All'indomani del voto politico in Kosovo uno spaccato della società kosovara. Quali saranno i primi problemi che Rugova dovrà affrontare?
E' un Kosovo a due velocita' quello che Rugova dovra' governare. La prima, estremamente lenta, e' l'incedere affaticato dei fatiscenti pullman che solcano le principali strade asfaltate della provincia (le uniche percorribili per questi veicoli). Su queste carrette arrugginite viaggia la maggior parte della popolazione che non si puo' permettere un'automobile e che comunque si deve spostare. Ivan Radozaljevic e' un ingegnere serbo che viveva vicino a Vuctrin, a venti chilometri da Pristina. E' venuto per votare. Ora se ne torna a Kragujevac, in Serbia, dove vive da due anni e mezzo come sfollato. Il "Kosmet Transport", cinquantacinque sedili sgualciti, arranca su per le gole della la valle dell'Ibar, il fiume che piu' a sud taglia in due la citta' di Kosovska Mitrovica, facendone un'isola etnicamente spaccata in due.
Anche Skender l'altra mattina viaggiava su un autobus. Da Gjakovo a Pristina. Suo padre e' scomparso durante la guerra nell'aprile del '99. Lui e' l'unico che lavora in famiglia, ma ha trovato un impego solo nella "capitale".
Accanto a questa andatura a scartamento ridotto, c'e' la corsia di sorpasso riservata a chi ha la fortuna di svolgere una professione o intrattenere commerci legati alla mole spaventosa di uffici internazionali, agenzie delle Nazioni Unite e Kfor. Se gli internazionali che abitano il Kosovo si fossero presentati alle elezioni avrebbero ottenuto almeno cinque deputati nel nuovo Parlamento: i soldati della Forza di pace della Nato sono piu' di quarantamila, oltre diecimila i civili dell'Unmik, la costosissima amministrazione delle Nazioni Unite.
Intorno a questa poderosa mole di esperti, tecnici, militari, amministratori, consulenti, poliziotti si e' costruita una galassia di professioni che vanno a esclusivo beneficio di una "nomenklatura" locale che - se e quando il baraccone dell'Onu smobilitera' - non potra' essere tutta impiegata nella nascente amministrazione pubblica. Che lavoro fara' chi per anni ha affittato parte della propria abitazione al personale straniero a prezzi assolutamente fuori mercato rispetto al sistema economico della regione? Cosa fara' Rugova per dare lavoro a quell'esercito di stipendiati (traduttori, autisti, logisti, interpreti, assistenti, segretarie) che oggi ricevono da millecinquecento a duemila marchi (un milione e mezzo - due) al mese? ".
In moltissime municipalita' sono stati realizzati marciapiedi e pavimentazioni, ma quasi ovunque, all'esterno dei centri abitati, mancano fognature e sistemi di illuminazione. Ma dalle pagine del rapporto della Banca Mondiale (anno 2000) emerge un'immagine sconfortante del Kosovo, benche' il tono non sia drammatico come invece i numeri lasciano intuire: la provincia amministrata dall'Unmik e' la regione piu' povera d'Europa con almeno il 50% dei cittadini che vive in poverta'. Di questa percentuale, il 12% vive in miseria estrema, senza essere in grado di garantirsi una quantita' sufficiente di cibo. Un altro 38% dei kosovari, come un gruppo che vive in stato di poverta' generale e riesce a pagare il cibo e i servizi comunali (forse anche l'energia elettrica), senza tuttavia che le rimangano altri mezzi. L'alto grado di disoccupazione, le piccole dimensioni delle terre di proprieta' coltivabili e la scarsa meccanizzazione di cui dispongono le famiglie contadine per lavorarle, l'infrastruttura danneggiata, nonche' il basso livello servizi sanitari ed educativi sono le questioni piu' impegnative per cercare di riportare il Kosovo verso l'Europa."
Ma la quantita' di aiuti umanitari riversati da un'enormita' di organizzazioni internazionali secondo la Banca Europea avrebbe attenuato il grado di poverta', tanto che piu' del 60% della popolazione tra il 1999 e il 2000 ha ottenuto sostegni di varia natura (generi alimentari, combustibile e indumenti da parte di diversi donatori). Piu' del 20% delle famiglie albanesi ha ottenuto aiuti sotto forma di materiali edili per il ripristino o la costruzione delle proprie case. (con un valore medio di 5.825 marchi tedeschi) ".
Non è difficile leggere in questo rapporto un misto di autocompiacimento per il lavoro svolto dai Paesi Occidentali della gestione umanitaria, per la diminuzione della povertà, anche se poi i dati degli stessi rapporti contraddicono ampiamente le fiduciose e speranzose idee sul reale sviluppo socio-economico del Paese".
Eccoli i problemi del Kosovo, i nodi che Rugova e il suo governo saranno chiamati a sciogliere per strappare i kosovari da un'arretratezza medievale dovuta a una concomitanza di fattori storico culturali precedenti alla guerra, esasperati dalle violenze degli ultimi anni e deflagrati con la campagna aerea dei paesi della Nato nel 1999".
La provincia rimane un puzzle etnico dove la presenza dei serbi, accanto a quella delle altre minoranze, continua a essere precaria e - contraddizione destinata a durare fino a quando? - sorvegliata a vista dal contingente internazionale. Kosovska Mitrovica e' ormai una realta' separata, tagliata, dove l'ennesimo ponte-simbolo dei Balcani sigilla due comunita'. Un nuovo Muro presidiato dai militari francesi in nome di una "pax etnica" solo sulla carta. ".
Emiliano Bos
Giornalista freelance - Belgrado