Tra le proteste di piazza nella capitale Tbilisi, Sogno Georgiano ha scelto l'ex-calciatore Mikheil Kavelashvili come nuovo presidente. Appoggiata dai manifestanti, Salomé Zourabichvili ha però annunciato che non lascerà l'incarico "fino a nuove elezioni legittime"
Un pallone da calcio e un albero di Natale. Se si dovessero scegliere due immagini per descrivere una delle giornate che entreranno nella storia della Georgia, non potrebbero che essere queste.
Il 14 dicembre il partito al potere Sogno Georgiano ha confermato la scelta del suo nuovo presidente della Repubblica, l'ex-calciatore Mikheil Kavelashvili, sullo sfondo di proteste che continuano ininterrottamente dal 28 novembre.
Manifestazioni talmente imponenti che, proprio nel giorno della nomina presidenziale, hanno ostacolato il piano di inaugurazione del grande albero di Natale davanti al Parlamento, caricato di enorme significato dal sindaco di Tbilisi e segretario generale di Sogno Georgiano Kakha Kaladze.
Nomina a senso unico
Dopo la riforma costituzionale del 2017, a partire dalla fine del mandato di Salome Zourabichvili - in scadenza a fine 2024 - l'elezione del presidente della Repubblica non è più per voto popolare ma per nomina di un Collegio elettorale di 300 membri (composto dai 150 del Parlamento e da altri 150 rappresentanti delle autonomie e degli organi regionali e locali).
Nonostante l'esito ben più che controverso delle elezioni parlamentari del 26 ottobre - per cui Sogno Georgiano è accusato di un'ondata senza precedenti di brogli elettorali - e la decisione delle opposizioni di boicottare il Parlamento, il partito al potere ha comunque deciso di organizzare il voto presidenziale, proponendo come unico candidato Kavelashvili.
Kavelashvili è un ex-calciatore dalla carriera piuttosto modesta, la cui unica nota saliente è aver giocato tra le fila degli inglesi del Manchester City per tre stagioni alla fine degli anni Novanta (3 gol in 28 partite).
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 2006, dieci anni più tardi si è dato alla politica. Nel 2016 è entrato in Parlamento come membro di Sogno Georgiano, abbandonando poi il partito dell'oligarca Bidzina Ivanishvili nel 2022 per co-fondare una sua forza politica nazional-conservatrice e di estrema destra, Potere al Popolo.
Kavelashvili è un politico dalle posizioni fortemente anti-occidentali, come dimostrato dal suo discorso di accettazione della nomina presidenziale: accusando le opposizioni pro-UE di essere guidate dagli Stati Uniti - "che hanno un desiderio insaziabile di distruggere il nostro Paese" - le ha attaccate sostenendo di volere "una rivoluzione violenta diretta e l'ucrainizzazione della Georgia".
Il 14 dicembre Kavelashvili è stato scelto come successore di Zourabichvili dal Collegio elettorale controllato da Sogno Georgiano con il 100% dei voti (su 224 voti validi).
Nessun leader europeo si è congratulato con il nuovo presidente de facto della Georgia, al momento nemmeno il primo ministro ungherese Viktor Orbán, uno dei più stretti alleati di Sogno Georgiano.
Mentre la piazza è in subbuglio - Kavelashvili è definito "presidente fantoccio" nelle mani dell'oligarca Ivanishvili e di Vladimir Putin - la presidente Zourabichvili ha già messo in chiaro in un discorso alla nazione che non lascerà l'incarico fino a quando non si terranno nuove elezioni "libere e democratiche" e il Parlamento tornerà a rappresentare in modo "legittimo" gli elettori: "In questo momento cruciale, il Paese ha bisogno di istituzioni e rappresentanti legittimi, veramente eletti dal popolo".
Le proteste a Tbilisi
Quanto sta andando in scena a Tbilisi e nella altre città georgiane ha una portata storica, se si considera il numero di persone mobilitate (diverse decine di migliaia) ogni sera da 18 giorni consecutivi, nonostante temperature ormai stabilmente sotto lo zero.
Nel corso del fine settimana però le proteste hanno assunto una caratteristica ancora più interessante, che mostra i germi di un'organizzazione 'per categoria' potenzialmente duratura sul lungo periodo.
Tra il 13 e il 15 dicembre diverse organizzazioni professionali e non - dagli avvocati agli psicologici, dagli studenti ai settori musicale, culturale e tecnologico, fino ai produttori di vino, le madri georgiane, gli alpinisti e i tifosi di calcio - hanno organizzato a orari scaglionati una propria discesa lungo viale Rustaveli fino alla sede del Parlamento, unendosi al resto dei manifestanti.
Oltre a nuove elezioni gestite da un'amministrazione internazionale indipendente, i manifestanti chiedono la fine del "regime" di Ivanishvili e di Sogno Georgiano. Il nuovo bersaglio ora è il "presidente illegittimo" Kavelashvili.
Mentre era in corso la seduta del Collegio elettorale il 14 dicembre, in modo piuttosto originale un gruppo di ragazzi ha portato davanti al Parlamento decine di palloni da calcio, con cui i manifestanti hanno iniziato a giocare.
"Se una persona senza istruzione, il cui unico merito è essere stato un calciatore, può fare il presidente, allora anche noi possiamo essere considerati dei calciatori professionisti", spiega calciando un pallone Anna, studentessa all'Università di Tbilisi arrivata alle 7 di mattina davanti al Parlamento per protestare contro la "nuova provocazione di questo regime".
La sfida vinta dai cittadini di Tbilisi ha dovuto attendere la fine della giornata e ha avuto come protagonista il grande albero di Natale allestito davanti al Parlamento.
Nonostante i cannoni ad acqua, i fumogeni e le violenze contro i manifestanti e i giornalisti delle ultime due settimane che hanno avuto luogo proprio sul viale principale della capitale, il sindaco Kaladze ha definito l'accensione dell'albero "una questione di principio" e l'ha programmata in modo provocatorio nel giorno della nomina del nuovo presidente de facto, chiamando a raccolta i sostenitori di Sogno Georgiano.
Decine di poliziotti hanno sorvegliato per tutta la giornata le transenne che impedivano l'accesso all'albero, fino a quando, a pochi minuti dalle 19 (ora prevista per l'inaugurazione) è arrivata la comunicazione che l'accensione sarebbe stata posticipata.
Mentre i manifestanti hanno iniziato a celebrare il primo piccolo successo - pacifico e basato solo sulla forza dei numeri della mobilitazione - sulle provocazioni di Sogno Georgiano, la presidente Zourabichvili ha fatto visita alla piazza, portando il suo saluto e ritagliandosi ancor più un ruolo di guida della società civile e delle opposizioni politiche in questa fase di crisi istituzionale: "Vi auguro una serata serena, priva di qualsiasi provocazione, la vostra sicurezza è la mia priorità e sono con voi".
I lunghi cori "Salomé, Salomé, Salomé" delle migliaia di persone in piazza da tutto il giorno a protestare contro Kavelashvili e gli esponenti del partito al potere hanno dimostrato che Zourabichvili è tutt'altro che isolata nella decisione di sfidare governo e Parlamento dopo il 29 dicembre.