Mentre nel resto dei Balcani si assiste ad una certa rinascita di una destra estrema in Kosovo questo non avviene. Il panorama politico, fortemente condizionato dal nazionalismo, non rientra nelle tradizionali categorie destra-sinistra. Nessun movimento politico si rifà a fascismo e nazismo se non per ricordare, a volte, gli "anni d'oro" dell'occupazione tedesca durante la II guerra mondiale quando il Kosovo venne ricongiunto all'Albania.
Rexhep Abdullahu è un uomo pieno di energia e vitalità. Da tanti anni è a capo del Partito nazionale democratico albanese del Kosovo, che pur essendo uno dei partiti più vecchi della regione non ha grande influenza tra gli elettori.
I rappresentanti di questo partito, che non siedono in Parlamento perché alle recenti elezioni non hanno guadagnato nemmeno un seggio, si sentono rappresentanti della destra, ma "non assolutamente della destra estrema".
Abdullahu non accetta di identificarsi con questa nuova categoria che recentemente sembra essere esplosa in tutto il resto dei Balcani. Ciononostante in Abddullahu emerge una certa nostalgia di quando il Kossovo era occupato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. La ragione? Perché in quell'occasione l'esercito tedesco aveva gettato via i serbi e riunito il Kosovo all'Albania. La gente in Kosovo definisce spesso i quattro anni di occupazione come "periodo d'oro" durante i quali i nazisti, sotto lo slogan della razza ariana avevano dato agli albanesi, a sfavore della comunità serba, una bandiera, una lingua ufficiale ed un'educazione. Una cosa molto simile era accaduta in Ucraina rispetto alla Russia.
"Però con la filosofia nazista e con i crimini commessi in quel periodo non vogliamo avre nulla a che fare", afferma Abdullahu. In effetti è molto difficile collegare specifiche attività del suo partito con l'ideologia che caratterizza i movimenti di estrema destra nel resto dei Balcani ed in Europa.
In Kosovo la situazione differisce infatti dalla gran parte dei Paesi della regione. L'estremismo dei movimenti che lavorano più nel sottobosco politico che non alla luce del sole sono legati soprattutto a questioni etniche. Impossibile sentir parlare di ammiratori del fascismo o del nazismo. "In Kossovo esiste un nazionalismo estremo ma non una destra estrema" ricorda Halil Matoshi, pubblicista del quotidiano "Lajmi". Secondo quest'ultimo la suddivisione tradizionale del mondo politico in destra-sinistra non esiste in Kosovo, dove non esiste neppure il concetto di centro.
La mancanza di chiari programmi politici e di posizioni politiche è infatti una tra le caratteristiche principali del panorama politico kossovaro. Una caratteristica che Albin Kurti, attivista del Kosova Action Network, non esita a definire "caos".
Secondo Kurti infatti nessun partito politico avrebbe una posizione ideologica chiara. "Nelle occasioni migliori ci sono singoli individui che mantengono posizioni chiare. Ma questo non avviene a livello partitico". L'unica cosa che secondo Kurti accomuna i partiti kosovari a quelli europei sono i loro nomi, che richiamano a posizioni di sinistra, destra o centro.
Secondo Guido Franzinetti, professore dell'Università degli sudi del Piemonte orientale, e che dal settembre scorso sta tenendo lezioni presso l'Università di Pristina sul tema del nazionalismo la destra estrema non esisterebbe in Kossovo. "E sussistono poche chance che si crei anche nel lungo periodo perché la situazione in Kosovo è diversa da altri luoghi. Il Kosovo è una colonia senza grandi alternative ed è chiaro che i vari partiti politici non sono interessati a creare una vera e propria riflessione e speculazione sulla questione destra-sinistra" aggiunge il professore.
"Questo non significa però che i partiti qui da noi non si comportino né come la destra né come la sinistra" aggiunge Kurti "di fatto ciascun partito, nelle varie situazioni, segue i propri meschini interessi. Ciascuno di essi è legato a vari gruppi d'interesse, formali od informali".
Secondo Kurti questa scarsa definizione della linea politica dei partiti avrebbe ragioni nelle caratteristiche generali del Kosovo. "In Kosovo non abbiamo un vero e proprio Stato, e neppure la democrazia è una vera democrazia", afferma.
"La destra estrema solitamente lotta qualsiasi forma di integrazione di altre culture, combatte gli stranieri avendo forti accenti xenofobi, s'oppone alle altre religioni" afferma Matoshi "ma non sono sicuro si possa fare un parallelismo con il nazionalismo estremo. Quest'ultimo senza dubbio sopravvaluta i propri diritti negando o sminuendo quelli degli altri. Ma non è contro ogni forma di integrazione".
"Nei fatti gli stranieri in Kosovo sono benvoluti e rispettati ed hanno raramente problemi. In altri Paesi europei non accade invece altrettanto".
E' comunque evidente che i partiti dello spettro politico kosovaro non si richiamano comunque alla destra estrema. Almeno a parole e nei loro comportamenti pubblici tutti sono a favore persino dell'integrazione e la convivenza con la comunità serba.