Immagine realizzata da Kosovo 2.0 che raffigura i tre principali candidati alla poltrona di sindaco di Pristina

Immagine realizzata da Kosovo 2.0 che raffigura i tre principali candidati alla poltrona di sindaco di Pristina

Domenica si vota in Kosovo per le amministrative. Nella capitale Pristina il sindaco attuale Shpend Ahmeti non si ricandida ed è sfida a tre per prenderne il posto. Una panoramica a cura di Kosovo 2.0

(Pubblicato originariamente da Kosovo 2.0 il 12 ottobre 2021)

Il 17 ottobre i cittadini di Pristina eleggeranno il loro nuovo sindaco e il governo che guiderà la città per i prossimi quattro anni. Una delle poche elezioni comunali quest’anno in Kosovo dove il sindaco attualmente in carica non si ripresenta. La sfida tra i tre candidati favoriti è molto aperta: si tratta di Arben Vitia di Vetëvendosje, Perparim Rama dell’LDK e Uran Ismaili del PDK. 

Il fatto che i tre candidati siano molto vicini li ha costretti ad alzare il livello. Tutti e tre i candidati hanno realizzato campagne elettorali complete, che approfondiscono le loro proposte di governo della città ad un livello di dettaglio maggiore di quanto non fosse di norma in passato. 

I programmi si distinguono per grandi idee e promesse di cambiamento. Rama e Ismaili in particolare, alle spalle del favorito Vitia, stanno cercando di proporsi come figure dinamiche e innovative che non solo stanno ridefinendo la relazione dei loro partiti con Pristina, ma che trasformeranno anche la stessa capitale. 

Sebbene i candidati si differenzino uno dall’altro, vedono nella città per cui stanno correndo gli stessi problemi, che sono gli stessi problemi che chiunque viva a Pristina non può non notare. Traffico congestionato; scarsa possibilità di girare la città a piedi; drammatico inquinamento atmosferico invernale e deprimente assenza di spazi verdi; scuole pubbliche sotto finanziate e diseguaglianze tra quartieri non affrontate dall’amministrazione. 

Se c’è un pilastro centrale delle campagne elettorali che i tre candidati hanno in comune, è proprio la promessa di rendere Pristina più verde.

Con focus relativamente simili nei loro programmi, e piccole differenze ideologiche, la distinzione tra questi candidati è più a un livello retorico o personale. Chi sono esattamente questi tre uomini che puntano a ricoprire la carica di sindaco di Pristina? Qual è il loro background personale e professionale? Cosa significano le loro candidature per i loro partiti, per Pristina e per il Kosovo?

Arben Vitia, il candidato di Vetëvendosje

Dall’inizio di ottobre, sembra che Arben Vitia sia così sicuro di vincere la corsa a sindaco di Pristina da non preoccuparsi affatto di fare campagna elettorale. 

Vitia ha lunga esperienza nell’amministrazione pubblica e in  politica. Nato a Pristina nel 1973, ha iniziato la sua carriera come dottore a Mitrovica nel 2003 prima di lavorare per un periodo come consulente per le aziende farmaceutiche. Più recentemente è stato ministro della Salute durante il breve periodo al potere di Vetëvendosje (VV) da febbraio a giugno 2020, e ha poi ripreso la stessa posizione nel marzo 2021. Si è dimesso solo lo scorso primo ottobre per concentrarsi sulla sua campagna elettorale. 

I mandati come ministro hanno coinciso con due periodi molto diversi della pandemia in Kosovo. Avendo lasciato la carica per la prima volta nel giugno 2020, il suo lavoro era stato ampiamente considerato in modo positivo, viste le condizioni difficili in cui si era ritrovato a svolgerlo. La sua reputazione inoltre aveva beneficiato del senso di indignazione generale nei confronti degli sforzi dell’opposizione e dell’amministrazione Trump per spodestare il governo VV appena eletto proprio nel pieno della pandemia. 

