Lo scorso 20 febbraio il neo premier georgiano Irakli Kobakhidze ha visitato Bruxelles per incontri istituzionali con UE e NATO. Ma se le relazioni tra Tbilisi e UE sembrano procedere, sul fronte interno la situazione politica è segnata da euroscetticismo e poca trasparenza
Il primo viaggio all’estero del neoeletto primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze è stato a Bruxelles, dove ha avuto un'agenda articolata di incontri con le istituzioni UE e con la NATO .
Il 20 febbraio a Bruxelles si è tenuta l’ottava riunione del Consiglio di associazione UE-Georgia, presieduta dall’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, con la partecipazione di Kobakhidze. Le discussioni si sono concentrate sui progressi dell’adesione della Georgia all’UE, sul dialogo politico, sulle riforme, sulla cooperazione economica, sulle questioni commerciali e sulla risoluzione dei conflitti. Si sono confermate la volontà di sostenere la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia, e l’impegno a rafforzare la resilienza attraverso la cooperazione e il finanziamento per la sicurezza. Si è parlato di politica estera e di sicurezza, sottolineando la cooperazione regionale. Borrell ha esortato a continuare gli sforzi di riforma, sottolineando la necessità di coinvolgimento della società.
Borrell ha sollevato preoccupazioni sulla disinformazione anti-occidentale in Georgia, con un appello a intensificare gli sforzi per combattere la manipolazione e le interferenze straniere e ha ricordato di essere rimasto colpito dalla diffusa esposizione delle bandiere dell’UE a Tbilisi durante la sua visita nel settembre 2023, e non legate alla sua presenza in città ma simbolo dell’aspirazione dei cittadini all'integrazione europea. Ha esortato quindi la Georgia, rappresentata da Kobakhidze, a soddisfare le aspettative dei suoi cittadini e ha promesso un maggiore sostegno dell’UE per le aspirazioni all'adesione.
UE a Tbilisi
Il 7 settembre 2023 Josep Borrell era appunto stato a Tbilisi, prima che fosse resa nota la decisione sullo status di candidato del paese. Proprio la visita di Borrell è stata, secondo uno studio del 2023 sulla destra parlamentare ed extraparlamentare georgiane, uno degli episodi che maggiormente avevano scatenato la rete di disinformazione anti-occidentale nel paese. Il sito web apertamente filo-russo Georgia and the World aveva criticato la visita di Borrell, suggerendo che gli interessi occidentali tendevano a provocare uno scontro con la Russia e a spingere verso una rivoluzione in Georgia. Sul sito si affermava che l'Occidente mira a creare un secondo fronte di guerra contro la Russia - uno dei cavalli di battaglia del governo, l’eterno spauracchio della guerra con la Russia - promuovendo l’euroscetticismo e scoraggiando l'integrazione della Georgia nello spazio euro-atlantico.
In questo, come in molti punti dei programmi e valori, soprattutto quelli relativi all’identità nazionale, ai rapporti con la Russia, all’omofobia come strumento di identificazione di identità nazionale, ma anche in geo-politica, il Sogno georgiano si allinea all’estrema destra. Rispetto all’integrazione europea la strategia del governo include il mantenimento di una posizione politica duplice, utilizzando il sentimento anti-occidentale per screditare l’UE in caso di insuccessi o critiche ricevute, ma rivendicandone il merito, come per lo status di candidato della Georgia conferito dal Consiglio europeo. Lo si è visto in occasione del conferimento dello status di candidato, quando il sindaco Kakhi Kaladze e Irakli Kobakhidze, ambedue del Sogno georgiano, hanno pubblicamente attribuito la riuscita ai loro sforzi politici, e al patron del partito Bidzina Ivanishvili.
Dopo che la Georgia ha ottenuto lo status di candidato dall'UE, i gruppi di ultra-destra hanno invece intensificato la loro retorica euroscettica, fino ad azioni aggressive. Il 20 dicembre 2023, Lasha Sharukhia del Movimento Conservatore/Alt-Info è stato arrestato per aver bruciato la bandiera dell’UE sull’edificio dell'amministrazione di Mtskheta. Questo ha scatenato la campagna “Bruciate le bandiere dell'Unione Europea” da parte dei gruppi estremisti, con il sostegno di leader radicali e alcuni preti che hanno bruciato bandiere dell'UE in segno di solidarietà. Anche altri leader della destra, come Irakli Martynenko e Zurab Makharadze hanno partecipato, bruciando una bandiera dell’UE davanti al municipio di Tbilisi ma senza essere arrestati, con Martynenko multato e Makharadze sottoposto a procedimenti amministrativi. Konstantine Morgoshia, leader del Movimento Conservatore/Alt-Info, ha lodato le azioni di Sharukhia, dichiarando la resistenza contro l’influenza esterna.
Da Garibashvili a Kobakhidze
In questa fase pre-elettorale, fra i vari analisti qualcuno ha ipotizzato che il passaggio fra Garibshvili a Kobakhidze sia stato voluto da Ivanishvili anche per mantenere maggiore controllo sul rapporto con l’estrema destra, in un equilibrio volto a non inimicarsi le correnti più conservatrici anche all’interno della chiesa, ma anche a non spaventare l’elettorato con una retorica troppo anti-europeista.
Ci sono possibilità e segnali che Ivanishvili abbia deciso di mettere un silenziatore sulla retorica conservatrice divisiva e le dimissioni di Garibashvili sono state rapidamente seguite da un piccolo giro di vite dei gruppi di estrema destra, anche se è chiaro che i loro spazi rimangono garantiti e i loro cavalli di battaglia possono sempre essere rispolverati. D’altro canto Kobakhidze stesso si è distinto in passato come apertamente critico delle politiche europee, anzi, la sua retorica è spesso stata anche più aggressiva di quella di Garibashvili.
Kobakhidze si è distinto poi per aperti sgarbi diplomatici, in episodi che non sono frequenti nelle relazioni, soprattutto amichevoli, fra paesi. Nel settembre 2022 mentre l’Ambasciatore UE Carl Hartzell stava per rimettere il mandato dopo quattro anni di attività diplomatica in Georgia, Kobakhidze se ne è uscito con parole di biasimo, esprimendo delusione per l’operato di Hartzell ed affermando che l’ambasciatore aveva svolto un ruolo negativo nelle relazioni tra l’UE e la Georgia.
Kobakhidze ha affermato di essersi astenuto dal commentare su Hartzell a causa di processi in corso, ma ora che il suo mandato stava per terminare, si sentiva di liquidarlo come un insuccesso. Gli ha dato man forte il deputato del Sogno Nikoloz Samkharadze suggerendo che Hartzell avrebbe potuto fare di più per aiutare la Georgia a ottenere lo status di candidato all’UE. Insomma, nel gioco retorico dell'elite del partito al governo, nel processo di integrazione i meriti sono del Sogno, i demeriti dell’Unione Europea. E se poi le cose dovessero andare male, l’integrazione stessa diventa un obiettivo non poi così auspicabile, e si possono sempre riesumare i cavalli di battaglia dei gruppi ultra-conservatori di destra.
Peraltro, lo stesso sgarbo diplomatico Kobakhidze l’aveva riservato a Kelly Degnan , ambasciatrice statunitense, accusandola a fine mandato di aver lavorato per danneggiare i rapporti Georgia-UE. Non a caso, da alcuni Kobakhidze viene assimilato a un assai opportunista Giano Bifronte, pronto a posare in foto insieme a diplomatici occidentali, per poi contribuire a demonizzarne l’operato, i paesi e le istituzioni.