In un Kossovo dall'incerto futuro istituzionale si inizia a dibattere di rientri delle minoranze. Ma è difficile l'equilibrio tra integrazione e rischio di creare nuove enclaves. Una presa di posizione dell'amministrazione ONU.
Le autorità dell'UNMIK hanno dichiarato lo scorso 7 maggio che è loro intenzione avviare un processo che porti allo smantellamento delle enclaves attualmente esistenti nella provincia."Ci auguriamo si verifichino ritorni di minoranze su tutto il territorio kossovaro quale parte di un processo che porti ad una completa integrazione delle minoranze" ha affermato durante una conferenza stampa a Pristina Andrew Whitley, responsabile per conto dell' UNMIK dei ritorni della minoranze.
Whitley ha poi specificato che questo non vuole rinnegare "la politica che ha portato alla creazione di enclaves, necessarie nel 1999 per evitare ulteriori spargimenti di sangue e per stabilizzare la situazione" per poi però aggiungere che "crediamo ora sia arrivato il tempo per smantellare le enclaves e promuovere ed incoraggiare l'integrazione".
Nonostante queste parole benaugurati ben poco è ancora stato fatto dall'amministrazione internazionale in questa direzione. Poche persone appartenenti a minoranze sono rientrate nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite per garantire la loro sicurezza.
Secondo dati forniti dall'UNHCR sono rientrati negli anni successivi al 1999 2,600 rifugiati e sfollati, in prevalenza di etnia Rom e Ashkali, tra loro anche qualche serbo.
"Per il 2002 ci aspettiamo altri 3,000 rientri" ha annunciato Werner Blatter, uno dei responsabili dell'ufficio UNHCR in Kossovo, ricordando poi che "si tratta di un processo. Non si ha un giorno definito di "arrivo" ma però sappiamo che molte persone hanno deciso di rientrare".
Secondo Whitley le condizioni di sicurezza nella provincia kossovara non sono certo ideali ma sono in continuo miglioramento. Questo non significa che si possa però prescindere, a suo avviso, da un processo molto graduale "nostro compito è quello di migliorare le condizioni che rendono possibile il ritorno in modo che sfollati e rifugiati possano vedere un futuro su questa terra perché non ha alcun senso rientrare se non si hanno prospettive future".
L'amministratore del Kossovo per conto delle Nazioni Unite Michael Steiner ha posto quale una delle priorità del suo mandato il ritorno dei serbi e delle altre minoranze. E per questo ha fatto appello ai donatori affinché supportino i programmi che vanno in questa direzione: "Quando inizieranno i rientri, sulla base di un approccio integrato, dobbiamo essere sicuri vi siano risorse finanziarie adeguate per assistere i rientranti ... è l'unico modo per garantire la sostenibilità dei rientri" (AFP, 07.05.02).