Charles Michel e Salomé Zourabichvili - foto UE

 Charles Michel e Salomé Zourabichvili - foto UE

Tutte le istituzioni Ue lanciano l'allarme per il futuro europeo di Tbilisi in vista delle elezioni parlamentari del 26 ottobre. Le “azioni preoccupanti” della campagna elettorale di Sogno Georgiano portano al rischio di un blocco definitivo del percorso di adesione

11/10/2024 -  Federico Baccini Bruxelles

I riflettori sono tutti per la Georgia, ma questa volta con un brivido di inquietudine per gli sviluppi post-elettorali che potrebbero sancire l'allontanamento di Tbilisi dall'Unione Europea. Quando sono ormai prossime le cruciali elezioni parlamentari del 26 ottobre in Georgia, le istituzioni Ue parlano a una sola voce per esprimere un messaggio chiaro: se non ci sarà un'inversione del corso politico nel paese, oggi candidato all'adesione, il percorso europeo della Georgia sarà definitivamente bloccato.

Un messaggio che emerge in modo inequivocabile da tre fronti. Dall'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, dalla risoluzione votata dagli eurodeputati all'ultima sessione plenaria, e dalla bozza di conclusioni su cui si confronteranno i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri il prossimo 17-18 ottobre in seno al Consiglio Europeo.

Le parole scelte per descrivere le politiche del partito al potere Sogno Georgiano sono durissime, mentre è incrollabile il sostegno ai cittadini e alla società civile del Paese che ha ricevuto lo status di candidato all'adesione Ue il 14 dicembre 2023.

Il monito dell'alto rappresentante

"Più di tre milioni di cittadini si recheranno al voto, che sarà decisivo per il cammino europeo della Georgia e un test politico della democrazia georgiana", è l'avvertimento dell'alto rappresentante Borrell. Ricordando come nel dicembre 2023 "speravamo in significative riforme" nel paese caucasico dopo il conferimento dello status di candidato, il capo della diplomazia Ue sottolinea con forza il corso negativo degli eventi dalla primavera di quest'anno.

Dalla legge sulla trasparenza dell'influenza straniera al pacchetto di leggi anti-LGBTQ+ - "nonostante le massicce proteste di piazza" - il governo e la maggioranza parlamentare "hanno allontanato il Paese dall'obiettivo dell'integrazione europea", con una "retorica anti-Ue sempre più forte" e "azioni antidemocratiche senza precedenti".

È così che al Consiglio Europeo di fine giugno è stato deciso  un arresto "di fatto" del processo di adesione Ue della Georgia. Ma non solo. L'alto rappresentante Borrell ricorda inoltre che "sono stati ridotti i contatti politici, il sostegno di 30 milioni di euro [attraverso il Fondo europeo per la pace, ndr] è stato congelato e il portafoglio dell'assistenza è in fase di revisione".

A questo proposito, come emerge dai dati forniti dalla Commissione Europea, "a causa del regresso democratico" Tbilisi perderà complessivamente 121,3 milioni di euro su un totale di 255 stanziati tra il 2022 e il 2024: si tratta di 37,3 per l'anno in corso e 84 dei fondi rimanenti non spesi nel 2022 (12) e nel 2023 (72). Non è un caso che la Commissione Europea abbia deciso all'improvviso di posticipare la presentazione del Pacchetto Allargamento 2024 di due settimane - dal 16 al 30 ottobre - quando saranno noti i risultati delle elezioni in Georgia.

Perché Sogno Georgiano ha provocato enorme apprensione tra i partner dell'Unione, soprattutto in queste ultime settimane di campagna elettorale “contrassegnata da azioni preoccupanti, incluse minacce nei confronti di altri partiti e sforzi per limitare media e società civile", è l'affondo di Borrell: "Sono tattiche che ricordano quelle dei regimi autoritari".

A questo si aggiunge la rinnovata procedura di impeachment contro la presidente della Repubblica Salomé Nino Zourabichvili, oltre alle "false e gravissime accuse verso l'Unione Europea e i suoi valori, diffuse anche da funzionari del Parlamento ed esponenti del governo". Per esempio quelle secondo cui "l'Ue cercherebbe di aprire un secondo fronte in Georgia", una narrativa "inaccettabile" che "danneggia fortemente le nostre relazioni" e "serve alla Russia e alla sua propaganda". 

Dal Parlamento al Consiglio

A mettere nero su bianco le aspettative e le preoccupazioni Ue verso Tbilisi sono stati gli eurodeputati in una risoluzione approvata a larghissima maggioranza (654 voti a favore, 73 contrari e 86 astenuti) in sessione plenaria a Strasburgo il 9 ottobre. Il Parlamento europeo chiede “sanzioni personali a tutti coloro che sono responsabili di minare la democrazia in Georgia, che sono complici delle violenze commesse contro gli oppositori politici e i manifestanti pacifici e che diffondono disinformazione anti-occidentale", si legge nel documento.

La Georgia, "un tempo campione del progresso democratico con aspirazioni euro-atlantiche, è in caduta libera democratica", sia in patria - dove è in atto "violenza, intimidazione, incitamento all'odio, persecuzione e repressione contro l'opposizione, la società civile e i media indipendenti" - sia all'estero, con la "decisione di aprire solo un numero limitato di seggi elettorali" per la diaspora.

Definendo le elezioni del 26 ottobre come "decisive per determinare il futuro sviluppo democratico e la scelta geopolitica della Georgia, nonché la sua capacità di progredire nella candidatura a Stato membro dell'Ue", il Parlamento europeo si rivolge direttamente a Sogno Georgiano perché "rispetti la volontà e la libera scelta del popolo" e non impedisca un "trasferimento pacifico del potere".

Nell'emiciclo di Strasburgo si respira inoltre "profonda preoccupazione per l'aumento dell'influenza" di Mosca, come dimostrato dalla politica del governo di Tbilisi di "perseguire la riconciliazione" con la Russia "nonostante la guerra in Ucraina e la sua occupazione di un quinto del territorio sovrano georgiano", ma anche dall'uso del partito al potere di "immagini violente della guerra in Ucraina come mezzo per manipolare le opinioni e diffondere disinformazione e sentimenti pro-russi e anti-ucraini nella sua campagna elettorale" in vista del voto.

"Non si può essere pro-Europa e pro-Cremlino contemporaneamente", è l'attacco dell'eurodeputata lituana Rasa Juknevičienė (Partito Popolare Europeo), membro della delegazione al comitato parlamentare di partenariato Ue-Georgia.

Ad affondare il colpo saranno presto i 27 leader Ue, secondo quanto emerge dall'ultima bozza di conclusioni del Consiglio europeo visionata da OBCT. Di fronte alla "seria preoccupazione per la linea d'azione in Georgia, contraria ai valori e ai principi su cui si fonda l'Unione Europea", i Ventisette esortano il governo di Tbilisi ad "adottare riforme democratiche, globali e sostenibili, in linea con i principi fondamentali dell'integrazione europea".

A proposito delle imminenti elezioni parlamentari il Consiglio Europeo si aspetta che siano "libere ed eque" - dal momento in cui "il popolo georgiano ha il diritto di scegliere il proprio futuro politico" - e ribadisce "l'incrollabile sostegno" dell'Unione alla "sovranità, indipendenza e integrità territoriale" della Georgia "all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti".

I riflettori di Bruxelles puntano su Tbilisi in vista delle elezioni del 26 ottobre, ma l'attenzione è già al giorno dopo: "Le autorità georgiane devono abrogare le leggi che sono in contraddizione con l'obiettivo di adesione all'Unione Europea", è l'ultimo monito dell'alto rappresentante Borrell.