La valle del fiume Rioni e il villaggio di Shovi prima dell'inondazione

La valle del fiume Rioni e il villaggio di Shovi prima dell'inondazione © Carrot Spy/Schutterstock 

Nel mese di agosto una devastante frana ha colpito la località turistica di Shovi, tra le montagne della Georgia. Un tragico evento che ha posto in risalto in maniera inequivocabile l'esigenza di migliorare la pianificazione ambientale e la preparazione per affrontare eventi catastrofici

05/09/2023 -  Marilisa Lorusso

La stazione turistica di Shovi, in Georgia occidentale, si trova nella regione di Racha, sulle rive di un affluente del fiume Rioni e a ridosso di un grande ghiacciaio. E’ una località termale molto amata, all'interno del comune di Oni dove viene prodotta un’importante acqua gassata. Questa posizione la rende una destinazione turistica particolarmente famosa ed apprezzata nella regione.

Nel pieno della stagione turistica una grande inondazione ha travolto il principale resort di Shovi, il "Sunset". Il 3 agosto, all'improvviso, una combinazione di eventi ha fatto sì che si riversasse sul resort un’enorme quantità di materiale. Dalle prime ricostruzioni, l’evento estremo è stato probabilmente la conseguenza di una combinazione di piogge e dell’innalzamento delle temperature che hanno innescato una frana di detriti composta da rocce e ghiaccio ad una altitudine di circa 3.800 metri. Questa frana avrebbe poi urtato il ghiacciaio Buda che è in parte franato. Questo processo ha innescato una frana che ha comportato la caduta di almeno cinque milioni di metri cubi di materiale che si sono riversati in otto-dieci minuti verso valle, travolgendo la località.

Shovi è stata rovinosamente invasa da acqua e fango, le strade sono state trasformate in fiumi impetuosi e le abitazioni sono state allagate, i terreni agricoli sommersi. Un drammatico scenario che ha causato la distruzione delle infrastrutture nella zona e travolto numerose vite. Allo stato attuale si stima che i morti siano stati almeno trenta.

La Georgia occidentale non è nuova alle frane, ma il cambiamento climatico sta rendendo il ghiacciai sempre più instabili, soprattutto quando questo processo di scioglimento è accompagnato dalle periodi estremamente piovosi a causa dei quali il terreno saturato non è in grado di raccogliere più le piogge. C'è poi un problema di edificazione a ridosso dei ghiacciai: la Georgia sta investendo molto sul turismo outdoor e sul turismo di montagna, questo implica però la presenza di edifici e strutture turistiche a ridosso di aree possibilmente franabili e pone dei problemi di pianificazione.

I soccorsi

Sono state più di duecento le persone coinvolte nella ricerca dei sopravvissuti e purtroppo delle salme, perché è stato evidente fin da subito che questa l’ondata di fango e detriti avrebbe lasciato poco scampo a chi si trovava sul suo percorso. Le infrastrutture chiave sono state gravemente danneggiate o distrutte, rendendo difficile l'accesso e la comunicazione con la zona colpita. Un ruolo fondamentale è stato giocato proprio dalla comunità di Shovi che si è mossa immediatamente per cercare di salvare il salvabile soprattutto in termini di vite. L'intervento a seguito dell'inondazione è stato immediato dal punto di vista della presenza di volontari. C'è stata invece una polemica sulla capacità di intervento da parte dello stato poiché i primi soccorsi ufficiali si sono presentati con tre ore di ritardo.

I locali hanno raccontato con orgoglio di aver assistito a come la comunità di Shovi e i suoi ospiti - in un momento così difficile - sia stata incredibilmente unita. Non importava chi si fosse, da dove si venisse, tutti erano uniti dall'obiettivo comune di proteggere l’amata cittadina. Da questa esperienza rimane un grande senso di solidarietà e la consapevolezza di aver giocato un ruolo importante nell'opera di salvataggio dei propri concittadini.

Dopo il dramma

Il dramma ha imposto alcune domande, in primis perché il lavoro di monitoraggio del ghiacciaio sia stato così lacunoso ed eseguito in modo obsoleto. Il monitoraggio e gli interventi, inclusi gli allarmi, sono affidati a vecchi elicotteri (alcuni ancora del periodo sovietico) mentre per frane che si muovono con questa velocità sarebbe necessario l'utilizzo di droni e la presenza di piani di evacuazione noti alla popolazione e comunicati prontamente ai turisti che si trovano nell'area. Gli elicotteri molto spesso non sono provvisti di sistemi di visione notturna, quindi spostarsi durante la notte - come sarebbe stato necessario in questo caso - è al momento impossibile.

Oltre a una scia di morte la frana e allagamento di Shovi lasciano dentro di sé una serie di punti  di riflessione importanti anche in termini di pianificazione e di preparazione perché gli eventi climatici estremi diventano sempre più comuni. La pianificazione e le capacità di allarme e di mobilitazione per queste situazioni devono diventare una priorità sia per le comunità locali che per le autorità. Questo include ovviamente dei sistemi di allerta precoce e piani di evacuazione, infrastrutture resistenti e concepite per resistere alle onde d’urto che gli eventi estremi implicano. Ma anche una maggiore consapevolezza ambientale, perché fenomeni come la deforestazione possono aumentare il rischio di inondazioni.

La Presidente della Repubblica Salomè Zourabishvili ha ricordato che Shovi impone di riflettere sulla nostra realtà, sul contesto in cui viviamo, e sul fatto che nonostante tutti i nostri progressi tecnologici siamo ancora parte integrante dell'ecosistema. La sua riflessione è non solo critica, ma propositiva, perché richiama l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni a investire nella ricerca scientifica e a una migliore pianificazione dell'uso del territorio. Shovi era indicata come area a rischio, eppure il 4 agosto ha colto tutti impreparati.

La Presidente ha concluso il suo discorso dichiarando che Shovi si rialzerà più forte di prima, e che i cittadini georgiani ricostruiranno e impareranno.

Più problematiche sono state le posizioni di alcuni parlamentari, tra cui per esempio il segretario del partito Sogno Georgiano che ha liquidato le testimonianze di sopravvissuti come menzogne, per poi dichiarare che le loro parole sarebbero state oggetto di indagini. Questo, insieme ad alcune dichiarazioni del Ministero degli Interni ha causato una serie di reazioni da parte della popolazione locale, che nel reagire al disastro si è sentita parte di un movimento importante e significativo per salvare vite.

Solidarietà per la Georgia è stata espressa dall'Unione Europea, così come dalle ambasciate presenti nel paese. Oltre alla solidarietà è stata offerta assistenza umanitaria per affrontare l'emergenza, sottolineando l'importanza della collaborazione internazionale nella gestione delle catastrofi naturali.