A distanza di tre anni l'attuale presidente del Kosovo, Ibrahim Rugova e l'ex presidente della SRJ Slobodan Milosevic, si sono incontrati di nuovo, e questa volta nell'aula del Tribunale Internazionale dell'Aja.
Il 3 maggio scorso è iniziato il faccia a faccia tra Milosevic e Rugova. Milosevic nella veste di difensore di se stesso e di accusatore di Rugova ha cercato ripetutamente da questo ultimo risposte alle domande incalzanti che gli ha rivolto. Milosevic, all'inizio dell'udienza, ha citato molti stralci della stampa internazionale che hanno descritto gli appartenenti dell'UCK come criminali, assassini, trafficanti di droga, ecc. Ma Rugova ha puntualmente negato tali accuse.
Nella giornata di oggi è proseguito il confronto tra i due nell'aula del Tribunale. A Milosevic è stata infatti concessa un'altra ora e mezza per poter terminare la sua accusa. Una delle questioni più dibattute è stato l'incontro tra Milosevic e Rugova nell'aprile del 1999. A tal proposito Milosevic rivolgendosi al teste gli ha detto: "siete venuto da me e mi avete pregato di salvare la vostra vita e della vostra famiglia da possibili attentati da parte dell'UCK. Guardatemi negli occhi e ditemi se è vero". Rugova, incrociando di sfuggita lo sguardo dell'ex presidente, risponde: "questo non è esatto. È una pura menzogna", aggiungendo che "l'UCK non è stata affatto una organizzazione terroristica, ma bensì una organizzazione patriota che ha difeso il popolo. Io a voi proprio non ho chiesto nulla, tranne di abbandonare il Kosovo, per non finire ammazzato in qualche complotto del regime". L'attuale presidente del Kosovo ha ribadito inoltre che a quel tempo non si sapeva chi avesse intenzione di uccidere chi, e ha aggiunto di non essersi mai sentito minacciato dai suoi connazionali.
Milosevic ha invece insistito sul fatto di aver aiutato Rugova a lasciare il paese per raggiungere l'Italia, dicendo di aver contattato personalmente l'allora ministro degli esteri Lamberto Dini, per predisporre un aereo per Rugova e la sua famiglia. La replica di Rugova è che l'incontro con Milosevic fu solo frutto di pressioni provenienti da Belgrado, e che in pratica fino alla sua partenza per l'Italia, egli fu trattenuto, nella propria casa dalla polizia di Milosevic. Rugova ha precisato inoltre di non aver desiderato incontrare Milosevic nell'aprile del 1999, e di aver semplicemente richiesto di poter raggiungere la Macedonia. Milosevic ha insistito sull'omicidio del collaboratore di Rugova, Fehmi Agani, sostenendo che sarebbe stata un'azione di qualche frazione albanese. Rugova, che con ogni probabilità a quel tempo si trovava in disaccordo con Agami per le divergenti posizioni politiche, quali per esempio l'incontro con Milosevic e Milutinovic (presidente della Serbia), ha dichiarato di aver saputo dopo la guerra che Agani era stato ucciso il 6 maggio da un certo "Dzeletovic", affermando di non sapere se si trattasse di "un poliziotto, militare o qualcos'altro".
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