Proteste in strada a Tbilisi, Georgia. 15 aprile 2024 - foto Mariam Nikuradze/OC Media

Proteste in strada a Tbilisi, Georgia. 15 aprile 2024 - foto Mariam Nikuradze/OC Media

Nonostante le promesse, il "Sogno georgiano" al potere a Tbilisi ha deciso di reintrodurre la proposta di legge sugli "agenti stranieri" che colpisce le ONG che ricevono finanziamenti dall'estero. Un'iniziativa duramente criticata dall'opposizione, ma anche da Stati Uniti ed Unione europea

16/04/2024 -  Marilisa Lorusso

Mamuka Mdinaradze, leader della maggioranza parlamentare del partito al potere "Sogno Georgiano, ha annunciato la reintroduzione del progetto di legge sugli agenti stranieri, precedentemente abbandonato dopo le grandi manifestazioni di protesta dello scorso anno.

La versione rivista del provvedimento sostituisce "agente" con "organizzazione che persegue gli interessi di una potenza straniera": il disegno di legge richiede alle organizzazioni che ricevono finanziamenti dall'estero di divulgare relazioni finanziarie annuali ed essere indicato come promotore di interessi esteri.

La maggioranza parlamentare accusa le ONG di interferire nelle elezioni e di minare le istituzioni statali. Si attribuiscono alle ONG la diffusione di un’ideologia pseudo-liberale, la promozione della propaganda LGBT+, la sovversione politica e gli attacchi alla Chiesa ortodossa.

Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha espresso pieno sostegno all'iniziativa politica e si è lanciato in quello che sta diventando il suo tratto distintivo in politica estera: denigrare l’operato delle rappresentanze diplomatiche occidentali in Georgia.

Sia Mdinaradze che Kobakhidze hanno espresso piena fiducia nel fatto che questa volta i cittadini georgiani capiranno il senso della legge, visto che il Sogno ritiene di essere stato frainteso in passato.

Un anno fa in reazione alla presentazione del testo erano scoppiati disordini e il Sogno si era impegnato a ritirare definitivamente il progetto di legge. Finora l’unico indicatore forte sulla comprensione del testo della legge è che quando il 15 aprile l’ha presentato in commissione affari legali, Mdinaradze è stato preso a pugni . E che il ritiro definitivo della legge, come era stato promesso, era una menzogna.

Il parlamentare dell’opposizione Aleko Elisashvili - autore dell'aggressione al promotore della legge - è stato espulso dalla commissione , insieme ad altri rappresentanti dell’opposizione. Senza alcun membro dell’opposizione presente, la commissione ha quindi approvato il progetto di legge in serata, mentre fuori si erano radunati migliaia di cittadini .

Reazioni nazionali

La presidente della Georgia Salome Zourabishvili ha criticato duramente il partito al potere, accusandolo di sabotare il futuro europeo della Georgia. Ha poi denunciato il rifiuto da parte del partito delle riforme giudiziarie necessarie, delle pratiche elettorali eque, delle misure anticorruzione e delle iniziative per l'uguaglianza di genere.

Zourabishvili ha anche condannato le azioni provocatorie del partito, come il disegno di legge anti-LGBT+ che pure verrà riproposto, e la reintroduzione di una cosiddetta “legge russa”, come da sempre la legge sugli agenti stranieri viene definita dall’opposizione, per via delle somiglianze con la liberticida legge russa. Ha invocato l’unità sotto la bandiera europea nelle prossime elezioni, sottolineando la necessità di un accordo nazionale sull’Europa. La presidente ha affermato che il Sogno Georgiano è in verità null’altro che il sogno russo , e che se il provvedimento passasse, porrà il veto sulla legge sugli agenti stranieri.

Sette partiti di opposizione hanno condannato congiuntamente la reintroduzione della legge, definendola un tradimento del percorso europeo della Georgia. In risposta, il partito di opposizione "Per la Georgia" ha presentato un disegno di legge per contrastare l’influenza russa.

