Evmorfia Kostaki tra le sue vigne - © Romain Chauvet / CdB

Evmorfia Kostaki tra le sue vigne - © Romain Chauvet / CdB

In Grecia una nuova generazione di donne si sta facendo strada nell'industria del vino, ancora largamente dominata dagli uomini. Una buona notizia per una viticoltura che ha bisogno di rinnovarsi

28/12/2022 -  Romain Chauvet

(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 4 dicembre 2022)

Sulle colline di Karlovasi, sull'isola greca di Samos, Evmorfia Kostaki si dà da fare. La 27enne sta ultimando la messa a punto del suo primo vigneto, che sarà interamente biologico. "Voglio poter lavorare senza temere per la mia salute", spiega Evmorfia, a cui sta a cuore anche l'ambiente della sua isola natale.

Appassionata di viticoltura, cresciuta con un padre che lavorava nei vigneti, ha studiato in Francia, Italia e Stati Uniti prima di tornare a Samos. "È stata una decisione difficile quella di tornare qui, ma penso di aver fatto bene", dice, aggiungendo che la maggior parte dei suoi amici ha lasciato l'isola per vivere altrove.

L'impianto del primo vigneto comporta una serie di sfide, soprattutto se si è una donna, dice Evmorfia. "Per le donne è più difficile, perché devi sempre dimostrare che te lo meriti, mentre per un uomo spesso ci si limita a ‘Conosci il vino? Forte!’"

Come andranno le prime vendite? Come riuscirà a lasciare il segno? Non lo sa ancora. Ma si sta impegnando al massimo per riuscirci. Attualmente sta completando la laurea presso l'Institute of Masters of Wine nel Regno Unito, uno dei più alti riconoscimenti nel settore.

Grazie ai suoi studi in tutto il mondo e ai suoi incontri in Grecia, si rende conto di non essere sola: una nuova generazione, composta da molte donne, sta entrando nel settore. "Non ce ne sono ancora quante dovrebbero, ma credo che la situazione stia cambiando”.

È da quindici anni che Eleni Blouchou, consulente di marketing e comunicazione nel settore vinicolo, vede sempre di più percorsi come quelli di Evmorfia Kostaki. Ci assicura che il cambiamento è in atto, anche se la strada da percorrere è ancora lunga. "Ci sono ancora molte sfide per le donne, non solo in questo settore", dice, citando come esempio la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, soprattutto durante la vendemmia, un periodo molto intenso nell'industria del vino. Eleni Blouchou ritiene inoltre che il cambiamento passi attraverso l'educazione, per ribaltare il peso della tradizione, che spesso confina ancora le donne ai lavori domestici.

In Grecia non esistono statistiche ufficiali sul numero di donne nell'industria vitivinicola. Per rimediare a questa situazione, l'associazione Greek Women of Wine , fondata nel 1997, di cui fa parte anche Eleni Blouchou, vuole raccogliere questo dato nel prossimo futuro per avere un quadro preciso della situazione.

Anche George Kotseridis, dell'Università di Agraria di Atene, nota che le cose stanno cambiando. È stato responsabile di un master in enologia per quasi 20 anni spiega che se prima a frequentarlo vi erano tanti studenti quante studentesse, oggi queste ultime rappresentano il 70% dei suoi studenti.

Quando abbiamo incontrato Evmorfia Kostaki all'inizio di novembre, a Samos non pioveva da otto mesi. I cambiamenti climatici mettono a rischio i vigneti del Mediterraneo. Secondo alcuni studi, dopo l'Artico, la regione mediterranea è la seconda al mondo per surriscaldamento.

È probabile che in futuro si verifichino condizioni meteorologiche sempre più estreme e ricorrenti. La combinazione di pioggia, umidità elevata e calore persistente favorisce la formazione di muffe. "Potreste perdere l'intero vigneto in pochi giorni", avverte i suoi iscritti la Federazione greca del vino.

Evmorfia Kostaki è ben consapevole della pressione del surriscaldamento climatico sui vigneti. Questo è uno dei motivi per cui ha deciso di optare per un vigneto 100% biologico, anche se ciò comporta costi aggiuntivi. Spiega che questo metodo le permetterà di avere un terreno più forte e quindi di essere meglio preparata ad affrontare gli eventi estremi in futuro.

Se tutto va bene, prevede di riuscire a produrre l’anno prossimo dalle 30.000 alle 35.000 bottiglie di moscato biologico.