Il suo secondo mandato come ministro si è sovrapposto con il peggior periodo della pandemia in Kosovo, con l'imporsi della variante Delta, nell’estate 2021, e con un numero di decessi che ha raggiunto i 30 al giorno. In contrasto con le sue dichiarazioni pubbliche dirette ed efficaci dell’inizio della pandemia, durante il secondo periodo come ministro della Salute la sua presenza pubblica è stata mento frequente e più guardinga. 

Allo stesso tempo, Vitia era ministro nel momento più carico di speranze della pandemia: l’inizio, seppur ritardato, della campagna vaccinale. 

Vitia ha fatto la sua prima uscita pubblica della campagna elettorale il 4 ottobre, affiancato dal primo ministro Kurti e un certo numero di attuali ministri del governo: manifestazione evidente che un’amministrazione guidata da Vitia avrebbe il pieno appoggio del governo. All’evento Kurti ha presentato Vitia come la prima persona con cui parla la mattina, e l’ultima con cui parla la sera. Vitia è sceso in corsa sull’onda del suo ruolo cruciale come ministro della Salute durante la pandemia: le sue chance elettorali dipenderanno almeno in parte dall’opinione degli elettori sui suoi precedenti di gestione di quest’ultima. 

Però con oppositori credibili e preoccupazioni diffuse su misure di salute pubblica poco chiare, inopportune e applicate in modo non uniforme, condurre la propria campagna come se fosse un referendum sulla gestione positiva o meno della pandemia da parte del governo potrebbe rivelarsi rischioso. 

Tuttavia i residenti di Pristina dovrebbero essere familiari con il curriculum di Vitia nell’amministrazione comunale. Sostenitore di VV fin dal 2010, è diventato capo del Dipartimento della Salute e della previdenza Sociale di Pristina nel 2013, durante il primo mandato di Shpend Ahmeti. Ha continuato a ricoprire questa posizione durante il secondo mandato di Ahmeti nel 2017, ma il suo ruolo è terminato nel 2018 quando Ahmeti si è separato da VV. 

Nel suo ruolo di capo del Dipartimento della Salute e della Previdenza Sociale ha ottenuto una buona reputazione e gli viene spesso accreditato l’ammodernamento dei centri ambulatoriali in tutta la città. 

A differenza degli altri candidati che hanno battuto insistentemente il terreno, Vitia appare fiducioso di potersi passivamente avvicinare alla vittoria sulla base dei risultati delle ultime elezioni politiche a Pristina, dove si è assicurato oltre 30.000 voti. Nelle stesse elezioni il suo attuale avversario - Uran Ismaili - ha ottenuto solo 5.000 voti mentre Avdullah Hoti, il più votato tra le fila dell’LDK, ne ha ottenuti 11.000. 

Mentre gli oppositori di Vitia stanno facendo campagna basandosi su promesse appariscenti di re-immaginazione e ricostruzione del piano urbanistico della città da zero, il programma elettorale di Vitia pone attenzione ai problemi quotidiani. Ha dichiarato di voler portare uguaglianza delle infrastrutture urbane tra i diversi quartieri della città, e sembra concentrato sul benessere sociale e sulla salute pubblica, le sue specialità.

Ha promesso che Pristina vedrà operativo, durante il suo mandato, un proprio ospedale municipale, e promette un approccio preventivo alla salute pubblica, istituendo programmi di diagnosi precoce nei centri di salute e campagne educative rivolte ai giovani. 

Per contrastare l’inquinamento atmosferico, altro problema di salute pubblica a Pristina, Vitia ha promesso di ridurre l’utilizzo delle automobili del 30% favorendo l’utilizzo di altri mezzi di trasporto. Propone inoltre di fornire un incentivo alle famiglie che utilizzano la legna come fonte di riscaldamento per aiutarle a passare a una fonte meno impattante. In aggiunta, intende incrementare il numero di stazioni di misurazione dell’inquinamento dell’aria nella città per capire meglio il problema. 

Riguardo all’educazione, ha promesso di duplicare il numero di asili nido e di avviare una riforma completa del sistema educativo, limitando il numero massimo di studenti a 25 per classe, assumendo più assistenti per coprire i bisogni speciali, e garantendo alle scuole i materiali didattici necessari. Inoltre ha promesso di garantire la disponibilità di psicologi scolastici in tutta la città.