Le organizzazioni della società civile georgiana hanno emesso una dichiarazione sfidando i funzionari del partito al potere a chiarire se siano stati istruiti ad agire a favore di interessi stranieri, visto che molti di loro hanno lavorato e beneficiato di fondi e organizzazioni che oggi definiscono foriere di sovversione.

I media indipendenti, non ammessi ad assistere alla seduta della commissione che deve vagliare il progetto di legge, fanno resistenza, sottolineando il potenziale della legge volto a mettere il bavaglio alle voci critiche e minare la democrazia europea della Georgia.

Oltre 400 ONG si sono unite per opporsi al disegno di legge, condannando la violazione della promessa da parte del governo e il suo impatto dannoso. Argomentano che la legge serve a reprimere la libertà di parola e a dividere la popolazione, ostacolando le prospettive di integrazione europea. Alcune categorie vulnerabili, i cui programmi di integrazione e sostegno dipendono largamente dalle attività delle ONG finanziate dall’estero, come i disabili, sono scese in piazza per sensibilizzare sui rischi che riguardano le loro vite.

Da oltre confine è arrivata la solidarietà alla società civile georgiana delle ONG armene che hanno condannato gli sforzi per limitare le libertà civiche e i diritti fondamentali.

Il 15 aprile, ben prima dell’orario previsto per la manifestazione davanti al Parlamento, tanti georgiani erano già in strada con bandiere nazionali ed europee, preceduti dagli studenti. In migliaia hanno presidiato l’area per tutta la sera, e con la notte sono arrivati gli arresti, circa una quindicina, nonostante la manifestazione fosse molto partecipata ma pacifica. L’appuntamento in piazza è per il 16 aprile, a mezzogiorno, quando la plenaria del parlamento sarà chiamata a votare la legge.

Reazioni internazionali

Intanto il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha difeso la reintroduzione della legge sugli agenti stranieri da parte della maggioranza parlamentare georgiana.

Per il Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller ha notato che forse in Georgia si devono fare qualche domanda e darsi anche qualche risposta, se la legge in questione incontra il plauso internazionale esclusivo del Cremlino. La reintroduzione della legge sugli agenti stranieri infatti ha suscitato significative preoccupazioni e condanne internazionali.

L'UE ha esortato la Georgia ad adottare riforme in linea con le sue aspirazioni europee e ha sottolineato l'importanza di mantenere un ambiente favorevole per le organizzazioni della società civile. I membri del Parlamento Europeo di vari gruppi politici hanno condannato la reintroduzione della legge, sottolineando la sua incompatibilità con i valori dell'UE e i principi democratici. Hanno chiesto alla Commissione Europea di monitorare le decisioni della Georgia e hanno sottolineato l'importanza di una relazione inclusiva con la società civile per l'integrazione dell'UE della Georgia.

I Presidenti dei Comitati degli Affari Esteri di dodici stati europei hanno espresso profonda preoccupazione, definendo la legge un passo ostile contro le aspirazioni europee della Georgia. Fra i firmatari anche l’Italia.

Il Dipartimento di Stato ha espresso profonda preoccupazione, e invitato a soppesare le conseguenze dell’approvazione della legge. Non si esclude che vengano adottate dagli Stati Uniti contromisure di peso, e in Georgia si è ventilata l’ipotesi che si parli di regimi sanzionatori.

I correlatori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) per la Georgia hanno espresso profonda preoccupazione per la reintroduzione della legge. La Commissione Helsinki degli Stati Uniti ha definito la reintroduzione della legge un attacco deliberato alla democrazia e alla scelta euro-atlantica della Georgia. Il Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU ha esortato la Georgia a ritirare la legge, avvertendo che essa costituisce una seria minaccia alle libertà di espressione e di associazione.

Questa sommaria panoramica sulle reazioni sottolinea la diffusa preoccupazione internazionale sulle implicazioni della reintroduzione della legge sugli agenti stranieri sui valori democratici della Georgia, sull'integrazione europea e sulla capacità della società civile di operare liberamente.