Dopo quasi mezzo secolo, a Imbro, isola turca di fronte allo stretto dei Dardanelli, riapre la scuola in lingua greca. Per il momento, a studiare nel rinnovato edificio saranno solo quattro alunni, ma si tratta di un segnale importante del cambiamento in atto in Turchia nei confronti delle minoranze linguistiche e religiose
Il 16 settembre suonerà la campanella di una scuola greca che da 49 anni non trillava più. Siamo a Imbro (Imvros in greco, Gökçeada in turco) isola turca dell’Egeo settentrionale al largo dei Dardanelli. Trecento chilometri quadrati di vigneti, ulivi, coste bagnate da un mare turchino. Qui, fino al 1964, vivevano 6100 greci e 200 turchi. Oggi la proporzione è capovolta: rimangono 200 greci, in maggioranza anziani, e 7000 turchi.
Risultato dei capovolgimenti della Storia: Imvro, colonia ateniese fondata da Milziade, il generale vincitore contro i persiani a Maratona nel 490 a.C., e tale rimasta per sei secoli, era poi passata dall’impero romano a quello bizantino a quello ottomano. Fino alla fine della Prima guerra mondiale, i cui trattati sancirono che Imvro, baluardo marittimo dei Dardanelli e della vicina Istanbul, doveva essere assegnata al nuovo stato turco.
La popolazione greca isolana avrebbe dovuto però rimanere intatta, godendo di una speciale autonomia, a differenza della minoranza ellenica della costa anatolica come a Smirne, costretta a lasciare le terre degli avi nel 1922. Anche per gli Imvrioti, però, il clima politico non è stato dei migliori: tanto che sono quasi tutti emigrati in Europa, in America, in Australia.
“In Grecia ne vivono 5000”, ci raccontano all’Associazione Imbrioti di Atene, che nonostante la crisi che attanaglia la Grecia risponde al telefono, è dotata di efficiente segreteria full time, organizza eventi culturali e pellegrinaggi della memoria a Imbro e offre persino una mensa gratis ai bisognosi ateniesi, tutto grazie ai soli contributi degli iscritti.
“Altri 15mila imbrioti sono infatti sparsi per il mondo”. La diaspora è stata talmente numerosa che delle sei scuole elementari attive nell’isola nei paesini un tempo a maggioranza ellenica di Panaghia (“la Madonna”), Agridia, Schinoudi, Glykì (“Dolce”), Aghoi Theodoroi e Castro, e dell’unico ginnasio, fino a pochi mesi fa non rimanevano che rovine. Una legge turca del 1927 proibiva l’insegnamento della lingua greca sul territorio turco. Così anche la scuola elementare del paesino di Aghioi Theodoroi (san Teodoro), frequentata un tempo anche dall’attuale Papa ortodosso, il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, nato a Imvros nel 1940, ha seguito lo stesso destino.
Su quest’ultima scuola la violenza nazionalista turca si era particolarmente accanita: fu bruciata. Finché, grazie agli sforzi congiunti della Chiesa cristiana ortodossa, dei 20mila imbrioti emigrati all’estero e a un decreto strappato dopo molte trattative al governo di Ankara, la scuola è stata ricostruita (vedi foto).
Il 16 settembre faranno il loro ingresso nella scuola di Aghioi Theodoroi quattro bambini: “Due frequenteranno la prima elementare, uno la seconda e un altro la quarta” racconta al telefono ad OBC la fondatrice della nuova scuola, Anna Koutsomali, 45 anni di cui i primi sei vissuti a Imbro, i successivi ventidue a Istanbul (“sull’isola non c’erano più scuole greche, a Istanbul resistevano quelle del Patriarcato” precisa la signora Anna) prima di emigrare ad Atene.
A Imbro è tornata da un anno, per realizzare un sogno covato da bambina: riaprire la “sua” scuola, respirare di nuovo l’aria profumata della sua isola. E’ lei che si è incaricata, fra mille difficoltà burocratiche, di tutte le pratiche necessarie alla riapertura dell’edificio scolastico. Riuscendo a portare addirittura il Papa ortodosso Bartolomeo a benedire le aule dove aveva studiato da bambino e dove risuoneranno, dopo 49 anni, lezioni di greco.
“Di questi quattro bambini, uno capisce il greco perché l’ha 'orecchiato' in famiglia, ma non lo parla: prima andava alla scuola turca”, continua la signora Anna. “Due piccoli sono bilingui e un altro è arrivato quest’anno con la famiglia da Salonicco”. “Mentre la Grecia muore di stenti, un’altra piccola Ellade sta rinascendo: Imvrioti, tutti i greci sono con voi!” commenta infatti un lettore del quotidiano ateniese To Vima.
Anche la neo-direttrice della scuola, Voula Ververi, nata da genitori della minoranza ellenica di Istanbul, ha scelto di vivere a Imbro da pochi anni: anzi, di far nascere qui proprio in questi giorni in cui scriviamo la sua bambina, segno augurale di futuro per la piccola comunità ellenica isolana.
Nella nuova scuola si insegneranno sia il greco sia il turco: Atene ha inviato una maestra, Ankara un maestro che è anche il vicedirettore della scuola. “I giornali ellenici hanno scritto che la nostra è una scuola privata, ma è un errore”, precisa la Koutsomali, “nessuno degli alunni deve pagare una retta”.
Per ora gli alunni iscritti sono quattro, ma forse altrettanti si aggiungeranno. Fino a che anche la piccola neonata della direttrice della scuola, fra qualche anno, si unirà a loro. Il 16 settembre la campanella suonerà anche in suo onore.