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Nuova fase dello scontro tra il governo guidato da Saakashvili e il movimento d'opposizione del miliardario Bidzina Ivanishvili: ora si è passati alla confisca di antenne paraboliche. Sullo sfondo il controllo dei media televisivi in vista delle ormai imminenti elezioni politiche

04/07/2012 -  Tengiz Ablotia Tbilisi

Alla vigilia delle elezioni parlamentari previste per il prossimo autunno, la libertà dei media, soprattutto televisivi, è diventata uno dei temi principali nel dibattito politico georgiano. Nonostante le autorità sostengano - sempre a parole - la libertà d'espressione, la Georgia rimane per ora nella lista dei Paesi "parzialmente liberi" redatta dall'organizzazione Freedom House. E la situazione generale del mercato televisivo in Georgia rispecchia pienamente questo concetto.

Polarizzazione

Allo stato attuale non vi sono praticamente emittenti che non facciano propaganda, pro o contro il governo. La rete pubblica rimane relativamente neutra, proprio perché la sua natura non le permette di schierarsi troppo, ma è comunque dalla parte del governo: ad esempio i telegiornali spesso ignorano eventi scomodi per il governo o singoli funzionari. Se la notizia è di portata tale da non poter essere ignorata, viene presentata in fretta, con un servizio di un minuto e mezzo, o se possibile messa in coda al telegiornale. Inoltre la televisione pubblica trasmette quattro dibattiti politici a settimana, in cui si approfondiscono le questioni di maggiore attualità.

Se la televisione pubblica cerca di essere almeno in parte obiettiva, i due principali canali nazionali ("Rustavi 2" e "Imedi") sono aperti sostenitori del governo e portano avanti campagne contro l'opposizione. I due canali hanno a disposizione ingenti risorse economiche e raggiungono tutta la Georgia, compresi i più sperduti villaggi di montagna. La loro influenza è enorme, proprio perché vengono guardati praticamente da tutti, anche se a fidarsene sono in pochi. Tutti sanno che "Rustavi 2" e "Imedi" fanno propaganda, ma per abitudine li guardano lo stesso.

Il secondo polo televisivo georgiano è costituito da tre canali d'opposizione: "Maestro", "Kavkasia" e il nuovo "Canale 9" di proprietà del miliardario Bidzina Ivanishvili. Questi canali sono speculari a quelli filo-governativi e anche loro fanno propaganda, ma per l'opposizione: giocano in attacco e trasmettono molti talk-show in cui la maggior parte degli ospiti sono leader dell'opposizione o giornalisti ed analisti simpatizzanti.

I media d'opposizione

Nonostante la formale parità fra i tre canali filo-governativi e i tre d'opposizione, la situazione è nei fatti molto sbilanciata. Come già detto, i primi trasmettono su tutto il territorio nazionale, mentre i secondi hanno possibilità più limitate. "Maestro" e "Kavkasia" trasmettono in analogico solo a Tbilisi e nelle regioni limitrofe, e sulle reti via cavo incontrano problemi dovuti al rifiuto di alcune compagnie di trasmettere i due canali. Questo accade senza alcuna spiegazione, dando adito a teorie su pressioni da parte del governo. "Maestro" va in onda anche sul satellite, ma i problemi con le reti via cavo riducono il pubblico potenziale in modo significativo.

Ancora più seri i problemi del "Canale 9" di Ivanishvili, il cui segnale non è trasmesso né via cavo né via satellite, ma solo attraverso le parabole di "TV Global", di proprietà del fratello del miliardario. Azienda sulla quale sono in atto molte pressioni.

L'esempio più clamoroso è di un paio di settimane fa, quando la procura generale ha formalmente accusato "TV Global" di compravendita di voti. Il fatto è che la società ha acquistato 110.000 antenne paraboliche e le ha messe a disposizione dei consumatori a proprie spese e a condizioni economicamente estremamente vantaggiose per i clienti, tanto da generare l'accusa di lavorare in perdita allo scopo di corrompere gli elettori. Il 22 giugno, nel corso del processo che ne è seguito sono stati messi i sigilli agli edifici di "TV Global" e confiscate 50.000 antenne paraboliche.

La confisca è stata definita illegale dall'Associazione dei giovani avvocati georgiani e da Transparency International. Come spiegato in un comunicato di TV Georgia , la legge georgiana esclude la confisca di beni nel corso di indagini relative alla compravendita di voti. "Canale 9" continua ad operare, ma è disponibile solo per gli utenti di "TV Global", che non è fra le reti via cavo più diffuse in Georgia.

Una nuova legge

Con l'avvicinarsi delle elezioni, diverse organizzazioni non governative e un gruppo di giornalisti parte del movimento "Ti riguarda" hanno sollevato la necessità di una legge che obblighi i proprietari di reti via cavo a trasmettere tutti i canali che hanno una "licenza generale", ovvero che si occupano di notizie e politica. A loro avviso, questo aiuterebbe i canali d'opposizione e garantirebbe una corretta informazione nel periodo elettorale.

Le autorità georgiane hanno a lungo rifiutato questa iniziativa, giustificandosi con la riluttanza nell'interferire con le attività di imprese private. Tuttavia, molto probabilmente a causa dell'influenza di diplomatici occidentali, sono state costrette a scendere a compromessi. Così, formalmente, l'obbligo durerà solo dall'apertura del periodo elettorale (agosto) al completamento delle elezioni (ottobre-novembre). Ma è difficile immaginare che, a novembre, le autorità chiedano alle emittenti via cavo di sospendere la trasmissione dei canali dell'opposizione: il gesto, anche informale, avrebbe troppa risonanza in Georgia e in occidente, ed è difficile che si arrivi a tanto.

Così, in parallelo con le azioni contro il “Canale 9”, il governo georgiano ha compiuto allo stesso tempo un passo in avanti che invece contribuirà a migliorare significativamente la libertà dei media nel Paese, quantomeno nei contesti urbani.

Al momento non ci sono cifre esatte circa il numero di utenti di tv via cavo: sappiamo solo che gran parte della popolazione urbana utilizza i servizi via cavo, mentre la popolazione rurale rimane legata all'antenna analogica (o, per chi se lo può permettere, al satellite). La nuova legge consentirà quindi a tutti coloro che hanno accesso a televisione via cavo di avere libero accesso a tutti i canali d'informazione, siano essi filo-governativi o più vicini all'opposizione. Nulla cambia invece per buona parte degli abitanti delle zone rurali, che attraverso le antenne analogiche continueranno a rimanere informati esclusivamente dalle reti filogovernative.