I corpi di tre serbi trucidati mentre dormivano sono stati rinvenuti mercoledì scorso in Kossovo. Le reazioni a quest'efferato delitto. Sullo sfondo, ancora una volta, il tentativo di bloccare il dialogo tra le due comunità.
I vigili del fuoco accorsi per spegnere un incendio a Obilic, nelle vicinanze di Pristina, hanno trovato una scena raccapricciante. Tre corpi carbonizzati che poi l'autopsia ha rivelato aver subito molteplici colpi d'accetta che ne avrebbero causato la morte. Alla vigilia del quinto anniversario dell'entrata della NATO nella provincia kossovara poco sembra essere cambiato rispetto alla violenza etnica che aveva caratterizzato il 1999.
Micheal Steiner, a capo dell'amministrazione UNMIK, dopo i fischi e gli insulti ricevuti durante la visita sul luogo del delitto ha deciso di stabilire una ricompensa a chi sarà in grado di fornire informazioni utili ad identificare gli assassini. "Si tratta di 50.000 euro" ha chiarito Steiner "invito chiunque sappia qualcosa a contattare il numero internazionale messo a disposizione dall'UNMIK Police".
Sembra difficile però che l'iniziativa del mai così discusso Rappresentante di Kofi Annan porti a qualche risultato. Intanto il quotidiano Koha Ditore riporta altre sue dichiarazioni: "Abbiamo ottenuto in questi anni ritorni e coesistenza. Buoni risultati: e quest'atto va contro questi ultimi. E' un attacco nei confronti degli obiettivi che ci siamo prefissi".
Immediatamente hanno condannato l'accaduto anche i più alti rappresentanti delle istituzioni kossovare. Il Presidente Rugova ha deplorato l'assassinio dei tre cittadini kosovari appartenenti alla comunità serba. "Quest'atto criminale è contro la stabilità, la pace e la prosperità del Kossovo e contro il futuro di questo Paese. Esprimiamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia Stolic", ha dichiarato il Presedente kossovaro.
In un comunicato stampa emesso dal Governo del Kossovo si sottolinea come non sia la prima volta che atti criminali di questo tipo avvengono alla vigilia di importanti visite in Kossovo da parte di delegazioni internazionali. Ogni qualvolta che il Kossovo inizia ad ottenere risultati sulla strada della convivenza interna e della integrazione euro-atlantica ecco che gruppi di estremisti cercano di infangare l'immagine del nostro Paese. Si aspettava l'arrivo di 20 nuove famiglie serbe ad Obilic. Quest'atto orribile, che ha colpito persone innocenti, ha reso questo rientro più difficile e mantiene la tensione e l'insicurezza molto alta".
Dure le reazioni da parte serba. B92 riporta quelle di Nenad Radosavljevic, consigliere sui ritorni presso l'ufficio di Steiner. Radoavljevic ha affermato che alle autorità kossovare dovrebbe essere tolta ogni competenza di governo. "Si sono dimostrati incapaci di gestire quello che è stato loro dato e questo rende auspicabile un protettorato internazionale assoluto sul Kossovo. Chiederò le dimissioni del capo della polizia e del Presidente del consiglio comunale di Obilic ed inoltre le dimissioni del Primo ministro kossovaro Bajram Rexhepi.
Nebojsa Covic, responsabile per conto del governo della Serbia delle questioni legate al Kossovo, ha immediatamente chiesto alle autorità UNMIK se si ritenessero in grado di garantire effettivamente la sicurezza dei serbi rimasti in Kossovo. Ha inoltre affermato che un certo numero di poliziotti e militari serbi dovrebbero poter rientrare nella provincia kossovara per difendere le minoranze che ancora vi risiedono dagli attacchi quotidiani dei terroristi albanesi.
Una dura condanna è arrivata anche dai rappresentanti statunitensi nell'area. Reno Hranish, a capo della rappresentanza USA a Pristina, si è dichiarato sconvolto "dall'uccisione di tre civili inermi durante il sonno, avvenuta mentre il Kossovo ed i suoi sostenitori internazionali stanno costantemente lavorando per garantire il rispetto dei diritti umani per tutte le comunità che risiedono in Kossovo". Harnish ha poi aggiunto che il Governo USA condanna fortemente quanto accaduto non solo per l'orribile uccisione di queste tre vittime innocenti ma anche perché rappresenta un duro colpo ai valori che hanno portato gli Stati Uniti ed i loro alleati europei ad intervenire in Kossovo nel 1999".
Sulla vicenda si è espresso anche il Ministero degli esteri dell'Albania. In un comunicato stampa ha ricordato come "questi atti non fanno che rendere più difficile la coesistenza tra le comunità etniche del Kossovo e rappresentano una vera minaccia per la stabilità e la sicurezza dell'area".
Chiunque si sia reso colpevole di questo massacro ha certamente scosso il Kossovo intero ed ha paralizzato gli sforzi volti a raggiungere una situazione stabile e sicura. Questo influenzerà notevolmente il processo che porterà a definire lo status della provcincia. Questi omicidi influenzeranno la vita di ogni kossovaro. Influiranno negativamente sui rientri di sfollati e rifugiati e danneggeranno le autorità kossovare alla vigilia di sviluppi che potevano essere cruciali per il futuro dell'area.Dal nostro corrispondente dal Kossovo