Vitia ha detto che ha pianificato di implementare il suo programma con il lavoro e “senza troppe parole”, un atteggiamento coerente con il suo approccio sobrio in questa campagna elettorale e in contrasto con le campagne appariscenti dei suoi concorrenti.

Perparim Rama, nuova linfa per l’LDK

Diversamente dai suoi due principali oppositori, fino a queste elezioni locali Perparim Rama non ha mai fatto parte della struttura di un partito né avuto un ruolo governativo. Quando il capo dell’LDK Lumir Abdixhiku ha annunciato alla fine di maggio l'architetto e neofita della politica non è stata una grande sorpresa. Abdixhiku stesso aveva appena preso il sopravvento come capo del partito a marzo dopo la schiacciante sconfitta dell’LDK alle elezioni politiche. 

Incaricato di ricostruire l’immagine pubblica del partito più “vecchio” del Kosovo, Abdixhiku ha lavorato per portare volti nuovi per rimpiazzare le vecchie figure dell’LDK ormai viste come le responsabili della crisi del partito, in particolare incolpati di aver allontanato la loro politica più popolare, l’attuale presidentessa del Kosovo Vjosa Osmani, che si è allontanata dall’LDK con i suoi sostenitori per unirsi alla coalizione di VV alle scorse politiche. 

Sebbene il suo nome sia nuovo nella politica kosovara, Perparim Rama ha alle spalle una carriera internazionale nel mondo dell’architettura e dell’interior design. Nel 1992, a 16 anni, si trasferì nel Regno Unito dove ha conseguito una laurea e un master in architettura. Ha aperto poi il suo studio di architettura con sede nel Regno Unito nel 2004 e da allora ha ottenuto numerosi riconoscimenti. 

È salito alla ribalta locale nel 2012 quando ha rappresentato il Kosovo alla Biennale di Architettura di Venezia con un’esibizione chiamata “Il creatore di filigrana”. Solo un anno dopo lui e il suo team hanno vinto il primo posto alla Premiazione Annuale dei World Interiors News per l’interior design del Jazz Bar Hamam a Pristina, da diversi anni una delle attrazioni più importanti della vita notturna nella capitale. 

Il nome di Rama è tornato tra i titoli dei quotidiani del Kosovo nel 2019 e nel 2020, anche se questa volta legato a delle polemiche. Il suo studio stava progettando di costruire un complesso residenziale di 17 ville sulle rive del Lago Badovc, una delle principali fonti di acqua potabile di Pristina. Sebbene approvato dal comune, il progetto ha visto l’opposizione di numerosi residenti e ambientalisti che temevano che il suo sviluppo potesse mettere in pericolo la fornitura d’acqua della città.

Il progetto è stato poi definitivamente cancellato da Abdixhiku, ministro delle Infrastrutture durante il primo governo di Kurti. Abdixhiku ha dichiarato che la decisione era stata il risultato dell’obiettivo del governo di proteggere le risorse naturali e dare voce all’attivismo civico. Dopo l’inizio della sua campagna elettorale, Rama ha sostenuto nuovamente che il progetto era legale e rispettoso dell’ambiente. 

Nelle sue interviste televisive Rama ha dichiarato che è stata la maestosità della Biblioteca Nazionale del Kosovo, che sorge vicino a dove è cresciuto, nel quartiere centrale di Ulpiana, a fornire la scintilla che l’ha portato a studiare architettura. La biblioteca, ha detto, “racconta il carattere di Pristina, dei Prishtinali, di qualcuno che ha fiducia, che è innovativo, che punta avanti, che crede di poter essere unico, di poter essere diverso: questo è quello che penso sia il carattere di Pristina”.

Le sue parole riflettono un tema centrale della retorica della sua campagna, l’enfasi sulle sue radici natali nel centro di Pristina. In particolare, l’appello ai Prishtinali è un appello ai residenti storici della città, base elettorale dell’LDK prima che la fedeltà della città passasse a VV nel 2013. 

