Tbilisi, Georgia 28 ottobre 2024 (foto F. Baccini)

Tbilisi, Georgia 28 ottobre 2024 (foto F. Baccini)

In migliaia hanno partecipato alla manifestazione pacifica convocata dalla presidente Salomé Zourabichvili per denunciare il “furto del voto” da parte di Sogno Georgiano e per definire i prossimi passi: ricerca della “verità” sui brogli e ritorno alle urne sotto un'amministrazione elettorale internazionale

29/10/2024 -  Federico Baccini Tbilisi

Una protesta pacifica, senza scontri con la polizia ma con un messaggio importante da mandare al Paese e al mondo: "Nonostante tutto, noi siamo ancora qui". Migliaia di cittadini georgiani hanno risposto alla chiamata a raccolta della presidente Salomé Zourabichvili a scendere in piazza per protestare contro quello che è stato definito "un furto del vostro voto e del futuro delle prossime generazioni" dalla stessa capa dello Stato e dalle quattro coalizioni di opposizione a Sogno Georgiano.

A due giorni dall'esito delle elezioni che hanno consegnato una vittoria ben più che controversa al partito al potere, Tbilisi si è trasformata a tutti gli effetti in una capitale europea: in cielo sventolano le bandiere della Georgia e dell'Unione europea, di fronte al Parlamento risuona l'inno nazionale intervallato dall'Inno alla Gioia.

Sono le stesse opposizioni europeiste a guidare la protesta, ponendosi alla testa dei cittadini che non accettano che i brogli elettorali compiuti da Sogno Georgiano condizionino il proprio futuro. Si respira rabbia e frustrazione tra i manifestanti, ma non rassegnazione né volontà di lasciare che il partito faccia della democrazia georgiana un ricordo (breve) da relegare nei libri di storia.

E allora è la presidente Zourabichvili a definire lo spirito della protesta e dei prossimi passi da compiere: non violenza o sovversione, ma "pacificamente, come stiamo facendo oggi, difenderemo ciò che è nostro, il vostro diritto costituzionale di far rispettare il vostro voto". Con la parola "verità" che risuona come una sirena nella notte della capitale georgiana.

La presidente Zourabichvili durante la manifestaiozne di lunedì 28 ottobre 2024 (Foto F. Baccini)

La presidente Zourabichvili durante la manifestazione di lunedì 28 ottobre 2024 (Foto F. Baccini)

Il discorso della presidente 

Arrivata sul palco allestito davanti al Parlamento nazionale, aprendosi un varco tra la folla, la presidente Zourabichvili ha dato il via alle due ore di manifestazione pacifica con un quella che è praticamente una sentenza: "Voglio dirvi che voi, che siete qui oggi, non avete perso le elezioni, giuro che sarò al vostro fianco fino alla fine di questo percorso europeo".

Con tono deciso e senza esitazioni la capa dello Stato ha messo in chiaro che "non è il momento del pessimismo, della rinuncia o della resa", ma di rimanere "calmi e determinati" per concentrarsi sul "raggiungere la verità insieme, i risultati che hanno scritto non saranno quelli definitivi".

È da qui che parte il lavoro della "prima fase", in coordinamento con i partner internazionali che pian piano si stanno allineando su un livello di supporto potenzialmente decisivo sul medio periodo.

Dalle chiamate con leader e ministri degli Esteri di diversi Paesi - dalla Polonia ai Baltici, dalla Francia alla Germania, fino al segretario di Stato degli Stati Uniti - è emerso che "tutti insistono sul fatto che dobbiamo continuare le indagini" sui brogli elettorali "e portarle a termine", con la possibilità di poter "ricevere il sostegno internazionale per garantire che l'indagine sia approfondita e non lasci nessuna domanda senza risposta".

Nessuno riconosce davvero i risultati delle elezioni in Georgia, come dimostra il fatto che i consueti messaggi di congratulazioni al partito vincitore non sono arrivati da nessuna capitale. Fatta eccezione per "una persona che è passata brevemente di qui", ha ricordato con un velato disprezzo Zourabichvili, facendo riferimento al contemporaneo arrivo a Tbilisi del primo ministro ungherese Viktor Orbán per celebrare il successo di Sogno Georgiano.

In questo scenario di ricerca della verità, per mettere con le spalle al muro i responsabili politici e rendere chiaro che non si è trattato di elezioni libere e democratiche, è necessario "tracciare un quadro completo di come si è svolto questo furto massiccio e sistematico di voti, un'operazione senza precedenti e pianificata".

