Ultimo fra i paesi dell'euroclub, anche la Grecia a partire dal 2010 applicherà la legge che vieta il fumo nei locali pubblici. Per i più accaniti fumatori d'Europa si tratta di una vera e propria rivoluzione
"Perché mi hai regalato questa tabacchiera, se non volevi parlarmi più? Perché anche il fumo diventasse una tortura?". Così si strazia Haris Alexiu, la più famosa cantante greca, intonando un vecchio refrain d'amore, ripreso di recente anche da Goran Bregovic. Ora, la diva Haris non dovrà più sentirsi il cuore a pezzi ogni volta che usa il contenitore per il tabacco regalatole dall'ex amante. A meno che lo faccia a casa propria.
Sì, perché dal 1° gennaio 2010 anche in Grecia, ultimo fra i membri dell'Unione europea, fumare diventerà davvero una tortura, nel senso che sarà un'impresa ardua, al limite dell'impossibile, come in un club di clandestini. Perché sarà vietato fumare negli uffici pubblici e privati, nei ristoranti e nei locali notturni sprovvisti di terrazze all'aperto (già, anche in quelli molto frequentati dove si balla il sirtaki e il rebetiko, e dove intonare la "Tabakiera" davanti a un bicchiere di ouzo assaporando una sigaretta è un rito nazionalpopolare).
Il divieto entrerà in vigore fra quasi due anni, ma ha già superato l'esame della Commissione legislativa del Parlamento ateniese, dopo che il progetto di legge è stato presentato dal ministro della Salute Dimitris Avramopulos.
E' una vera rivoluzione, in un Paese dove ancora si vedono dappertutto enormi poster pubblicitari che inneggiano allo stile di vita "Marlboro Country". E che nelle regioni del nord, in Tracia vicino ad Alexandroupolis, al confine con la Turchia, ha estese coltivazioni di tabacco.
Ma la salute è la salute. E le direttive europee non potevano più essere eluse. L'Italia, l'Olanda e persino Cuba, patria dei sigari, hanno già provveduto dal 2005-2006 a bandire il fumo dai locali frequentai dal pubblico. La Francia dal 2007, nonostante la scelta non sia stata ancora digerita e l'attore Sean Penn si sia presentato all'ultimo festival di Cannes con una provocatoria sigaretta in bocca.
E Atene? A dire il vero aveva già tentato nel 2002 di limitare il fumo, imponendo apposite salette per tabagisti nei ristoranti, vietando gli spot televisivi e sulla stampa (ma non i poster lungo le strade) delle aziende produttrici. Ma con scarsi risultati. I greci sono tuttora i più forti fumatori non solo dell'euroclub, ma anche dei Paesi dell'OCSE. Lo afferma una ricerca, pubblicata sull'"European Journal of Public Health" alla fine del 2006 da due docenti di Medicina preventiva dell'università di Creta, Kostatinos Varvadas e Anthony Kafatos: nelle grandi città 51 uomini su cento e 39 donne su cento fumano regolarmente ogni giorno, in aumento è la percentuale soprattutto delle tabagiste, di cultura e classe medio alta, mentre nelle campagne prevale l'usanza vecchio stile che vede la sigaretta in bocca a una donna come un tabù.
Sigari ed eleganti cigarillos, o sigarette a basso tasso di nicotina, non hanno attecchito nella terra degli dei. Il vero "mangas" (equivalente ellenico di macho) e la vera manghissa (femminile di mangas) fumano forte e pesante. Ma il dato più allarmante è quello rappresentato dai giovani e giovanissimi: fra il 10 e il 32 per cento dei 15enni maschi e femmine (a seconda delle regioni del Paese) è dedito alle "bionde", con picchi del 50% fra i 16-19enni.
La dipendenza da nicotina rimane alta fra gli studenti universitari: intorno al 40 per cento, e pure fra i laureandi in Medicina il dato cala solo di poco (intorno al 30 %). "E' una piaga nazionale, dovuta a una cultura pro-tabacco", denunciano gli autori dell'indagine. "Occorrono multe salate, controlli effettivi e vaste campagne culturali per tutelare la salute dei ragazzi, i futuri adulti".
Anche se dal 1990 a oggi la produzione nazionale di tabacco (125mila tonnellate nel 2001, di cui 85mila esportate soprattutto in Russia e i Germania, con 50mila ettari coltivati contro i 76mila del 1990) si è progressivamente ridotta al lumicino, complici i tagli graduali delle sovvenzioni Ue a questo settore agricolo, l'allarme al ministero della Salute è scattato davanti alla perdurante epidemia. Anche se proprio a metà aprile, 1500 coltivatori del ramo hanno marciato su Atene per protestare contro i tagli di Bruxelles e i nuovi provvedimenti governativi.
Ma ecco le regole che vigeranno dal 2010, rivelate dal quotidiano ateniese "To Vima" di domenica 18 maggio. No al fumo nei locali aperti al pubblico, aziende private comprese, tranne se dotate di salette per "smokers only" davvero separate dal resto del ristorante, e con adeguata climatizzazione. Ma soprattutto multe severe: 3000 euro ai proprietari e 300 a chi viene beccato ad aspirare una sigaretta. Mano dura contro un emblema nazionale: i tassisti, vera "radio libera" di Atene e provincia, che pagheranno 3000 euro se non butteranno alle ortiche il loro pacchetto di Karelia o Philip Morris.
Ovviamente i divieti più drastici riguardano la diffusione del vizio fra gli adolescenti: vietata la vendita e la pubblicità di tabacco nelle scuole e palestre frequentate dai giovani, vietati i distributori di pacchetti, presenti in ogni angolo della Grecia. Sarà addirittura proibito l'ingresso nei bar ai minorenni, stop anche alla produzione e vendita di "oggetti dalla forma simile a una sigaretta" (su questo punto, la legge non è molto chiara).
Una curiosità: anche i negozi e i grandi magazzini potranno dotarsi di salette per fumatori con ingresso rigorosamente riservato. Forse, lì Haris Alexiu, presa da improvvisa nostalgia, potrà tirare fuori la sua tabacchiera, pegno di un amore finito. Ma i greci si disamoreranno della loro nicotina-dipendenza?