Rama infatti spesso non si riferisce ai residenti di Pristina in generale, ma piuttosto ai Prishtinali, con il suo suffisso aggettivale turco di questa parola. Alle persone quindi con radici longeve in città, alle famiglie che erano già ben stabili in città prima degli anni ‘90, prima del boom demografico del dopoguerra nella capitale.

Quella è la popolazione che una volta componeva la base dell’LDK, i Prishtinali, che Rama sta cercando di riconquistare con le sue promesse di far risplendere la capitale, con la sua aura mistica di urbanità internazionale e la sua credibilità sulla scena artistica e culturale locale. 

Nella sua prima intervista della campagna elettorale, Rama ha dichiarato di essere “apolitico”, di non essere un membro dell’LDK e di non identificarsi con nessun partito politico o ideologia. Sta proponendo un piano per gestire una complessa burocrazia cittadina, lacerata da divisioni politiche, come urbanista e idealista, non come politico. È focalizzato su progetti ambiziosi, piuttosto che sui dettagli della gestione di aspetti quotidiani di una città complessa e confusa. 

Il suo programma ruota attorno a tre “P”: Prishtina Praktike (Pristina Pratica), Prishtina e Paster (Pristina Pulita) e Prishtina e Perjetimeve (Pristina delle Esperienze). 

La Pristina Pratica si riferisce a modifiche alle infrastrutture della città dall’educazione e la salute ai problemi di parcheggio e la sicurezza stradale. Il focus centrale nei suoi sogni è però ridefinire Piazza Madre Teresa, estenderla per comprendere gran parte del centro di Pristina e realizzare accessi pedonali al sito dai quartieri circostanti. 

Questa definizione del centro città è finalizzato a ridefinire la gerarchia del traffico, mettendo per primi i pedoni, poi il trasporto pubblico ed infine le automobili. 

La Pristina Pulita si concentra su infrastrutture per la mobilità verde, con l’obiettivo di implementare percorsi pedonali e accessibilità per le persone con disabilità. Inoltre si focalizza sui collegamenti del trasporto pubblico con i paesi e le città vicine e include progetti di gestione dei rifiuti e riciclaggio. 

L’ultima “P” del suo programma, la Pristina delle Esperienze, è focalizzate sulla vita culturale della città. Accanto ad altre idee sulla trasformazione culturale, Rama ha promesso che la città avrà un’orchestra, un nuovo teatro, una galleria d’arte e una sala eventi polifunzionale. 

Uran Ismaili, l'entusiasta del PDK

Più di qualsiasi altro candidato, Uran Ismaili ha mostrato con entusiasmo durante tutta la campagna elettorale di voler diventare sindaco. Nel tentativo di scuotere via la polvere dal conservativo PDK, nella sua campagna si è impegnato al massimo per mostrare di avere idee innovative. 

Ismaili ha lanciato una serie di idee trendy in piccoli incontri personali praticamente in tutti i quartieri della città. Nei video che lo riprendono nelle sue visite agli anziani di Pristina o intorno a un falò con i podisti di Germia, sta cercando di mostrare il suo lato socievole e spontaneo. Scivola per la città su un e-scooter, realizza dei podcast e mette il suo entusiasmo e la sua positività ovunque sui social media. 

Il suo approccio personale e attivo di fare campagna e la sua sovrabbondante energia sono così caratteristici che è addirittura diventato un meme. Lui lo sa, e ne fa persino riferimento nei suoi post.

Nonostante tutte queste energie positive e il focus su nuove idee, Ismail sta affrontando una dura battaglia a Pristina. Il suo problema è che è fino alle ossa un uomo del PDK, un partito che non solo ha un sostegno limitato a Pristina, ma di cui molti a Pristina si dicono in opposizione. 

Non è nemmeno un candidato qualsiasi del PDK. Ismaili, nato a Pristina nel 1979, si è unito al partito nel 2007 e da allora è stato un pilastro del partito. Ha guadagnato più importanza nel 2013, quando è diventato capo dello staff di Kadri Veseli, e il suo potere nel partito da allora è cresciuto; nel 2016, Veseli lo ha presentato al pubblico come vice presidente del PDK. 

