Allo stesso modo, hanno più probabilità di ottenere un tre nella scala di valutazione rispetto a quelli che risiedono più lontano.
Lo schema si è rivelato diametralmente opposto nel caso dell'Ossezia meridionale. Coloro che risiedono in prossimità della regione erano più propensi a opporsi alle concessioni all'Ossezia meridionale, con appena l'8% di possibilità di ottenere quattro punti sulla ipotetica scala del compromesso.
Sembrerebbe quindi che i georgiani siano sempre più disposti a prendere in considerazione risoluzioni alternative per queste controversie territoriali.
Il sondaggio di Caucasus Barometer mostra che i cittadini di Tbilisi sono i più aperti a un potenziale compromesso. Coloro che hanno avuto maggiori probabilità di sperimentare direttamente il conflitto hanno invece opinioni divergenti.
Sebbene l'opinione pubblica georgiana sembri essere più aperta al cambiamento rispetto al passato, ciò non garantisce che il processo di pace troverà uno sbocco nell'immediato futuro. Se si considerano le opinioni espresse dalle élite nazionali e da quelle al di là dei confini, le possibilità di una svolta appaiono piuttosto scarse.