Una foto di un dettaglio del missile pubblicato sul sito del ministero degli Interni georgiano

Due commissioni d'inchiesta, una richiesta dalle autorità georgiane e a cui hanno risposto vari esperti internazionali ed una russa. Con due verità contrapposte. Ancora molta nebbia sul missile sganciato due settimane fa in territorio georgiano

21/08/2007 -  Maura Morandi*

A distanza di due settimane dal missile sganciato nel villaggio di Tsitelubani, in territorio georgiano, vedi "Missili tattici", Osservatorio sui Balcani 10.08.2007 non si è ancora arrivati all'individuazione dei responsabili dell'accaduto. Le diverse commissioni composte da esperti georgiani, russi e stranieri istituite dalle parti per indagare sulla vicenda hanno condotto, infatti, a risultati discordanti su dinamiche e responsabilità.

Subito dopo l'incidente del 6 agosto, il Presidente georgiano Mikheil Saakashvili aveva accusato la Russia di essere la responsabile dell'accaduto e aveva lanciato un monito a tutti i paesi occidentali affermando che "questo fatto non costituisce un problema solo per la Georgia ma per la sicurezza di tutta l'Europa in generale". Saakashvili ha chiesto, poi, l'aiuto di Europa e Stati Uniti per condurre indagini internazionali indipendenti e far luce sulla vicenda.

Alla richiesta delle autorità di Tbilisi hanno prontamente risposto Lettonia, Lituania, Svezia e Stati Uniti che hanno mandato in Georgia specialisti in materia aeronautica e militare a costituire il Gruppo Internazionale di Esperti (GIE). Il 14 agosto il Gruppo Internazionale, attraverso un breve report, ha reso noti i risultati delle indagini condotte tra il 12 e il 14 agosto sul luogo della caduta del missile, sui frammenti ritrovati e sulle registrazioni radar.

Secondo gli otto esperti (un lettone, due lituani, due svedesi e tre americani) il 6 agosto ci sono state tre violazioni dello spazio aereo georgiano da parte di un "velivolo non identificato proveniente dallo spazio aereo russo". Durante l'ultima incursione è stato sganciato un missile anti-radar del tipo Kh-58 che è caduto vicino al villaggio di Tsitelubani, a circa 60 chilometri da Tbilisi, e che non è esploso. Sebbene gli esperti non siano stati in grado di identificare il tipo di velivolo e l'esatta origine, secondo il Gruppo Internazionale "le Forze aeree georgiane non sono in possesso di un velivolo equipaggiato o in grado di lanciare missili di tipo Kh-58", escludendo in questo modo la possibilità che ci sia stata una messa in scena dell'incidente da parte georgiana, come invece avanzato dalle autorità russe.

La reazione di Mosca al report non si è fatta attendere. L'inviato speciale del ministero degli Esteri russo, Valere Kenyakin, ha dichiarato che la relazione dello Gruppo Internazionale di Esperti è "motivata politicamente" e ha messo in dubbio la veridicità delle informazioni contenute dato che "il report è basato su informazioni fornite da una sola delle parti - le autorità georgiane: se fossero stati davvero un gruppo indipendente avrebbero contattato anche le autorità russe". Secondo Kenyakin, infatti, "sembra che siano più politici che esperti e il loro report è molto politicizzato".

Il 16 e il17 agosto un gruppo di esperti militari russi ha condotto, quindi, indagini separate sulle dinamiche dell'incidente arrivando alla conclusione che "non ci sono prove delle accuse avanzate da parte delle autorità georgiane e delle conclusioni alle quali è arrivato il report del Gruppo Internazionale di Esperti".

Il capo della commissione investigativa, il generale Igor Khvorov, ha affermato che per le autorità di Mosca "tutto era chiaro ancora prima di arrivare a Tbilisi, ma le accuse che circolavano contro la Russia erano molto serie e richiedevano indagini serie".

Gli esperti russi hanno reiterato l'ipotesi che l'incidente sarebbe stato "una messa in scena". Secondo la commissione russa, infatti, né le registrazioni radar del traffico aereo né i frammenti di missile possono provare il coinvolgimento russo nell'incidente. Gli specialisti russi, inoltre, hanno messo in dubbio l'autenticità delle registrazioni del traffico aereo fornite dai georgiani e hanno accusato Tbilisi di aver distrutto "prove cruciali" quali il numero di serie del missile. La relazione della commissione mandata da Mosca ipotizza che il missile potrebbe essere stato piantato e non sganciato, anche perché gli esperti russi non sono stati in grado di analizzare il cratere lasciato dal missile in quanto al loro arrivo era già stato ricoperto, e conclude che non tutti i frammenti ritrovati e analizzati sono di un missile antiradar di tipo Raduga Kh-58, bensì anche di altre tipologie di missile.

In contrapposizione al rifiuto e alla negazione da parte di Mosca della versione di Tbilisi sul missile di Tsitelubani, l'Ambasciata americana a Tbilisi, in una dichiarazione del 17 agosto, afferma di ritenere la relazione prodotta dal Gruppo Internazionale di Esperti "credibile e importante" e descrive l'incidente come "un'incursione nello spazio aereo georgiano di un velivolo militare proveniente dallo spazio aereo russo".

Negli ultimi giorni esperti inglesi, francesi, estoni e polacchi sono arrivati a Tbilisi a costituire un secondo gruppo investigativo per far luce sulle responsabilità e le dinamiche dell'incidente del 6 agosto scorso.

Nel frattempo anche la presidenza spagnola dell'OSCE ha nominato un rappresentante speciale, il Ministro croato Miomir Zuzul, per condurre una missione di indagine nella regione. Zuzul incontrerà nei prossimi giorni a Tbilisi ufficiali del Ministero della difesa, il Ministro per la risoluzione dei conflitti, Davit Bakradze, e il Ministro degli affari esteri, Gela Bezuashvili, per poi recarsi a Mosca e incontrare le autorità russe al fine di completare il quadro delle posizioni delle parti coinvolte.

I molteplici tentativi da parte delle autorità georgiane per un intervento delle Nazioni Unite nella questione, non hanno invece condotto che a minimi risultati: il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon, infatti, ha espresso l'interesse delle Nazioni Unite affinché "la vicenda ritenuta una minaccia alla pace e alla sicurezza della regione sia chiarita nel più breve tempo possibile", senza dar seguito però alla richiesta georgiana di una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza in merito all'incidente.

Nonostante le commissioni investigative istituite dalle autorità georgiane e russe e il coinvolgimento internazionale, che dovrebbe veder garantite neutralità e indipendenza delle informazioni, dopo quindici giorni di indagini e di scambi di accuse ad oggi non si è arrivati a uno spiraglio di luce che possa spiegare le dinamiche e individuare le responsabilità della vicenda in modo serio e credibile.