Tutta la società civile è coinvolta "attivamente" - organizzazioni di monitoraggio, Ong, partiti politici e cittadini comuni - "perché siete in possesso di prove importanti, dobbiamo continuare a lavorare per presentare questi risultati e chiederne l'applicazione", è l'esortazione della capa dello Stato. "L'unica cosa che abbiamo è la voce - la voce del popolo, la voce della nazione - che dobbiamo difendere", ha concluso tra l'ovazione dei concittadini.

Tbilisi, Georgia, Manifestaizone del 28 ottobre 2024 (foto F. Baccini)

Tbilisi, Georgia, Manifestazione del 28 ottobre 2024 (foto F. Baccini)

La voce della piazza

Sakartvelos gaumarjos, “Lunga vita alla Georgia”, è il coro che si è alzato con più frequenza.

Migliaia di voci hanno dato così sfogo a due giorni di frustrazione per quello che decine di video inequivocabili hanno già testimoniato, e che ora attende solo la certificazione ufficiale per essere definito broglio elettorale, furto di elezioni.

“Cittadino = 1 voto / Agente segreto = 50 voti”, recita un cartello sollevato da una donna con la bandiera della Georgia sulle spalle. Due ragazze mettono in chiaro che è ora di “Rendere di nuovo 1984 un'opera di finzione” e di “Contare i nostri voti, non cambiarli”, con riferimento alla distopia che si sta realizzando in Georgia, mentre un ragazzo prima della manifestazione scrive su un grande foglio bianco un appello al mondo: “Comunità internazionale, non lasciateci soli”.

La questione dell'interferenza russa ritorna con grande frequenza nelle parole dei manifestanti. "Sono nata e cresciuta sotto l'Unione Sovietica, non ho nessuna intenzione di morirci", spiega con le lacrime agli occhi Nino, tenendo per mano il nipote che ha la bandiera blu con le dodici stelle dell'Unione europea nell'altra.

Quasi due simboli viventi di ciò che la piazza reclama rispetto al proprio passato, presente e futuro. "Questo non è il Sogno Georgiano, è il Sogno Russo", rivendicano in tanti, accompagnando i commenti sul partito al potere con insulti all'oligarca Bidzina Ivanishvili e a Vladimir Putin.

"Io per il futuro avevo altri programmi che non essere costretta a scappare dal mio Paese per il rischio di essere perseguitata come in Russia per le mie idee", riassume con efficacia Maia, studentessa all'Università di Tbilisi.

La speranza, in fondo, è quella di una vita normale, senza repressioni, in cui la propria voce non venga strozzata in un seggio elettorale da uno schema di brogli su vasta scala.

L'affondo delle opposizioni

Supportati dalla presidente della Repubblica e dai manifestanti, a guidare la ricerca di verità sono ora le opposizioni "unite su una cosa, la Carta georgiana e il nostro percorso europeo, che è la nostra unica via per il futuro", ha lasciato la parola Zourabichvili ai leader delle quattro forze europeiste: "Non importa per quale partito abbiate votato - se il primo, il secondo, il terzo o il quarto - avete comunque votato per l'Europa, e sono loro che devono presentare il piano politico".

Un piano che viaggia dunque in parallelo e non si sostituisce alle indagini sui brogli elettorali, e che poggia su quattro pilastri, come elencato da tutti gli oratori saliti sul palco dopo la presidente.

Prima di tutto dichiarare le elezioni illegittime, in quanto basate su un "furto elettorale". Come conseguenza nessuna coalizione di partiti - fatta eccezione per i deputati della maggioranza di Sogno Georgiano - accetterà di fare ingresso nel nuovo Parlamento, ritirando le liste dei candidati di Coalizione per il Cambiamento, di Unità - Movimento Nazionale Unito, di Georgia Forte e di Per la Georgia.

Se queste due fasi sono già state completate nelle 48 ore successive al giorno delle elezioni, ora bisogna puntare alle altre due: "Lottare fino alla vittoria" è la prima promessa, che non significa altro che raggiungere l'obiettivo di nuove elezioni condotte da un'amministrazione elettorale internazionale.

Per questo piano la piazza è pronta a riempirsi ancora nei prossimi giorni, con la rabbia di migliaia di persone che chiedono verità e che vogliono che si sappia che "nonostante tutto, noi siamo ancora qui".