L’ascesa di Ismaili è continuata nel 2017, quando è diventato ministro della Salute, una posizione che ha ricoperto fino a quando il suo rivale, Arben Vitia, l’ha sostituito nel marzo 2020. In questa posizione, come i ministri prima di lui, ha largamente fallito nell’apportare riforme significative al sistema sanitario. 

Ha anche una storia di false dichiarazioni alle spalle; nel 2018 e 2019 ha affermato che il processo per istituire il tanto atteso Fondo di assicurazione sanitaria era completo. Il fondo in realtà non è ancora stato istituito.

Da maggio 2019, quando Ismaili è diventato presidente della sezione di Pristina del PDK ha cercato di ridefinire la relazione fra la capitale e il suo partito. È consapevole di partire svantaggiato nella corsa per diventare sindaco e di dover lavorare più duramente degli altri per guadagnarsi la fiducia degli elettori: l’entusiasmo della sua campagna lo dimostra. 

La sua campagna, “Prishtina na bachkon”, o “Pristina ci unisce”, è focalizzata sulla rivitalizzazione degli spazi pubblici. Nei video elettorali Ismaili si sposta in tutta la città aggiustando le panchine, installando bidoni e progettando campi da calcio, dando un’anteprima dei grandi cambiamenti che immagina. Anche queste anteprime però hanno creato scalpore. In un video elettorale il sindaco di Tirana Erion Veliaj, un fan dei progetti di rinnovamento urbano bizzarri, si presenta per passare la notte nell’appartamento di Pristina di Ismaili e sua moglie e partecipare agli interventi urbani. Nel video discutono dei cambiamenti nella città e Ismaili riceve così il supporto implicito del popolare sindaco di Tirana. 

Sebbene questi interventi non siamo più che acrobazie pubblicitarie, fanno parte di una parte del programma di Ismaili, che promette di istituire degli standard minimi nella città, come ad esempio un’illuminazione adeguata, l’aumento del numero di centri di raccolta rifiuti e la manutenzione dei parchi e delle aree ricreative. 

Inoltre, sta proponendo progetti già iniziati dall’amministrazione precedente, come una ristrutturazione pianificata della casa della cultura a Llukar e il miglioramento del mercato di Ulpiana. Pianifica di trasformare la fabbrica di mattoni abbandonata di “Tulltorja” in un centro di cultura e innovazione, qualcosa che era già proposto nell’ambito della biennale delle arti Manifesta del 2022.

Proprio come gli altri candidati, Ismaili riconosce che la congestione del traffico, l’inquinamento dell’aria e le preoccupazioni ecologiche sono tra le sfide più grandi che la città deve affrontare. Il suo programma ruota intorno a quattro pilastri: traffico, pulizia, iniziative green e digitalizzazione. 

Pianifica di ridurre il numero delle automobili che entrano in città costruendo parcheggi per pendolari al suo ingresso, con linee speciali di autobus per il centro. Allo stesso tempo, promette che ogni famiglia in città avrò un parcheggio garantito, che costruirà 100 chilometri di piste ciclabili e che gli autobus saranno gratuiti per tutti. 

Un’altra proposta green è la creazione di una cintura verde lungo la città, connettendo vecchie e nuove aree verdi. Un punto centrale del suo piano è di costruire un parco da otto ettari intorno allo stadio Fadil Vokrri, misura che implica la rimozione di edifici nell’area circostante. Inoltre, sta promettendo di costruire un centro per il trattamento dei rifiuti e di implementare il riciclaggio in tutta la città entro il 2024.

Sul fronte del digitale, Ismaili promette servizi pubblici più efficienti attraverso la digitalizzazione e la fornitura di computer e tablet alle scuole, introducendo informatica tra le materie scolastiche.

Sebbene le sue possibilità di vittoria siano basse, ha messo in piedi la campagna per le amministrative comunali del PDK più convincente di sempre a Pristina, una città profondamente scettica nei confronti del partito che rappresenta.